Novembre 4th, 2009 Riccardo Fucile
PROMOSSO DA MICCICHE’, IN CONTRASTO CON ALFANO E SCHIFANI, FEDELI A LOMBARDO E BENEDETTI DA FINI, IL PROGETTO PREOCCUPA IL VERTICE DEL PDL…. CONTA SU 13 DEPUTATI, 6 SENATORI, 15 CONSIGLIERI REGIONALI… “LEALI A SILVIO, MA NON SIAMO YESMAN”…E IL PDL GLI NEGA L’USO DEL SIMBOLO
Non sarà il temuto “partito del Sud” di cui si era parlato a lungo negli scorsi mesi, ma certamente quello che ieri è stato ratificato ufficialmente all’Assemblea regionale siciliana, ovvero la costituzione del gruppo autonomo “Pdl Sicilia”, rappresenta una bella scossa per il vertice del Pdl.
La diplomazia di partito non è riuscita a mediare tra i coordinatori nazionali e Gianfranco Miccichè che ha con sè parlamentari nazionali e regionali, ex An vicini a Gianfranco Fini e centinaia di amministratori locali.
“Rimango fedele e leale a Berlusconi, ma non vesto nei suoi confronti i panni dello yesman. La gestione del partito in Sicilia è assolutamente fallimentare”. Nonostante la diffida dall’uso del marchio di fabbrica Pdl, nonostante le minacce di considerarli fuori dal partito, ieri i ribelli hanno reso ufficiale lo strappo.
E sono tutt’altro che pochi ( la metà del gruppo regionale, tanto per avere un’idea), confortati dalla “benedizione” all’operazione che avrebbe dato Gianfranco Fini ai suoi.
Hanno aderito infatti alla nuova sigla ben 13 deputati, 6 senatori e centinaia di amministratori locali che non ne possono più della gestione di Schifani e Alfano e restano invece fedeli a governatore Lombardo.
Il progetto preoccupa non poco il vertice nazionale del Pdl, soprattutto per l’effetto domino che potrebbe creare, attraverso la frammentazione del partito in altre realtà locali. Continua »
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Novembre 4th, 2009 Riccardo Fucile
O SI E’ RICATTABILI O SI E’ DEGLI STOLTI A SOSTENERE CHE AL NORD “IN OGNI REGIONE INDICHEREMO UN PRESIDENTE PDL E UN VICE DELLA LEGA E VICEVERSA”… INVECE CHE PENSARE ALLE LEGGI AD PERSONAM E ALLA RIFORMA DELLA PAR CONDICIO, IL PDL PENSI A RECUPERARE DIGNITA’ E PROGETTO POLITICO…IL POPOLO DI DESTRA SI STA ROMPENDO LE PALLE DI EGOISTI E RAZZISTI, VUOLE LAVORO E MENO TASSE
Nel giro di pochi giorni ne abbiamo sentite di tutte i colori. E’ il momento di dire basta.
Mentre in Europa i governi di centrodestra, pur nelle mille difficoltà derivanti dalla crisi economica, mettono a punto misure concrete per il rilancio della produzione, la tutela della occupazione e la riduzione dell’imposizione fiscale, in Italia si parla di una serie di problemi che non interessano nessuno (o forse uno solo).
Nell’ordine: prescrizione breve per far decadere i processi a carico del premier, altri inghippi giuridici sempre per lo stesso scopo, riforma della par condicio televisiva per quasi azzerare le possibilità dei piccoli partiti di apparire sullo schermo, come se i grandi non li vedessimo già abbastanza, dichiarazioni apocalittiche e quasi umoristiche del tipo “se cade il governo, elezioni anticipate”, “io non sono ricattabile perchè non mi sono mai posto nella situazione per poterlo essere”, “non potrò essere in tribunale a MIlano perchè devo andare al vertice Fao”.
In Europa si fa politica, non a caso si destina all’istruzione il 9% del Pil (media Ocse), mentre in Italia il 7,4%, in Gran Bretagna si stanzia per la sicurezza il 5,7% del Pil, in Italia il 4,6%.
Per non parlare della tassazione dove l’Italia ha il record europeo di imposizione fiscale.
Il popolo di centrodestra vorrebbe sentir parlare di questi temi e vedere soluzioni concrete sulla sicurezza, sull’occupazione, sul fisco, sulla scuola, sulla sanità .
Da mesi sente solo parlare di vicende personali. Il prossimo “Grande Fratello” fatelo con tutti i ministri della Repubblica, così li sentono solo i masochisti che fanno zapping sul reality e le persone normali almeno possono pensare ai propri guai senza essere disturbati da lodi e veline, da inciuci e sentenze, da udienze e lettoni, da escort e trans, da anatemi contro la stampa estera o la magistratura, dalle cene del lunedi ad Arcore ai tubini neri di Palazzo Grazioli.
Persino la scadenza dell elezioni regionali di marzo diventa occasione di ricatti, con Bossi che pretende Veneto e Piemonte e con Silvio che emula Marrazzo al momento dell’entrata dei carabinieri in via Gradoli: ovvero si cala le braghe.
Un premier sotto ricatto leghista da mesi, che ha ormai spostato l’asse dell’alleanza come se fosse la Lega ad avere avuto il 36% di consensi e il Pdl il 10% e non l’opposto.
Il tutto nel timore dei suoi stramaledetti processi per cui ha bisogno di un compagno di merende fedele.
Una Lega che non ne ha azzeccata una: volete sapere quanti volontari si sono presentati nelle prefetture delle grandi città per far parte delle ronde? Zero, ripetiamo zero, andate pure a verificare.
Uno spot mediatico per i coglioni e tutto è finito. Continua »
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Novembre 4th, 2009 Riccardo Fucile
MOLTI PICCOLI MESSICANI SONO IMPIEGATI NEI CAMPI DEL MICHIGAN PER RACCOGLIERE MIRTILLI…LA LEGGE VIETA DI FARLI LAVORARE PRIMA DEI 12 ANNI, MA LA ADKIN SFRUTTAVA I FIGLI DEGLI IMMIGRATI…ORA LE GRANDI CATENE DI SUPERMERCATI SI DISSOCIANO, MA IL FENOMENO E’ ESTESO
Uno studente che lavora come stagista nella rete televisiva Abc ha scoperto quello che molti negli States avevano fatto finta di non vedere: l’opera di sfruttamento del lavoro minorile nei campi della Adkin Blue Ribbon Packing Company a South Haven, nel Michigan.
Il network ha quindi condotto un’inchiesta ad ampio raggio, i cui risultati sono andati in onda nel programma Nightline.
Tra i bambini ripresi dalle telecamere della rete, c’era una piccola di appena cinque anni di nome Suli, alla quale era affidato il trasporto di pesanti casse di mirtilli raccolti dai genitori e dai fratelli di sette e otto anni.
Un altro ragazzino di dodici anni ha detto a Nightline di avere raccolto mirtilli da quando ne aveva otto.
Praticamente in tutti i casi i minori al lavoro nei campi erano figli di immigrati messi all’opera con la tacita acquiescienza di agricoltori e superiori.
I piccoli, oltre che alla fatica fisica, sono esposti ai pesticidi e ai pericoli dei macchinari industriali.
E’ emerso che non si tratta di un fenomeno isolato, ma che altre aziende agricole impiegano manodopera minorile in New Jersey, North Carolina e California,nelle piantagioni di pomodori e di grano.
Dopo la denuncia della Abc, il colosso della grande distribuzione Walmart ha rotto i ponti con la Adkin, sostenendo che “non tollera l’uso di lavoro minorile”. In verità esso è vietato dalla legge americana che impedisce l’utilizzo di manodopera di bambini fino a 12 anni, pena una multa che può superare i mille dollari a bambino.
Tra i 12 e i 13 anni i piccoli possono lavorare part-time in fattoria, fuori dall’orario scolastico e solo se lavorano a fianco dei genitori, in aziende di famiglia o con il consenso dei genitori. Continua »
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