Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
MA NEANCHE QUEST’ANNO ANDRA’ IN PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DI MONTE SENARIO
Il 13 marzo 2014 il premier Matteo Renzi promise in tv agli italiani che il 21 settembre, giorno del suo onomastico, avrebbe fatto un pellegrinaggio al santuario di Monte Senario se il suo Governo non avesse pagato i 75 miliardi di euro di debiti (fonte Bankitalia) che la Pubblica amministrazione aveva contratto fino al 2013.
Questo debito è stato liquidato solo in parte e poichè tali beni e servizi vengono forniti di continuo alla Pa, si è ricostituito nel 2014 uno stock di debito commerciale di 70 miliardi di euro (fonte Bankitalia).
Quest’anno il trend è rimasto sostanzialmente inalterato, con un debito che attualmente viene stimato in circa 67 miliardi.
Fino a quando non si interverrà in maniera strutturale sui tempi di pagamento, il problema resterà quindi insoluto costando alle imprese creditrici più di 6 miliardi di euro all’anno in anticipazioni bancarie.
Oggi è San Matteo.
E per il secondo anno di seguito, Renzi non si recherà in pellegrinaggio per espiare la promessa mancata. Le imprese italiane intanto continuano ad aspettare.
(da “Centro Studi Impresa Lavoro”)
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Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
E L’UNGHERIA RINUNCIA A TRASFERIRE I SUOI 54.000
Alla vigilia del nuovo Consiglio dei ministri dell’Interno e della Giustizia europei del 22 settembre per la distribuzione dei 120mila profughi da Grecia, Italia e Ungheria, l’accordo sulle quote di rifugiati sembra più vicino.
La Commissione aveva proposto un sistema di redistribuzione di cui avrebbe beneficiato anche l’Ungheria, alle prese nelle scorse settimana con decine migliaia di profughi provenienti dalla Serbia lungo il corridoio balcanico, ma se Budapest, come sembra, non parteciperà , la quota di 54 mila richiedenti asilo da spostare dall’Ungheria dovrà essere ripensata.
Il Consiglio e l’esecutivo europeo stanno lavorando su due opzioni: se spostare i 54mila da Italia e Grecia o se usare la quota per altri Paesi, specialmente i governi dell’Est contrari all’accoglienza dei rifugiati.
Per l’Italia, fa notare un funzionario europeo, i numeri degli arrivi sono molti elevati, ma la situazione non è drammatica.
Invece la Grecia avrebbe bisogno di un sollievo immediato, ma ancora non funzionano gli hotspot per la registrazione dei migranti, condizione necessaria secondo la Commissione europea per cominciare a distribuire i profughi in arrivo sulle coste greche e italiane.
La seconda opzione prevede di permettere ad alcuni Stati, che dovranno farne richiesta, di beneficiare della quota. Si sta pensando ai Paesi dei Balcani occidentali, ma su questo “non c’è ancora accordo”, spiega la fonte.
Le trattative stanno andando avanti e la situazione è “ancora fluida”. In ogni caso, aggiunge la fonte, “si va verso una soluzione molto flessibile”.
Uno degli strumenti studiati in queste ore è una sorta di multa di 6500 euro che i governi dovranno versare per rifiutare l’accoglienza di ciascun profugo, fino a una quota del 30%.
Ma questa soluzione non piace alla Germania, che si era già detta contraria alla multa proposta dalla Commissione per quei Paesi che dovessero rigettare il sistema delle quote: una penale che doveva corrispondere allo 0,002% del Pil.
L’altra possibilità in discussione è permettere al Paese che lo chiede di ritardare i ricollocamenti di sei mesi.
Ciò che risulta ormai chiaro, è che qualsiasi Paese diventi beneficiario dei ricollocamenti, dovrà organizzare gli ‘hot spot’ sul proprio territorio.
Cosa che molti Stati membri, a partire da Croazia e Ungheria non vogliono.
Tra i punti che potrebbero andare a favore di Roma, il fatto che per i 120mila ricollocamenti possano essere presi in considerazione i profughi arrivati in Italia e Grecia fino a sei mesi prima della presentazione della proposta della Commissione Ue (quindi sei mesi prima del nove settembre).
Il 23 settembre il tema dei rifugiati sarà affrontato dal summit straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea, al quale parteciperà Alexis Tsipras, confermato domenica premier della Grecia.
Il paese ellenico per mancanza di fondi è al collasso sull’accoglienza dei richiedenti asilo che continuano a sbarcare sulle isole vicine alla Turchia.
In vista del vertice, Tsipras ha discusso di politiche delle migrazioni oggi con il ministro ad interim Yannis Mouzalas. La linea che intende seguire è quella adottata finora: premere per una condivisione dei profughi e della gestione dei flussi con il resto dei membri dell’Ue.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
MASSACRARONO DI BOTTE UN QUARANTENNE SUL BUS RITENENDOLO GAY… TRE ARRESTATI E DUE RAGAZZE DENUNCIATE
Due mesi, per venire a capo di quello che sulle prime era sembrato un caso (parecchio) in salita: almeno cinque componenti della gang che il 14 luglio scorso ridusse in fin di vita un barman di 44 anni alla fermata del bus in piazza Caricamento, picchiandolo a sangue poichè credevano fosse gay, sono stati individuati: in tre sono stati arrestati, due maggiorenni e uno, all’epoca dei fatti, minorenne, tutti genovesi; altre due ragazze sono state denunciate.
Per loro prende corpo l’accusa di tentato omicidio.
Secondo quanto affermato da uno degli arrestati, all’origine del pestaggio ci sarebbe un complimento a una delle due giovani donne del gruppo.
Tesi che però contrasta con la frase riportata dalla vittima: l’uomo, rincasato subito dopo il pestaggio, aveva infatti detto alla fidanzata che prima di venir picchiato dal branco era stato affrontato da una delle due ragazze che gli avrebbe detto: «non guardare il mio ragazzo, ma che sei gay?».
I giovani arrestati, uno dei quali all’epoca dei fatti era minorenne, sono tutti studenti genovesi e hanno alle spalle famiglie solide.
I carabinieri sono riusciti a individuare prima una delle ragazze e da lei hanno stretto il cerchio sul resto del gruppo.
Uno degli arrestati è stato preso a Milano dove era andato in discoteca.
L’elemento cruciale nella svolta all’indagine, è stato rappresentato dalle tracce telefoniche che i picchiatori hanno lasciato durante la fuga.
Due video differenti li immortalano a distanza di qualche centinaio di metri, e questo ha consentito agli uomini del nucleo operativo della compagnia Centro di fissare una direttrice abbastanza precisa lungo la quale si sono allontanati.
A quel punto si è indagato sulle celle telefoniche: un lavoro quasi ossessivo, da parte dell’Arma, ma ha permesso d’isolare un gruppo di numeri sospetti, che si sono “spostati” lungo il tragitto indicato dai filmati.
(da “Il Secolo XIX”)
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Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
“IL FATTO” PIGNORA VERDINI: VIA MOBILIO E QUADRI DELLL’800 PER 31.000 EURO
Un dipinto del XIX secolo firmato Raoul Arus che vale 5 mila euro. Un altro di Ademollo per un valore di 25 mila euro.
E una libreria in legno laccato valutata 6 mila euro. Sono i beni di Denis Verdini che sono stati pignorati e rischiano di finire all’asta.
Il senatore deve infatti pagare, dal 20 ottobre 2014, 13 mila euro per le spese legali di una causa persa contro il nostro giornale.
Ci portò in giudizio per diffamazione per un articolo del febbraio 2011 intitolato: “Onorevole corruzione. Bucchino (Pd) svela l’offerta di Graziani per conto di Verdini: passa nei Responsabili, per te 150 mila euro e la rielezione”.
Per ottenere il pagamento, sono intervenuti gli ufficiali giudiziari della Corte d’Appello di Firenze che il 1° luglio scorso hanno pignorato i due quadri e il mobile.Il 29 ottobre ci sarà l’udienza sempre a Firenze per fissare la data dell’asta per quei beni, che in totale valgono 31 mila euro.
“Tanto a pagare sarà il Popolo della Libertà ”
Ma Denis Verdini potrebbe anche pagare prima. O meglio lo potrebbe fare il Pdl al suo posto, perchè l’articolo fu scritto quando era coordinatore di un partito che non si presenta più alle elezioni ma giuridicamente esiste, in attesa dell’ultima tranche di finanziamento pubblico.
“Ora bisognerà sollecitare il Pdl a pagare”, dice al Fatto il legale del senatore, l’onorevole Ignazio Abrignani, che alla Camera è iscritto ora al gruppo di Forza Italia.
Abrignani spiega: “Stiamo valutando se fare opposizione. Io ho seguito però solo la causa, la parte aggiuntiva delle spese non l’ho seguita”.
Ma lei non aveva comunicato che il Pdl avrebbe pagato il debito di Verdini entro ottobre?
“Sì, quello che le posso dire è che all’epoca la difesa venne fatta non in quanto Verdini, ma in qualità di coordinatore del Popolo della Libertà . È chiaro che una volta che c’è una condanna alle spese sarà il Pdl che dovrà pagare”.
Anche se Verdini ha lasciato il partito? “Sì, perchè l’attacco era all’epoca contro il Pdl”.
Per ogni governo, la sua compravendita
L’articolo per il quale Verdini ha fatto causa al Fatto risale al 25 febbraio 2011.
Da un anno si era costituito il gruppo dei Responsabili. Verdini viveva la stessa situazione di oggi: in quei giorni era accusato di andare “a caccia” di parlamentari per sostenere Silvio Berlusconi, ora invece lo fa per Matteo Renzi e la sua riforma del Senato.
Nell’articolo si riportavano le affermazioni di Gino Bucchino (Pd) che diceva di aver ricevuto “una telefonata: ‘Ciao Gino, ho un progetto importante di cui parlarti’”. Dall’altra parte c’era, come poi è venuto fuori, Giuseppe Graziani di Rifondazione Socialista.
“Mi ha detto — raccontò Bucchino in una conferenza stampa — di aver parlato con Verdini fino alle 2 di notte e di aver concordato di garantirmi la rielezione e di darmi 150 mila euro come rimborso delle spese elettorali. Dissi che non ero interessato”. Vicende smentite da tutti i protagonisti.
Per Verdini l’articolo era diffamatorio, ha quindi citato il Fatto ma la sua domanda è stata rigettata dai giudici della prima sezione civile del Tribunale di Roma il 20 ottobre 2014.
Nelle motivazioni i giudici scrivono in sostanza che Wanda Marra, l’autrice dell’articolo, si è limitata a “riportare le frasi del deputato senza alcun commento o presa di posizione”.
E ancora: “La notorietà e la pari dignità istituzionale del ruolo ricoperto da Verdini e Bucchino (…) è sufficiente a far ritenere correttamente esercitato il dovere di informazione da parte della giornalista, tanto più che costei fattasi anche carico di raccogliere le smentite sia di Verdini che di Graziani, (…) si è comunque prefissa l’obiettivo di rendere un resoconto il più possibile esaustivo della vicenda. Il che esclude che possa ritenersi una dissimulata coautrice della notizia diffamatoria che non aveva alcun obbligo di verificare in ordine alla sua effettiva rispondenza al vero”. Ora vedremo quale sarà l’epilogo: se i beni di Verdini finiranno all’asta o se invece a pagare il conto sarà il Pdl.
Valeria Pacelli
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
IL VIDEO DI CASTALDO SPOPOLA IN RETE: MA MATTEO NON ERA QUELLO CHE “LA MIA SCORTA E’ LA GENTE?”
Venerdì scorso a Modena.
Un corteo di ventitrè macchine (alcune blindate), che percorre le strade strette del centro della città , trasporta il premier Matteo Renzi e l’ospite francese Franà§ois Hollande alla Festa dell’Unità .
In sottofondo, c’è il commento dell’operatore-cittadino stupito per cotanto dispiegamento di forze dell’ordine (c’erano anche volanti e centauri della polizia e dei carabinieri).
Il video l’ha raccolto dragando la rete e l’ha pubblicato su Facebook il parlamentare europeo Fabio Massimo Castaldo (M5S).
“La flotta di Matteo Renzi a Modena conta oltre venti auto. Possiamo veramente dire che la sua scorta è l’agente!”. Castaldo ha scherzato sulla celebre affermazione di Renzi: “No, guardate, a me la scorta non mi garba, non la voglio, grazie. La mia scorta è la gente”.
Che poi era il mantra dell’ex sindaco di Firenze durante i giorni della conquista del potere a palazzo Chigi.
Il video di Castaldo, in poche ore, ha raggiunto migliaia di condivisioni e oltre mezzo milione di visualizzazioni. Il classico fenomeno della rete, che poi è scivolato su tutti i siti.
Castaldo ha subito precisato che il lungo corteo riguardava le scorte di Renzi e di Hollande. Il presidente francese è sottoposto a un regime di sicurezza possente, di solito si muove con almeno 7-8 auto.
Mentre il premier italiano — almeno era così ai tempi di Enrico Letta — ha in dotazioni tre macchine: al centro quella su cui viaggia e poi la scorta davanti e dietro.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
ALLA CONVENTION DI “CONSERVATORI E RIFORMISTI” SANCITA L’INTESA CON “FARE” DI TOSI
“Il panorama del centrodestra italiano si apra a nuove prospettive”: questa la proposta che sembra emergere dalla due giorni di Cortina, organizzata dai “Conservatori Riformisti” di Raffaele Fitto.
A Cortina si sono alternati politici di vari schieramenti, dai Conservatori e Riformisti a Fratelli d’Italia, da Forza Italia fino al movimento di Tosi.
«Il centrodestra dobbiamo ricostruirlo sui contenuti» ha sottolineato Fitto invitando a prendere esempio dal premier britannico Cameron.
«Dobbiamo andare oltre, guardare ai prossimi anni, non ai prossimi giorni».
E, rispetto ai «troppo timidi» tagli fiscali di Renzi, per Fitto serve «un vero choc fiscale, con 40 miliardi di tasse in meno».
Ma a Cortina si è parlato anche di leadership nel centrodestra. E non sono mancate le frecciate verso la Lega Nord.
Per il deputato Roberto Caon, esponente del Fare! tosiano, «se Salvini e Zaia insistono nell’affrontare la questione della leadership del centrodestra come se si trattasse di una bega condominiale non fanno altro che agevolare il gioco di Matteo Renzi. L’unica strada per mandare a casa il governo di Renzi», ha aggiunto, «è riunire tutte le forze moderate di centrodestra sotto un programma comune, che sia chiaro e realizzabile, e promuovere le primarie di coalizione per scegliere un candidato comune. I giochi di potere all’interno del Carroccio, al contrario, non fanno altro che frammentare il centrodestra e favorire la permanenza di Renzi a Palazzo Chigi».
Nel suo intervento Fitto ha sottolineato: “Proponiamo le primarie, non come le ha fatte il Pd, ma secondo il modello classico americano a tappe, per ricostruire il centrodestra. Il centrodestra italiano deve tornare a parlare ai 10 milioni di nostri elettori delusi e astenuti, alle piccole imprese, agli artigiani, ai commercianti, a tutti quelli che non votano a sinistra, ma sono rimasti delusi dalle stagioni di governo del centrodestra.”
E ancora: “Proponiamo, rispetto ai troppo timidi tagli fiscali di Renzi, un vero “choc fiscale”, con 40 miliardi di tasse in meno, e con corrispondenti tagli alla spesa pubblica. Solo cosi’ l’Italia potra’ tornare a crescere in modo sostenuto : altrimenti, anche con Renzi, si restera’ inchiodati allo “zero virgola”.”
Poi l’annuncio che “nelle prossime settimane, iniziero’ un “giro d’Italia” e partira’ l’organizzazione anche territoriale del nostro movimento.”
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Settembre 21st, 2015 Riccardo Fucile
“ANCHE NELLA LEGA CI SONO GAY, POI IN PUBBLICO FANNO I MORALISTI”
“E’ trasversale, anche nella Lega Nord ci sono gay. E una volta, durante un comizio sulle famiglie organizzato da Paola Goisis (ex parlamentare del Carroccio e ora esponente di Prima il Veneto, ndr), quando ha cominciato a parlare di contro natura, io le ho detto ‘qua se c’è una cosa contro natura è la tinta dei tuoi capelli’”.
Così Vladimir Luxuria intervenendo a La Zanzara (Radio24).
Ma l’aneddotto è continuato: “La persona che mi doveva accompagnare all’aeroporto, un loro militante, a un certo punto ha incominciato a corteggiarmi. Eppure questo qua ci ha provato. Ma tu non ti vergogni? Fino a poco prima dicevi peste e corna e adesso ci stai provando? Ma vaffa! Ipocriti di merda”.
Un intervento che continua con un linguaggio assai colorito: “Prendetelo nel c…o che vi si allarga la mente!”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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