“LO STATO NON DIMENTICA I SUOI EROI”? IL “CAPITANO ULTIMO” LASCIATO SENZA SCORTA
Novembre 14th, 2009 Riccardo FucileMENTRE IL PIU’ SFIGATO DEI SOTTOSEGRETARI GIRA IN AUTO BLU E CON LA SCORTA, CHI HA CATTURATO TOTO’ RIINA ED E’ STATO CONDANNATO A MORTE DALLA MAFIA VIENE LASCIATO SENZA PROTEZIONE…I COLLEGHI: “LO PROTEGGEREMO NOI FUORI SERVIZIO….E’ LA SICUREZZA DI MARONI
La notizia era stata data in diretta Tv, durante una recente puntata di “Anno Zero”, davanti a milioni di telespettatori: a Sergio De Caprio, l’ufficiale dell’arma dei carabinieri che la mafia non ha mai dimenticato perchè fu lui a guidare la cattura di Totò Riina, era stata tolta da tempo la scorta.
Oggi il tenente colonnello De Caprio lavora a Roma al Noe,il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ma se dovesse recarsi in Sicilia per servizio è privo di protezione.
E’ partita così una iniziativa spontanea in forma privata da parte dei colleghi del Nucleo scorte del comando di Palermo: liberi dal servizio e con le proprie autovetture, pagandosi di tasca la benzina, ben 120 militari si sono organizzati per alternarsi a coprire i turni quando il “capitano Ultimo” si recherà in Sicilia.
Andranno a prenderlo all’aeroporto, lo accompagneranno in albergo, lo seguiranno ovunque.
Non solo, il tam tam, come rivela il “Corriere della Sera”, ha raggiunto altre regioni ed è probabile che altri reparti scorte dell’Arma aderiscano alla decisione dei colleghi siciliani.
La notizia che si è dovuti arrivare alla scorta privata, assicurata dai carabinieri, è stata diffusa dal delegato del sindacato Cobar Sicilia (il sindacato dei carabinieri) e viene letto non solo come un segnale di forte solidarietà verso Di Caprio, ma anche come aperta critica alla politica della sicurezza del duo Maroni-La Russa.
Non si può non rilevare che a fronte di migliaia di agenti e carabinieri che in tutta Italia scortano politici e magistrati, fino ai più anonimi e sfigati sottosegretari che non se li fila nessuno, sono spesso gli uomini più esposti di polizia e carabinieri a essere “dimenticati dallo Stato”.
Eroi per un giorno e poi lasciati al loro destino, senza tutela per sè e la propria famiglia.
Uomini a cui la mafia ha promesso la morte e dove il tempo non conta: le sentenze spesso vengono eseguite a distanza di anni, il codice mafioso non prevede le prescrizioni di questo governo. Continua »