LE ESPULSIONI DAL M5S ILLEGITTIME ANCHE A NAPOLI
UN’ALTRA SENTENZA CERTIFICA CHE I METODI DEL M5S NON SONO CORRETTI NE’ DEMOCRATICI
Il Tribunale di Napoli con sentenza n. 3773 del 18 aprile 2018 ha accertato l’illegittimità dell’espulsione irrogata dallo staff di Beppe Grillo nei confronti degli attivisti napoletani ed ha dichiarato che Antonio Ciccotti, Massimo Acciaro, Salvatore Cinque, Paola Staffieri, Marco Sacco e Roberto Ionta sono stati lesi nel loro diritto di partecipare alle primarie per la scelta delle candidature alla carica di consigliere comunale e di sindaco di Napoli per la lista MoVimento 5 Stelle alle elezioni amministrative del 2016.
Una sentenza che fa il paio con quella del Tribunale di Roma del febbraio 2018 che aveva riconosciuto analoghe lesioni dei diritti di elettorato passivo di due attivisti romani per le primarie del febbraio 2016: anche in quell’occasione, come in questa, ad assistere gli attivisti M5S era l’avvocato Lorenzo Borrè.
Nel febbraio 2016, in occasione delle Comunarie di Napoli, il M5S aveva escluso gli attivisti grillini che facevano parte di un gruppo Facebook chiamato Napoli Libera; l’accusa nei loro confronti era quella di essersi “accordati” per proporre tematiche e candidature sul meetup di Napoli; gli attivisti avevano risposto alla sospensione con uno sciopero della fame, poi erano stati espulsi.
Nel luglio 2016 il tribunale ha cancellato le espulsioni e la decisione provocò poi i vari cambi di regole nel M5S.
Dopo Roma, oggi il M5S si ritrova un’altra sentenza del tribunale in cui si spiega che i loro metodi non sono corretti nè democratici.
(da “NextQuotidiano”)
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