TORINO, IL TEATRO REGIO SI INFIAMMA: APPLAUSI A NAPOLITANO, FISCHI A COTA
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE AVEVA DISERTATO LA CERIMONIA DELL’ALZABANDIERA ….CONTESTATI I DEPUTATI LEGHISTI IN VARIE OCCASIONI
Applausi e affetto per Napolitano, fischi e contestazioni per i rappresentanti leghisti nelle istituzioni: l’intera giornata torinese di Napolitano è stata costellata dal contrappunto fra le manifestazioni di calore per il Presidente della Repubblica e quelle di rifiuto, manifestato con brusii e fischi per gli esponenti del Carroccio.
Il contrasto più acuto è stato davanti alle ex Officine Grandi Riparazioni, dove alcuni bambini hanno accolto Napolitano sventolando bandierine tricolori, ma hanno fischiato il Presidente leghista della Regione Piemonte, Roberto Cota.
L’episodio ha suscitato opposte interpretazioni.
Napolitano, che ha raccolto per tutto il giorno l’entusiasmo e l’affetto dei torinesi, ha ricambiato tanto calore rendendo merito a Torino «per come ha creduto nell’evento e nell’anniversario dei 150 anni».
«Al di là dei cambiamenti di direzione politica della Regione – ha detto – il programma delle celebrazioni è stato portato avanti con continuità e coerenza, e questo fa onore alla vostra città e alla Regione».
Le contestazioni agli esponenti della Lega sono cominciate fin dal mattino.
Le prime sono state per Michelino Davico, sottosegretario leghista agli Interni, accolto al Teatro Regio al grido di «buffone, buffone».
Davico ha risposta definendo la polemica sulle presenze e sulle assenze «piuttosto sterile».
Durante la cerimonia ufficiale il bersaglio è stato Cota, proprio nel momento in cui invitava «a non fare polemiche».
In sala c’è stata prima del brusio, poi qualche fischio. «Ecco, questo è un esempio delle polemiche che bisogna evitare», ha detto Cota rivolto alla platea.
Le altre contestazioni hanno accompagnato gli esponenti leghisti nel corso di tutta la giornata, dall’uscita del Teatro Regio (ancora Davico) fino a davanti a Palazzo Madama dove qualche urlo e invito a dimettersi è stato lanciato in direzione dei leghisti che seguivano Napolitano nel suo trasferimento a piedi.
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