Novembre 30th, 2009 Riccardo Fucile
IN FINANZIARIA, PREVISTO L’AUMENTO DEL CONTRIBUTO UNIFICATO PER GLI ATTI GIUDIZIARI…LA NUOVA TASSA RENDERA’ 300 MILIONI E SARA’ DESTINATA A RAFFORZARE I SERVIZI GIUDIZIARI….MA OGNI ITALIANO GIA’ PAGA 45 EURO L’ANNO PER IL FUNZIONAMENTO DEI TRIBUNALI, CONTRO I 38 DELLA FRANCIA E I 28 DELL’INGHILTERRA
Berlusconi vuole il “processo breve”, Fini fa notare che “breve” non potrà mai essere se interi tribunali sono allo sbando e se non si aumentano i fondi alla giustizia e Tremonti ricorda che non c’è un euro.
Alla fine la soluzione si trova sempre: basta aumentare le tasse, quello che a parole tutti negano di voler fare.
Ma nella Finanziaria all’esame in Parlamento in queste ore, ecco che spunta un emendamento del governo che aumenta il “contributo unificato” per le spese per gli atti giudiziari.
Insomma, rincara il balzello sui processi che deve essere pagato da chi promuove la causa: l’aumento riguarda sia il costo della tassa, sia i casi in cui è applicato.
Il gettito sarà destinato al ministero della Giustizia, a un “piano straordinario per lo smaltimento dei processi civili”, a “incentivi al personale giudiziario” e al “rafforzamento dei servizi”.
Vediamo di fare qualche esempio.
Salta l’esenzione (decisa dalla Finanziaria del 2000) per alcune tipologie di controversie, come ad esempio il pagamento del contributo per le cause di valore inferiore a 1.033 euro, per i processi esecutivi mobiliari di valore inferiore a 2.500 euro, per il processo cautelare attivato in corso di causa e per quello di competenza e giurisdizione.
Per i processi esecutivi mobiliari, il contributo unificato sarà di 30 euro, per il pignoramento classico il contributo aumenta di 45 euro, mentre per i processi di opposizione agli atti esecutivi si passa a 120 euro.
Poichè, secondo la “Relazione sullo stato della giustizia”, in Italia sono in piedi 9 milioni di procedimenti, di cui 5.425.000 civili e 3.262.000 penali, solo aumentando di 30 euro il contributo a tutti i procedimenti in corso, ecco che il governo può incassare 270 milioni di euro che Berlusconi può così destinare alla giustizia.
Non male per un governo che aveva promesso le tasse di tagliarle.
Ma cerchiamo di andare ancora più a fondo e leggiamo i dati contenuti nel rapporto annuale della Commissione europea per l’efficienza della giustizia. Nel rapporto emerge che ogni italiano paga 45 euro l’anno per il funzionamento dei tribunali, contro i 38 euro dei francesi e i 28 degli inglesi. Finanziare la pubblica accusa costa a ogni italiano 23 euro contro gli 11 dei francesi e i 15 degli inglesi. Continua »
argomento: economia, Giustizia, governo, Parlamento, PdL | Commenta »
Novembre 30th, 2009 Riccardo Fucile
A DISTANZA DI UN ANNO, BILANCIO NEGATIVO PER LA CARTA SOCIALE: SOLO UN TERZO DI QUANTI PREVISTI NE HA USUFRUITO…CARICATI 306 MILIONI, SPESI 240….INIZIATIVA A COSTO ZERO PER LO STATO, VISTO CHE IRI ED ENI HANNO DONATO 250 MILIONI….REQUISITI TROPPO STRETTI E PROCEDURE INCASINATE
Istituita il 25 giugno 2008, la social card parte ufficialmente il 1 dicembre 2008. Chi ne può fare richiesta? Pensionati e coppie con figli al di sotto dei tre anni in stato di “assoluto bisogno”.
Rigidi i requisiti di accesso: avere un reddito inferiore a 6.000 euro l’anno o a 8.000 se si ha un’età pari o superiore a 70 anni, avere un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 6.000 euro, non essere intestatario di più di una utenza elettrica o del gas, non essere proprietario di più di un autoveicolo, non detenere una quota superiore al 10% di immobili non a uso abitativo ( neanche quindi un orto o una cantina).
Quanti sono alla fine i “fortunati” che hanno vinto questa social card?
Il 26 novembre 2008, il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, annunciava che i richiedenti sarebbero stati 1.300.000 e dava il là all’invio di 780.000 lettere ad altrettanti possibili beneficiari.
Costo dell’operazione previsto: 450 milioni di euro il primo anno.
Tralasciamo il caos iniziale con la scarsità di negozi convenzionati e il ritardo delle ricariche, con una carta su tre che risultava senza credito e gente imbufalita.
Oggi, a distanza di un anno, che bilancio si può trarre?
I numeri ufficiali parlano di 830.000 richieste pervenute, 627.000 accolte con una incidenza maggiore dei pensionati ultra65enni rispetto ai genitori con figli sotto i tre anni.
Se si va poi a guardare nel concreto i dati sono chiari: i beneficiari della carta sono in realtà circa 450.000, i soldi caricati sulle carte 306 milioni di euro, quelli spesi 240 milioni per nove milioni di acquisti effettuati. Continua »
argomento: Berlusconi, carovita, economia, Parlamento, PdL, Politica | Commenta »
Novembre 30th, 2009 Riccardo Fucile
IL GOVERNO VUOLE VENDERE ALL’ASTA GLI IMMOBILI SEQUESTRATI ALLE COSCHE, INVECE CHE RESTITUIRLI ALLA COLLETTIVITA’ COME STABILITO DALLA LEGGE LA TORRE … IL RISCHIO REALE E’ CHE L’ACQUISTINO DEI PRESTANOME DEI CLAN….META’ DEI 8446 IMMOBILI SONO ANCORA BLOCCATI
Ad Altofonte, paese natale del boss Mimmo Raccuglia, c’è una villa a tre piani confiscata al mafioso Michelangelo Camarda: avrebbe dovuto tramutarsi nella nuova caserma dei carabinieri, ma, indovinate un po’, mancano allo Stato i soldi per ristrutturarla.
Con la nuova norma che il Senato ha approvato come emendamento alla Finanziaria, questa villa ora potrebbe finire all’asta e i mafiosi, secondo il sindaco, se la ricomprebbero immediatamente, attraverso prestanomi dalla fedina penale pulita.
La possibilità di mettere all’asta i beni sottratti ai mafiosi sta creando polemiche a non finire, per molti segna un passo indietro nella strategia di lotta ai patrimoni illegali che le Procure ritengono strumento indispensabile nella lotta alla mafia.
Questi beni, secondo molti politici, dovrebbero servire a tutto e all’incontrario di tutto: con questi si pagherebbero, a seconda dei giorni, incentivi e assunzioni nelle forze dell’ordine, ricambi alle autoblindo per le missioni di pace, persino sostegni ai precari, tra un po’ anche i cateteri per gli ospedali. Quando non sanno cosa dire, ecco il politico che evoca “i beni dei mafiosi”.
E l’opinione pubblica se la beve e dice “ma che bravi”.
Peccato che questi immobili in realtà siano solo 8.446, di cui 4.372 destinati e consegnati e oltre 4.000 ancora bloccati.
Sono 7.152 quelli confiscati nelle regioni del Sud.
Fino ad oggi in base alla legge La Torre questi beni erano destinati alle attività delle istuzioni locali o di associazioni come Libera che, con la loro gestione, hanno creato un circuito virtuoso di economia legale. Continua »
argomento: governo, Lavoro, mafia, Parlamento, PdL, Politica | Commenta »