Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
UN ANNO FA VOLEVA FUCILARE ALLA SCHIENA RENZI… DI QUESTO PASSO E’ AUSPICABILE UN TSO URGENTE
Aldo Grandi è il direttore responsabile della Gazzetta di Lucca. L’anno scorso Grandi era finito al centro delle polemiche perchè aveva scritto che Matteo Renzi — all’epoca ancora Presidente del Consiglio — era un «ex boy-scout traditore da mettere al muro e fucilare nella schiena».
In quell’occasione Grandi si era difeso parlando di “una provocazione” e che si trattava di una frase “metaforica” perchè la fucilazione “non esiste più”.
Qualche anno prima, nel 2013, Grandi aveva ricevuto la solidarietà di Forza Nuova in seguito ad un esposto all’Ordine dei giornalisti da parte dell’Associazione Carta di Roma che lo accusava di istigazione all’odio razziale, per aver usato ripetutamente la parola “clandestino”.
In un editoriale dal titolo “Laura Boldrini un male incurabile” questa volta Grandi se la prende con la presidente della Camera. Colpevole, a suo dire, “di aver fatto entrare cani e porci con la conseguenza che, ormai, ovunque regnano degrado e anarchia”.
Ed è proprio la Presidente della Camera alla guida di quei politici che “ci hanno fatto invadere da milioni di persone con altre culture, religioni, usanze”
Ovviamente non c’è nessuna invasione e non sono arrivati “milioni di persone”. Ma sono dettagli.
A quanto pare però Grandi ha imparato la lezione dell’anno scorso e non incita alla violenza contro la Boldrini. Preferisce augurarle un male incurabile
“Noi, di fronte a questo tradimento, dovremmo, forse, ricorrere alla violenza? No. Assolutamente. Ci resta, a noi che siamo seguaci di una religione che cerca nel destino le tracce di speranza per guardare con ottimismo al futuro, solo una speranza: pregare e pregare con tanta intensità da sperare di poter riuscire, prima o poi — meglio prima che poi — a far sì che Laura Boldrini venga colpita da un male incurabile, di quei mali che non ti chiedono il permesso quando vogliono entrarti dentro, di quei mali che, al pari dell’arroganza del Potere, non si peritano di chiedere scusa se provocano sofferenze, dolori, devastazioni, stravolgimenti sociali, di quei mali che quando scelgono di partire, non hanno bisogno di alcuna autorizzazione per sbarcare le proprie cellule malate nei disordinati porti della nostra esistenza: nè più nè meno di come, adesso, ognuno fa il comodo suo scendendo e sbarcando in tutte quelle città d’Italia dove non c’è un cane che sia lì a testimoniare la sovranità e il rispetto di questo popolo al quale noi e soltanto noi — non la classe politica che ci governa — ha il diritto di sentirsi parte integrante.
Un tumore insomma, uno di quelli che provocano sofferenze, dolori e devastazioni. E proprio ad un tumore Grandi paragona non solo la Boldrini ma anche tutti i migranti e i rifugiati che sono arrivati nel nostro Paese.
Per difendersi Grandi ha postato sul suo profilo il commento di un amico sedicente neofascista nel quale si spiega che ha totalmente ragione.
Perchè — si legge — i migranti che arrivano in Italia ” sono solo clandestini fuoriusciti dalle galere libiche dopo la morte di Gheddafi” e non sono i veri “poveri africani”. Peccato che nelle galere libiche di Gheddafi, che in realtà bisognerebbe avere il coraggio di chiamare campi di concentramento (ma è chiaro il pudore di alcuni a farlo) dove il Colonnello rinchiudeva i disperati che arrivavano in Libia per impedire che venissero in Europa.
Queste persone, trattate in condizioni disumane, venivano usate dalla buonanima del dittatore libico come arma per ricattare l’Italia.
Senza dimenticare che tra coloro che arrivano ci sono molte persone che hanno diritto all’asilo politico e molti bambini. Anche loro detenuti nei campi assieme alle loro madri (che venivano stuprate). Chiaramente tutti pericolosissimi criminali.
A certi sedicenti fasci da operetta sarebbe opportuno far rileggere le testimonianze di tanti “fascisti veri” che hanno vissuto in Libia nel dopoguerra e che sono stati depredati da quell’infame figuro di Gheddafi di tutti i loro beni e cacciati dal Paese.
Mentre il governo italiano continuava a pagare a quel losco criminale inesistenti danni di guerra a milionate .
Tso obbligatorio urgente per chi manipola la storia e augura tumori.
In alternativa calci in culo.
(da “Next Quotidiano”)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
IL RISPARMIO E’ DI APPENA 80 MILIONI L’ANNO, E’ A RISCHIO INCOSTITUZIONALITA’ E SERVE SOLO AL POPULISMO DI M5S E PD
Ieri la Camera ha approvato la proposta di legge Richetti sul ricalcolo delle pensioni parlamentari.
Nonostante la propaganda di questi mesi non si tratta dell’abolizione dei vitalizi, per il semplice motivo che il vitalizio inteso come rendita parzialmente alimentata da un prelievo sull’indennità del periodo di esercizio della carica che veniva erogata sotto una certa soglia di età è stato abolito nella riforma del 2012.
Attualmente i parlamentari che andranno in pensione percepiranno l’assegno solo dopo avere svolto il mandato parlamentare per almeno 4 anni e mezzo e una volta compiuti 65 anni di età .
La riforma introduceva inoltre il sistema contributivo per i parlamentari eletti a partire dal 1 gennaio 2012.
Quanto ci perdono i parlamentari di lungo corso?
La proposta di legge approvata ieri a larghissima maggioranza (348 sì, 17 no e 28 astenuti) introduce il ricalcolo dei trattamenti pensionistici anche per gli ex parlamentari (e gli ex componenti dei consigli regionali) che non sono più in carica. La legge in vigore oggi si applica infatti solo ai nuovi eletti ma non va a toccare la rendita di chi è stato eletto alla Camera o al Senato durante le legislature antecedenti al 2012.
La norma ha quindi valore retroattivo e sarà compito degli uffici della Camera e del Senato fare il conteggio di quanto gli ex parlamentari percepiranno di pensione. Spetterà invece alle Regioni stabilire l’ammontare del taglio delle rendite (che di fatto vengono abolite) degli ex consiglieri regionali.
Le stime parlano di una riduzione dell’assegno mensile che va dal 20 al 40%.
Ad esempio parlamentari di lungo corso che non siedono più sui banchi della Camera o del Senato come Massimo D’Alema (entrato il Parlamento la prima volta nel 1987) ed Emma Bonino (eletta la prima volta nel 1976) vedranno il “vitalizio” ridotto di oltre duemila euro al mese.
Su Repubblica e sul Corriere della Sera un “grande vecchio” come l’ex DC Publio Fiori (in Parlamento per quasi trent’anni dal 1979 al 2006) spiega che dal suo attuale vitalizio di 10 mila euro (anche in virtù della legge a sostegno delle vittime del terrorismo) con la legge potrebbe passare a circa 4 mila euro al mese. Più che dimezzato insomma.
Ma quanto ci guadagna lo Stato da questa riforma? Quanto risparmiano i cittadini?
In un’audizione alla Camera del maggio 2016 il Presidente dell’Inps Tito Boeri aveva detto che con la legge Richetti e l’applicazione retroattiva a tutti gli ex parlamentari del sistema contributivo attualmente in vigore ci sarebbe stato un risparmio di 79 milioni di euro per il 2016 e di 83,2 milioni per il 2017, pari a circa il 40% della spesa che è intorno ai duecento milioni di euro l’anno.
Valeva la pena bloccare il Parlamento per una legge del genere il cui unico obbiettivo è quello di risparmiare qualche milione di euro? Probabilmente no.
La questione dell’incostituzionalità della legge
Il risparmio quindi c’è, ma il peso sul bilancio statale è davvero minimo. Ma questo si sapeva. E del resto la spesa per il mantenimento del nostro sistema parlamentare è poca cosa in confronto all’ammontare della spesa pubblica.
Da qualche parte si deve pur tagliare, si dirà . E senza dubbio per una volta partire dagli stipendi della casta è una mossa che sarà gradita a molti elettori.
Ma non bisogna perdere di vista il quadro generale, ovvero il bilancio dello Stato (senza dimenticare il debito pubblico).
Se dividiamo questo risparmio per il numero dei cittadini italiani (circa 60 milioni) si tratta davvero di poca cosa: poco più di un euro a testa “guadagnato”. Ed è tutto da vedere cosa si farà con quei risparmi.
È poi da vedere se è un bene che la politica si faccia dettare la linea dal populismo e ne abbracci le istanze. Argomenti come quello dei vitalizi dei parlamentari hanno facile presa sull’elettorato, ma cosa risolvono all’atto pratico? Ben poco guardando le cifre.
C’è poi chi solleva la questione dell’incostituzionalità della legge. Lo ha fatto in Aula Renato Brunetta, annunciando il voto contrario di Forza Italia. Per Brunetta si viene a creare un pericoloso precedente in base al quale in futuro potrebbero essere messe in discussione le pensioni di venti milioni di italiani.
Come spiegava ieri su Repubblica l’ex Presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida i vitalizi non sono pensioni. Inoltre non è vero che i diritti acquisiti sono intoccabili. Vi è una costante giurisprudenza della Consulta, prosegue Onida, che consente alla legge di intervenire sui diritti acquisiti.
Gli interventi sui diritti già acquisiti sono possibili purchè ragionevoli e non tali da violare l’affidamento legittimo del cittadino sorto in base alla legge preesistente e, nel nostro caso, il diritto fondamentale dei lavoratori a fruire di mezzi di sussistenza durante la vecchiaia, come prevede l’articolo 38 della Costituzione.
Dello stesso parere anche il giurista giurista Gianluigi Pellegrino che a RaiNews ha spiegato che anche l’uso del termine “retroattività ” è improprio:
Quando, in questo caso, si parla retroattività si usa un termine improprio. Retroattiva sarebbe una norma che azzeri la pensione già percepita o dica: ti abbiamo dato 5mila euro, ma abbiamo deciso di ricalcolare l’assegno con altri parametri e te ne spettavano 4mila, quindi ce ne devi mille. Ma dire che, da un certo momento in poi a seguito dell’approvazione di una nuova legge, la pensione sarà calcolata con metodo diverso, quello contributivo, e che questo abbasserà i trattamenti in corso, non quelli già erogati, non implica retroattività , perchè si va a incidere sì su pensioni che si è già cominciato a percepire, ma la quota corrisposta in passato non viene intaccata.
Dal momento che la legge interviene in mono ragionevole e non azzera le pensioni di chi già la percepisce — nè chiede di restituire i soldi — il provvedimento non dovrebbe avere profili di incostituzionalità .
Altri autorevoli giustisti ovviamente sostengono il contrario e prevedpnp una sonora bocciatura della norma da parte della Corte costituzionale.
Ieri i 5 Stelle cantavano vittoria come se la legge fosse già entrata in vigore. Ma è una vittoria a metà perchè c’è chi dubita che a settembre la legge possa essere approvata dal Senato.
I numeri al Senato sono diversi e anche con il soccorso di MoVimento 5 Stelle, Lega e Fdi il margine è esiguo, se si sfilano i centristi e magari anche Mdp, che alla Camera ha scelto l’astensione.
I voti di PD (99), M5S (35) e Lega Nord (12), sommati, fanno 146 senatori, 15 in meno di quelli necessari per assicurarsi la maggioranza.
Il gruppo dei 14 senatori di ALA ha già annunciato batttaglia.
I 25 senatori di Alternativa Popolare di Alfano (che alla Camera ha votato contro la legge) potrebbero risultare decisivi ma al momento non hanno alcuna intenzione di scoprirsi.
Anche Forza Italia potrebbe essere della partita. Alla Camera il gruppo guidato da Brunetta è uscito dall’Aula al momento del voto, con le eccezioni di Maria Stella Gelmini e Daniela Santanchè che hanno votato a favore.
Ma al Senato la partita è un’altra: ieri alla Camera la maggioranza di Governo (PD, AP e MDP) si è sfaldata ma i danni sono stati contenuti. Se al Senato dovesse succedere la stessa cosa, visti i numeri della maggioranza a Palazzo Madama lo strappo non sarebbe così indolore.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
FILTRO E SELEZIONE IN LIBIA PER CHI HA DIRITTO ALL’ASILO: MACRON PROPONE QUELLO CHE L’EUROPA AVREBBE DOVUTO FARE DA TEMPO… “NON VOGLIO PIU’ VEDERE DONNE E BAMBINI VAGARE PER LE STRADE, TUTTI HANNO DIRITTO A UN ALLOGGIO DEGNO”
La Francia aprirà in Libia hotspot per l’esame delle domande di asilo dei migranti: lo ha annunciato il presidente Emmanuel Macron a margine di una visita al centro d’accoglienza per rifugiati di Orlèans.
“Conto di farlo da questa estate”, ha detto.
L’idea è di istituire centri per richiedenti asilo “in modo da evitare che la gente si prenda dei rischi folli, quando non tutti hanno le caratteristiche per ottenere l’asilo”.
I centri, ha aggiunto il presidente, saranno allestiti “in tempi brevissimi. La gente, andiamo noi a prenderla”.
E ha proseguito annunciando: “Voglio inviare missioni dell’Ofpra (l’ufficio francese di protezione dei rifugiati e degli apolidi) negli hotspot italiani e sono pronto a inviarli in Libia”, evocando anche la possibilità di creare centri in Niger.
“Gli altri Paesi europei sono riluttanti, cercheremo di farlo con l’Europa. Ma noi, la Francia, lo faremo”.
E a proposito dell’eventualità ventilata da Macron di intervenire senza l’Europa, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato ai microfoni del Gr1: “La sfida contro l’immigrazione illegale si risolve con scelte europee. L’Europa deve parlare con una voce sola, muoversi insieme. Iniziative unilaterali possono essere anche iniziative di buona volontà ma non sono utili alla soluzione del problema”.
Ma non spiega perchè l’Europa non l’ha ancora fatto.
Anche Paolo Gentiloni ha commentato l’iniziativa francese, sostenendo: “Sinceramente noi stiamo alla nostra agenda che ci impegna sul piano dell’accoglienza a cui non rinunciamo, che ci vede impegnati a discutere con le Ong una serie di regole e che ci vedrà nei prossimi giorni impegnati con un passo ulteriore di assistenza alle autorità libiche per il controllo del loro territorio”.
Macron, a chiusura del suo intervento, ha ricordato inoltre che “in Libia nei campi, in capannoni, in condizioni neanche minime di umanità , ci sono tra le 800mila e il milione di persone”. E ha ripetuto la necessità di “stabilizzare la Libia”.
Il presidente francese martedì 25 luglio nei pressi di Parigi ha patrocinato l’incontro tra il premier libico Fayez Serraj e il generale Khalifa Haftar, che si sono impegnati per un cessate il fuoco.
Non si sa se il primo ministro libico riconosciuto dall’Onu e l’uomo forte di Tripoli abbiano sottoscritto il progetto di creare dei centri per “filtrare” i migranti che dalle coste libiche partono alla volta dell’Ue, sbarcando essenzialmente nei porti sulle coste italiane.
Per quanto riguarda i migranti già presenti nel territorio francese, Macron ha aggiunto: “Non voglio più vedere gente per le strade. La prima battaglia è fornire un alloggio degno. Vedo dappertutto degli alloggi di fortuna: non voglio più donne e bambini per le strade”, auspicando “sin dal primo minuto” l’avvio dell’iter amministrativo per ciascun migrante.
Ora attendiamo i fatti, il segnale va nella direzione giusta.
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
LA SINDACA: “ATTO VILE, IL PAESE LI HA ACCOLTI SENZA PROBLEMI, SI SONO INTEGRATI”… MA E’ QUESTO CHE DA’ FASTIDO ALLA MANOVALANZA RAZZISTA E A CHI LA ISTIGA GODENDO DELL’IMPUNITA’
Dormivano in 64 all’interno del centro di accoglienza. E all’improvviso un boato fortissimo: una bomba, un ordigno potente che ha buttato giù la porta laterale, provocato due feriti e lasciato un segno gravissimo sui progetti di accoglienza che molti paesi della Sardegna stanno portando avanti da tempo.
A Dorgali, dov’è attivo il centro Su babbu mannu, qualcuno non gradisce la presenza dei migranti e questa notte l’ha dimostrato nel peggiore dei modi.
Nel piccolo centro del Nuorese non c’erano stati altri episodi ma in paese l’iniziativa di una cooperativa sociale The Others non era piaciuta a tutti. Ed ecco com’è finita.
All’interno della struttura c’erano i 64 rifugiati e anche due operatori, gli unici ad aver riportato qualche leggera ferita, così riferiscono i carabinieri della compagnia di Siniscola, sono due ragazzi nigeriani.
Nell’isola che è diventata seconda porta d’Italia dopo la Sicilia, qualche altro segnale di questo genere era già stato lanciato. A Buddusò, in Gallura, avevano usato un’altra bomba per devastare e rendere inutilizzabile un agriturismo che doveva essere trasformato in centro di accoglienza. Episodio simile, anche se messo in atto con un incendio, a Bonarcado nella provincia di Oristano.
Il sindaco: «Sconcertata, il paese ha reagito benissimo all’arrivo dei ragazzi»
«Sono sconcertata per il vile atto contro il centro di accoglienza. Una notizia per me totalmente inaspettata, anche perchè il paese ha reagito benissimo all’arrivo dei ragazzi e si è prodigato in varie attività di inclusione».
Così all’ANSA la sindaca di Dorgali (Nuoro), Maria Itria Fancello, commenta la notizia. «Ho già sentito la responsabile che gestisce la struttura – racconta la prima cittadina – appena possibile andrò a trovare i ragazzi per portare loro parole di conforto e di condanna da parte dell’amministrazione comunale e di tutto il paese. Ripeto: non riesco a capire come sia potuto succedere. Attraverso diverse associazioni culturali abbiamo messo in piedi varie attività di inclusione: i migranti hanno partecipato alle giornate ecologiche, alcuni si sono inseriti in una compagnia teatrale, altri partecipano ai corsi di italiano e molti giocano a calcio. Questo episodio è un fulmine a ciel sereno».
Per questo pomeriggio è stato convocato il Consiglio comunale con all’ordine del giorno, tra gli altri punti, il «vile atto» di stanotte al centro per migranti.
«Il Consiglio per oggi era già previsto, ma come è giusto che sia – spiega la sindaca – discuteremo di questo episodio e scriveremo un comunicato di condanna per quanto successo, che invieremo anche al Prefetto. Spero che le indagini dei Carabinieri portino a individuare i responsabili per assicurarli al più presto alla giustizia».
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
ORA E’ ACCUSATO DI CALUNNIA E SIMULAZIONE DI REATO… SMASCHERATO DALLE TELECAMERE… MA PER GIORNI LA FOGNA RAZZISTA AVEVA SUONATO LA GRANCASSA
Si era inventato tutto il capotreno che mercoledì 19 luglio aveva denunciato di essere stato accoltellato da un uomo di colore sul Regionale Trenord delle 7 da Piacenza a Milano Greco Pirelli. Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro.
Il caso è stato risolto in pochi giorni dalla polizia di Lodi che con la Scientifica ha analizzato anche tutti i filmati delle telecamere delle ferrovie. L’uomo è stato accusato, dunque, di calunnia e simulazione di reato.
La notizia dell’aggressione aveva creato un enorme allarme sicurezza, soprattutto tra i dipendenti di Trenord che avevano immediatamente proclamato uno sciopero per chiedere più protezione per il personale viaggiante.
Il 24 luglio, dunque, tutti i treni della Lombardia si erano fermati per quattro ore. L’adesione era stata altissima. Non solo, sempre in tema di sicurezza, era stato anche convocato uno specifico tavolo in prefettura per discutere
Feltri, soccorso dai poliziotti con un coltello conficcato nella mano, aveva raccontato di essere stato accoltellato da uno straniero durante il normale giro di controllo dei biglietti. Il controllore aveva poi descritto il suo aggressore: “Scuro di pelle, alto, magro, con le treccine ai capelli”. Aveva anche detto che subito dopo l’aggressione era fuggito forzando le porte del treno.
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEL DIRETTORE GENERALE DELLA MUNICIPALIZZATA
“In questi mesi ho preso progressivamente atto di una situazione dell’azienda assai pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi, il tempo è finito, è il momento di dire la verità “.
È l’allarme lanciato da Bruno Rota, direttore generale dell’Atac, l’azienda municipalizzata di trasporto pubblico di Roma, intervistato dal Corriere della Sera e dal Fatto quotidiano.
La stabilizzazione del debito negli ultimi 12 mesi, spiega al quotidiano di via Solferino, “purtroppo conta poco”, quando hai 1.350 milioni di debito sedimentato nel tempo, non hai risolto il problema quando non sale”.
Ormai, aggiunge, “l’effetto combinato dell’anzianità del parco mezzi e l’impossibilità di fare interventi di manutenzione, dato che non si trovano fornitori disposti a darci credito, fa sì che non si riesca a far fronte alle esigenze di normale funzionamento”.
Aggiunge Rota al Corriere:
“Il personale di linea continua a timbrare poco e male. Per questo insisto che bisogna iniziare a rispettare le regole, sono anni che non lo si fa. Si parla di turni massacranti e c’è gente che non arriva a tre ore effettive di guida, quando le fanno. Bisogna che si prenda coscienza anche di questi problemi. Non si timbra malgrado le regole dicano altrimenti, e si prendono salari su orari di lavoro presunti. È intollerabile sia nei confronti di chi fa il proprio mestiere, sia di coloro che un lavoro non riescono ad averlo”.
Rota afferma che fa fatica anche a pagare gli stipendi: “Anche questo mese ce la facciamo ricorrendo a misure eccezionali e chiedendo un impegno straordinario al Comune di Roma, che però non è ripetibile all’infinito. Sono misure tampone”.
Altro tema, sottolinea, “non è ridurre il numero dei dipendenti”, anzi, “i dipendenti in un certo senso mancano, visti i tassi di assenteismo consolidati nel tempo”, così si fa anche “fatica a coprire i turni”.
Sempre al Corsera, Rota parla dell’atteggiamento dei sindacati:
“I sindacati rappresentativi li ho incontrati tutti. Per la verità qui si presentano come rappresentanti delle posizioni del sindacato gente che ha trecento iscritti su undicimila dipendenti. Gente che va in tivù a spiegare come funzionano i sistemi di sicurezza dei mezzi senza saperne nulla”.
L’azienda, sottolinea Rota al Fatto Quotidiano, “è in stato di dissesto conclamato”. “Oltretutto in queste condizioni ci sono anche chiari obblighi di legge: se non riesce a far fronte ai propri impegni, noi abbiamo l’obbligo di ufficializzare questa situazione”. “Bisogna ristrutturare il debito. La legge fornisce diversi strumenti”.
“Rimpiango tantissimo Milano e Atm”, conclude. “Mi manca il clima di verità in cui sono sempre avvenuti anche i confronti più aspri, per esempio con le forze sindacali. E mi manca la ‘squadra’ di colleghi”. “Qui a Roma, vincoli legislativi e la situazione aziendale rendono quasi impossibile rafforzare la squadra”.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
PER SCREDITARE UNA ONG SPAGNOLA SI VOLEVA FAR CREDERE CHE NAVE FOSSE IN LIBANO INVECE CHE A PRESTARE SOCCORSO DAVANTI ALLA LIBIA….LA DENUNCIA DI “MARINE TRAFFIC”: “HANNO HACKERATO IL SEGNALE CON UN’AZIONE DELIBERATA”
E’ una sorta di guerra 2.0, quella in corso nel Mediterraneo, dove la tecnologia e la propaganda diventano armi, con rotte della navi manipolate da mani ignote, in grado di fornire dati falsi ai sistemi di tracciamento marittimo.
Ieri sera il profilo tweeter “Defend Europe”, gestito dall’organizzazione di estrema destra, ha lanciato un post: “Che tipo di salvataggio può fare la Ong Open arms quando la loro nave è ad un appena un miglio dalle coste libanesi?”.
Al tweet è allegata la schermata di Marine Traffic, sito di monitoraggio delle rotte marittime, che mostra la nave della Ong spagnola vicina al Libano
E’ la prova di un comportamento opaco?
In realtà qualcuno, al momento ignoto, aveva poche ore prima manipolato il sistema Ais, che riceve i segnali dai trasponder delle navi.
La Open Arms era in realtà regolarmente in navigazione nella zona di soccorso tra la Libia e la Sicilia.
A scoprire l’hackeraggio è stata la stessa Marine Traffic: “L’unica spiegazione plausibile — spiega Alex Charvalias, esperto di Data intelligence di Marine Traffic, interpellato da Famiglia Cristiana — è uno spoofing (clonazione, ndr) del segnale, che ha utilizzato lo stesso MMSI (ovvero il numero univoco della nave, ndr)”.
Insomma un’azione deliberata, non un errore del sistema.
L’ennesimo attacco criminale della propaganda razzista per cercare di screditare una Ong.
(da “Famiglia Cristiana”)
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Luglio 27th, 2017 Riccardo Fucile
NON SOLO: HA INCASSATO 140.000 DOLLARI DEI FANS XENOFOBI DA UNA PARTE E 10.000 EURO A TESTA DA 20 CINGALESI “CLANDESTINI” DALL’ALTRO
Sì, avete capito bene: la nave anti-migranti “illegali” ha favorito l’ingresso di migranti illegali.
C-Star, ovvero la nave anti-ONG che doveva bloccare i migranti che arrivano in Europa su impulso di Generazione Identitaria nei giorni scorsi era già stata bloccata a Suez.
Poi, quando è arrivata a Cipro il comandante e il proprietario della nave sono stati arrestati perchè alcuni membri dell’equipaggio, di origine tamil, hanno confessato di aver pagato migliaia di dollari per essere portati in Europa e hanno avanzato richiesta di asilo.
Il comandante e il proprietario della nave sono stati arrestati per traffico di esseri umani. Ma non può certo sfuggire l’ironia della sorte: la nave anti-migranti “illegali” stava trasportando migranti illegali.
L’imbarcazione inoltre dovrebbe essere in rotta per Catania, dove quelli di Generazione Identitaria la aspettano da una decina di giorni. Eppure Cipro è dalla parte opposta del Mediterraneo.
Forse la tappa nella parte turca di Cipro è stata voluta proprio per sbarcare l’equipaggio senza dare nell’occhio.
La versione di Generazione Identitaria e Defend Europe fa acqua da tutte le parti
“A bordo, secondo la compagnia, vi erano 20 apprendisti marinai. I suddetti hanno pagato per fare miglia su quella nave al fine di conseguire il loro diploma. Questi marinai dovevano inizialmente sbarcare in Egitto, ma non è stato possibile. Dunque hanno approfittato del fatto che la nave passasse a Cipro per lasciare la barca definitivamente e tornare a casa. Da cosa ci è stato riferito dall’aeroporto, gli apprendisti stavano per tornare nel proprio paese d’origine quando delle ONG gli hanno offerto di restare in Europa e di richiedere asilo a Cipro facendo loro promesse e donandogli soldi.”
In realtà l’equipaggio della C-Star che secondo Generazione Identitaria è costituito da marinai che stanno facendo un corso di formazione, è composto da cittadini dello Sri Lanka di origine Tamil e il Telegraph riporta che il comandante e il vice-comandante della C-Star sono stati arrestati con l’accusa di aver falsificato i documenti.
Quelli di Generazione Identitaria si sono smentiti da soli perchè pochi giorni fa avevano dichiarato che l’equipaggio della C-Star era composto da professionisti. «Al timone un ufficiale della Marina in congedo, Gianmarco Concas, autore di Ri-Generazione Identitaria,un libro-manifesto. Con lui un ufficiale austriaco, due agenti di sicurezza, un equipaggio professionista e gli attivisti di GI», scriveva all’epoca il Fatto.
La nave inoltre, lungi dall’essere trasparente ed “europea” batte bandiera della Mongolia e risulta registrata a Gibuti.
L’unica cosa certa è che i 140 mila euro raccolti sono serviti al momento solo a portare cinque richiedenti asilo alle porte dell’Europa.
Un grande successo, si tratta di appena 28 mila euro a rifugiato.
(da “NextQuotidiano”)
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