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FRATELLI D’ITALIA CONTRO SALVINI: “LA PIANTI DI ESSERE L’UOMO SOLO AL COMANDO”

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

MELONI: “OCCORRE MAGGIORE GIOCO DI SQUADRA, SIAMO UNA REALTA’ ETEROGENEA”… “IN EMILIA-ROMAGNA AVREMMO FATTO SCELTE DIVERSE, CI HANNO IMPOSTO LA BORGONZONI E CE NE SIAMO STATI. ORA IN PUGLIA E NELLE MARCHE SALVINI FACCIA ALTRETTANTO CON I NOMI CHE ABBIAMO INDICATO NOI”

Dopo la sconfitta in Emilia, Fratelli d’Italia vuole lo scalpo di Matteo Salvini. Non lo dice apertamente (d’altronde, la Lega è ancora il primo partito in Italia), ma l’insoddisfazione c’è, specie per i metodi: Salvini è stato troppo accentratore, ha fatto una campagna elettorale da protagonista, oscurando completamente Lucia Borgonzoni (che infatti ha preso meno voti della coalizione di centro-destra).
Tutti elementi che a FdI non piacciono: “Penso che non ci sia una volontà  specifica di Salvini di non collaborare, probabilmente è la sua modalità  di svolgere l’attività  politica che lo distoglie dal programmare momenti di partecipazione, di condivisione delle decisioni a livello di coalizione. Noi auspichiamo che ci sia maggiore condivisione, siamo repubblicani, non monarchici, preferiamo che ci sia sempre un confronto e si possano programmare dei percorsi insieme. Bisogna collaudarsi meglio. Nessuno vuole interpretare questa stagione nella logica dell’uomo solo al comando” ha detto Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fdi ai microfoni di Radio Cusano Campus.
E alla luce di queste considerazioni si guarda al futuro, più precisamente alla Puglia, dove a Fratelli d’Italia è stato promesso un candidato, Raffaele Fitto.
Giorgia Meloni, non dubita della parola di Salvini: “Se c’è una lezione che possiamo trarre (dalla sconfitta in Emilia Romagna, ndr) è che sicuramente può essere utile un maggiore gioco di squadra. Siamo una realtà  eterogenea, è bene farlo vedere. Dare l’impressione che ci sia un solo partito in campo non sviluppa al meglio la nostra grande potenzialità . Una maggiore condivisione aiuta sempre, la polarizzazione sul singolo offre molti alibi agli avversari.
Per la corsa in Emilia Romagna “noi avevamo fatto delle proposte diverse, ma poi abbiamo detto sì alla Borgonzoni, ci siamo assunti la responsabilità  di sostenerla, ci siamo battuti pancia a terra perchè vincesse. Non recriminiamo”, dice Meloni che sottolinea: “Come lo abbiamo fatto noi, siamo certi lo faranno anche gli altri alle prossime Regionali, in Puglia e nelle Marche dove abbiamo indicato Fitto e Acquaroli”.
Quanto alla possibilità  che la Lega ora rivendichi la Puglia per sè, “sono schermaglie locali. Io sono una donna di destra, per me la parola è sacra”

(da agenzie)

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L’AUTOGOL DI SALVINI: VUOLE DENUNCIARE LAMORGESE E CONTE PER SEQUESTRO DI PERSONA PERCHE’ AVREBBERO IMPIEGATO 4 GIORNI A CONCEDERE UN PORTO SICURO A OCEAN VIKING (NON E’ VERO)

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

NEANCHE SA CHE L’ULTIMO SALVATAGGIO OCEAN VIKING L’HA FATTO 36 ORE FA, ORMAI E’ FUSO… NEPPURE UNA MATRICOLA DI GIURISPRUDENZA POTREBBE SPARARE UNA CAZZATA DEL GENERE (FORSE UN FUORICORSO DA 12 ANNI SI’)

Matteo Salvini denuncia Giuseppe Conte e Luciana Lamorgese per sequestro di persona. Il leader della Lega ha contestato la decisione di far sbarcare 407 migranti tratti in salvo dalla Ocean Viking a Taranto.
Secondo il numero uno del Carroccio, la richiesta di sbarco era stata inoltrata sabato pomeriggio. L’autorizzazione è stata data quattro giorni dopo: «Siccome sono stato denunciato per sequestro di persona per aver fatto sbarcare dopo quattro giorni i migranti della Ocean Viking, allora la legge deve essere uguale per tutti. Nei prossimi giorni denuncerò il presidente del Consiglio Conte e il ministro dell’Interno per sequestro di persona».
Le due fattispecie sono completamente diverse.
1) Innanzittutto, i migranti bloccati da Matteo Salvini erano stati salvati da una nave militare italiana, la nave Gregoretti della Marina militare. Secondo i decreti sicurezza, ideati e fatti approvare dallo stesso Matteo Salvini, non si può in alcun modo ostacolare l’ingresso in porto di una nave militare italiana che ha operato soccorsi in mare.
2) La decisione relativa alla Ocean Viking, come quella delle altre ong che in questi ultimi mesi hanno messo in salvo i migranti, è stata presa dalla cabina di comando del ministero dell’Interno in seguito al rapido accertamento — come è prassi — dell’immediata ridistribuzione dei 407 a bordo in altri Paesi europei.
3) A differenza di Salvini il ministro Lamorgese non ha mai detto “i migranti qua non sbarcheranno mai”, ma si è tenuta in costante contatto con Medici senza Frontiere per concordare il porto sicuro
4) Ocean Viking ha compiuto 5 salvataggi in 72 ore, l’ultimo nella notte tra domenica e lunedi (come riportato dai media). In 30 ore è stato assegnato il porto di Taranto dopo aver attivato le misure di accoglienza nella città  pugliese. Quindi è una balla che siano stati “sequestrati” per 4 giorni (tra l’altro una donna che aveva problematiche mediche è stata portata in elicottero a Malta).
5) Salvini con questa bufala ammette di essere un sequestratore di persone quando accusa per un reato peraltro inesistente gli altri che “sarebbero come lui”
Un consiglio: la prossima volta legga almeno i giornali, così eviterebbe di fare figure di merda.

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BONACCINI HA VINTO SPENDENDO SUI SOCIAL MENO DELLA BORGONZONI

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

70.000 EURO PER LA LEGHISTA, 51.000 PER IL GOVERNATORE RICONFERMATO

Mentre ieri abbiamo ammirato l’evoluzione del pensiero di Luca Morisi prima e dopo i risultati in Emilia-Romagna, oggi c’è chi fa i conti in tasca alle strutture social dei due candidati alle elezioni in Emilia-Romagna e scopre che Bonaccini ha vinto spendendo meno della Borgonzoni. R
acconta oggi Virginia Della Sala sul Fatto che la candidata della Lega ha speso 70mila euro, quello del centrosinistra 51mila.
“Non avendo particolari ambassador o testimonial che rilancino la sua azione sui social — è l’analisi di You Trend — il governatore uscente punta tutto sul tema del buon governo e della buona gestione, muovendosi preferibilmente all’interno del perimetro istituzionale e distanziandosi dalla vita politica classica”.
La sua strategia, spiega l’analisi, è focalizzata sull’ideale del buon governo “tuttavia, i post con maggior coinvolgimento sono quelli in cui Bonaccini risponde o attacca gli avversari”.
Basta guardare i numeri sui video: quelli che contengono le minacce del vicesindaco leghista di Ferrara o in cui la Lega ammette che privatizzare la sanità  non è un tabù hanno il maggior numero di visualizzazioni, fino a 600mila.
Durante la campagna elettorale, la base di fan dei due candidati è cresciuta: 100mila in più per la Borgonzoni, circa 20mila per Bonaccini su Facebook.
Conta tuttavia l’engagement dei post, il tasso di interazione degli utenti con i contenuti (per lo più attraverso “mi piace”, commenti e condivisioni) che praticamente ne misura l’efficacia: il dato assoluto, che dipende anche dall’ampiezza della base di fan, premia la candidata leghista. Se però si considera il tasso di interazione medio, Bonaccini nell’ultima settimana ha superato la Borgonzoni di mezzo punto percentuale. Come dire: comunicare funziona, ma solo se qualcuno ti ascolta.

(da agenzie)

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SALVINI AL CITOFONO, IL RAGAZZO ACCUSATO GLI FA CAUSA PER VIOLAZIONE DELLA PRIVACY, DELLA DIGNITA’ E DELLA VITA PRIVATA

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

LA STRADA E’ QUELLA DELLA CAUSA CIVILE

«Stiamo agendo in tutte le sedi competenti perchè riteniamo che il nostro assistito abbia subito una grave violazione della sua privacy, della reputazione, della dignità  e della vita privata».
Cathy La Torre, l’avvocato che difenderà  il ragazzo di 17 anni del Pilastro di Bologna, spiega così la decisione di passare alla vie legali dopo il gesto avvenuto la settimana scorsa e che ha coinvolto il leader del Carroccio, Matteo Salvini.
Alla vigilia delle elezioni in Emilia Romagna e in Calabria, l’ex ministro dell’Interno, spinto da una residente del quartiere che gli ha indicato il luogo e il cognome sul campanello, aveva citofonato a una famiglia di origine tunisina, esordendo — dopo i vari convenevoli — con la frase divenuta ormai celebre: «Ma lei spaccia?».
«Non è nostra intenzione far passare chi non è vittima come vittima, perchè l’unica vittima in questa circostanza è un ragazzo ingiustamente accusato e ingiustamente molestato presso la propria abitazione», ha detto l’avvocato.
La Torre spiega poi che non è stata un’iniziativa presa nei confronti di Salvini in quanto personaggio pubblico e figura istituzionale, ma «agiremo come avremmo agito nei confronti di qualsiasi cittadino».
Al momento l’intenzione è quella di intentare una causa civile e non di presentare una denuncia penale. Per ora, inoltre, non risulta che sia stato aperto d’ufficio alcun fascicolo dagli inquirenti.

(da agenzie)

argomento: Giustizia | Commenta »

GIUSTIZIA E’ FATTA: ARCHIVIAZIONE PER IL COMANDANTE E IL CAPOMISSIONE DELLA MARE JONIO

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

MARRONE E CASARINI NON HANNO FAVORITO L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: “I CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ LI COMMETTE CHI FA MORIRE DONNE E BAMBINI IN MARE”

Ancora una richiesta di archiviazione in una indagine sull’operato delle Ong.
La procura di Agrigento ha chiesto l’archiviazione per il comandante e il capomissione della Mare Jonio Luca Casarini e Pietro Marrone che erano stati indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per lo sbarco di 50 migranti avvenuto a Lampedusa il 18 marzo scorso.
La nave però resta sotto fermo amministrativo disposto dalla prefettura di Agrigento sulla scorta del decreto sicurezza.
“Accogliamo questa notizia con soddisfazione ma ne eravamo sicuri: solo la logica perversa di qualche politicante ha trasformato il soccorso in mare in un possibile reato”, dicono Casarini e Marrone, indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per avere disatteso l’alt della motovedetta della Guardia di Finanza che notificava loro il divieto di ingresso in acque italiane firmato dall’allora ministro Matteo Salvini.
“Noi abbiamo sempre creduto invece che i crimini contro l’umanità  li commette chi fa morire in mare o nei lager libici donne uomini e bambini. Un giorno saranno anche i tribunali della storia ad affermarlo. Non abbiamo mai smesso di operare nei nostri ruoli di comandante e capo missione nelle operazioni di soccorso in mare con Mediterranea. Adesso attendiamo con fiducia che anche gli altri due comandanti e capi missione di Mediterranea ancora sotto indagini per aver fatto quello che abbiamo fatto noi, siano completamente prosciolti – dicono ancora i due – Non aspettiamo altro che poter tornare in mare, per fare quello che è giusto. Le nostre navi sono ancora sotto sequestro, e questa è una vergogna che deve finire”.

(da agenzie)

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FACEBOOK RIMUOVE IL VIDEO DEL CITOFONO DI SALVINI: “INCITA ALL’ODIO”

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

LA PIATTAFORMA HA ELIMINATO IL POST: “NON RISPETTA GLI STANDARD DELLA COMMUNITY”… LA LEGALE DEL RAGAZZO: “ORA SALVINI NE RISPONDERA’ IN TRIBUNALE”

Su Facebook il video in cui Matteo Salvini citofonava, su indicazione di alcune famiglie della zona, a una famiglia di origine tunisina nel quartiere Pilastro di Bologna, non c’è più. La piattaforma social ha rimosso le immagini, in seguito di alcune segnalazioni degli utenti, perchè il video “non rispetta gli standard della community in materia di incitamento all’odio”.
Il testo del messaggio, che Facebook invia a chi ha fatto la segnalazione, è stato postato sui social e il video, che era stato pubblicato dal leader della Lega il 21 gennaio, non è più visibile.
Nelle immagini si vedeva Salvini, accompagnato dalle telecamere e alcuni residenti, citofonare a un campanello e chiedere a chi aveva risposto se le persone residenti nell’appartamento spacciassero droga. In un secondo momento si è scoperto che il ragazzo protagonista dell’episodio è minorenne.
“Facebook ha rimosso dalla pagina di Matteo Salvini il video della vergogna: la diretta della sua citofonata a casa di Yassin. La segnalazione che ne richiedeva la rimozione per incitamento all’odio.”, si legge in un post su Facebook dell’avvocato Cathy La Torre, che si occupa della difesa del ragazzo del quartiere Pilastro a Bologna, aggiungendo la foto che mostra la rimozione da parte del social network.
“È la prima di una lunga serie di vittorie per cui ci batteremo fino allo stremo, ve lo prometto, su questa meschina pagina della nostra vita democratica”, scrive ancora nel post.
“Quella diretta – aggiunge la legale – ha devastato la vita di Yassin. Yassin, incensurato, 17enne italiano e giocatore di calcio, si è ritrovato in tutta Italia bollato come ‘lo spacciatore’. La rimozione del video non riparerà  tutto questo. E Matteo Salvini sarà  chiamato a rispondere delle sue responsabilità  per le vie previste dalla legge. Ma è un segnale comunque straordinario. Un ex ministro dell’Interno vede rimosso il video di una sua incursione nella vita di una famiglia, nella sua privacy, a seguito di una segnalazione per ‘incitamento all’odio’. È una vittoria. Ma è solo la prima”, conclude.
Il video ha causato qualche problema diplomatico con Tunisi dato che che il vicepresidente del Parlamento, Osama Sghaier, in un’intervista a Radio Capital, lo aveva definito “un atteggiamento razzista e vergognoso che mina i rapporti tra Italia e Tunisia”.

(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

FELTRI NON L’HA PRESA BENE E SFODERA LA SUA CLASSE: “IL COMUNISMO E’ UNA MALATTIA MENTALE E L’EMILIA ROMAGNA E’ UN VIVAIO DI RICICLATI”

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

I SOVRANISTI PENSANO DI ANALIZZARE UNA SCONFITTA INSULTANDO GLI ELETTORI

C’è chi perde e mantiene un aplomb di classe. Poi c’è chi, come Vittorio Feltri, che dopo aver caricato di aspettative il voto regionale in Emilia-Romagna, invece di ammettere la sconfitta e concedere ai ‘rivali’ l’onore delle armi, parte all’attacco con insulti vari.
Il direttore di Libero lo ha fatto due giorni dopo i risultati che hanno visto il successo di Stefano Bonaccini — e della coalizione di Centrosinistra — a Bologna e dintorni. Per non farsi mancare nulla, usa parole come: «Comunismo malattia mentale». E non finisce qui, come direbbe il compianto Corrado Mantoni.
Un editoriale al veleno, quello scritto da Vittorio feltri e pubblicato su Libero del 28 gennaio 2020, che parte da una verità , per poi travalicare i classici confini del buonsenso e andare al contrattacco usando il classico gergo di chi non accetta la sconfitta: «Una impresa storica o una semplice conferma che l’Emilia Romagna è un vivaio di riciclati, passati disinvoltamente da Stalin a Occhetto, e da questi, strada facendo, sono arrivati, in una decrescita qualitativa, a Zingaretti?».
Doveva essere il chiavistello per aprire le porte del governo, l’Emilia-Romagna, ma ora che la Lega ha perso (così come il centrodestra) ecco che iniziano gli insulti.
Il tutto prosegue con queste parole: «Il comunismo a mio modesto avviso non è una fede politica, bensì una grave malattia mentale da cui si può migliorare, non guarire. […] . Figuriamoci se un popolo che si fece ammaliare dal marxismo sia disposto a salire in massa sul Carroccio fondato da Bossi e rifondato da Salvini».
Insomma, argomenti pregni di significato, come l’utilizzo di quel «Comunismo malattia mentale» su cui Vittorio Feltri ha voluto mettere il proprio timbro.
Il popolo, però, quello che i sovranisti vogliono continuamente chiamare alle urne quando sono all’opposizione, si è espresso.
Volente o nolente, dunque, il loro volere deve essere rispettato. E non a giorni alterni.

(da “NextQuotidiano“)

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IN CALABRIA IL M5S HA PRESO MENO VOTI DI QUANTI PERCEPISCONO IL REDDITO DI CITTADINANZA

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

48.784 I VOTI E 62.383 I BENEFICIATI DEL REDDITO

In Calabria il MoVimento 5 Stelle ha raccolto 48.784 voti (59.796 voti se si considera anche la lista civica) a fronte di 62.383 domande accolte nella regione per il Reddito di Cittadinanza. Un bell’esempio di ingratitudine che fotografa, più di Vito Crimi che dimentica il significato delle 5 Stelle, la tragedia attuale del M5S.
Francesco Creazzo sulla Stampa traccia un ritratto del tracollo grillino in Calabria, che in alcune zone è andato oltre i 40 punti: a Crotone, nel 2018, il M5S aveva raccolto il 55% delle preferenze, domenica solo il 13.
Non è andata meglio a Reggio Calabria dove dal boom di due primavere fa — oltre il 35% dei consensi — si è passati al 4,5%.
E a gettare sale sulla ferità  c’è il fatto che   è un totale di 173.977 persone — minorenni inclusi — il numero di persone che beneficiano della card istituita dal governo gialloverde.
C’è da ricordare che   il MoVimento 5 Stelle alle amministrative non è mai decollato — alle elezioni regionali del 2014 non arrivò al 5% — ma aveva illuso di poter dire la sua dopo anni buoni risultati a livello nazionale. Invece mentre il 43,3% degli elettori che avevano scelto i grillini alla fine non ha votato, il 21,5% se ne è andato a destra e il 10% se ne è andato a sinistra secondo le analisi sui flussi di voti.
L’esatto contrario di quanto accaduto in Emilia-Romagna, dove i voti grillini locali sono andati per due terzi a Stefano Bonaccini, contribuendo a portare a casa la vittoria che sembrava persa. In Calabria persino Nicola Morra non ha votato M5S, come ha ammesso lui stesso oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera:
«Me la deve proprio fare questa domanda?».
Be’,presidente Nicola Morra, lei era contrario alla presentazione della vostra lista in Calabria e poi ha espresso molte critiche. Quindi le chiedo se ha votato per il M5S e per il candidato Aiello.
«No, non l’ho fatto. Sono il presidente della commissione parlamentare Antimafia. E non potevo votare una lista con anche una semplice ambiguità . E per questo mi è stato impedito, di fatto, di votarla»
Posso chiederle a questo punto per chi ha votato?
«È semplice. Per nessuno».
Scusi, chi avrebbe dovuto controllarle a monte, le singole ambiguità ?
«Coloro che hanno assunto il ruolo di responsabili regionali per la formazione delle liste».
Alle Europee dello scorso anno, quando il Reddito e la pensione di cittadinanza avevano iniziato a fluire sulle card, i calabresi avevano già  mostrato un raffreddamento nel loro entusiasmo verso il Movimento. Le urne avevano consegnato ai grillini un più che dignitoso 26,7%. Ancora primi, ma niente maggioranze schiaccianti e, soprattutto, quel 22,6% di preferenze assegnate alla Lega fino ad allora quasi inesistente in Calabria.
Il Messaggero oggi in un articolo di Andrea Bassi spiega quale potrebbe essere stato il problema:
La media erogata per nucleo familiare è stata di 495 euro, con delle differenze ovviamente, tra Reddito e pensione di cittadinanza. Il primo sussidio ha raggiunto 519 euro medi, il secondo aiuto 238 euro. La provincia che ha avuto l’assegno medio più basso di tutte, è stata Vibo Valentia (494 euro). Gli abitanti che hanno ricevuto in media l’assegno più alto sono stati quelli di Catanzaro (526 euro). Dati paragonabili a quelli nazionali, diffusi solo qualche giornofa dall’Inps.
Dati che potrebbero giustificare qualche delusione dell’elettorato grillino. Il sussidio ha imbarcato un milione di famiglie, per un totale di 2,4 milioni di persone coinvolte, che non sono poche ma che sono comunque di meno rispetto alle previsioni iniziali sulla platea dei beneficiari, visto che l’Ufficio parlamentare di bilancio aveva stimato un bacino di 1.177.000 famiglie mentre l’Istat addirittura di 1,3 milioni di nuclei, dall’altro gli importi erogati su base mensile sono molto distanti da quelli promessi dai grillini, pari in media a 493,42 euro anzichè a 780. La promessa costitutiva del Movimento Cinque Stelle è stata sì mantenuta, ma non interamente.
Insomma, l’appetito vien mangiando e qui c’era ancora troppo poco in tavola.

(da “NextQuotidiano“)

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DALLA VASCA ALLA DOCCIA FREDDA: NON ELETTO IL LEGHISTA DEL GRUPPO “REVENGE PORN”

Gennaio 28th, 2020 Riccardo Fucile

ALFIO BAFFA POTRA’ TRANQUILLAMENTE CONTINUARE A FUMARE IL SIGARO E SORSEGGIARE IL RUM IN VASCA

Aveva fatto discutere il suo video in vasca da bagno, con tanto di sigaro in bocca e di bicchiere di rum (nonostante la ‘caduta di stile’ della plastica al posto del vetro). Alfio Baffa, il leghista che aveva mandato un saluto al gruppo WhatsApp ‘Revenge Porn’, non ha superato lo scoglio delle elezioni regionali in Calabria, non riuscendo nell’impresa dell’elezione.
La domanda è: quanto ha pesato (in termini di consensi) il video diventato virale a livello nazionale?
Alfio Baffa non rientra tra i candidati eletti in consiglio regionale. La Lega, seconda forza della coalizione di centrodestra dopo Forza Italia, è riuscita a strappare soltanto 5 consiglieri. Nulla da fare per il giovane di Corigliano Calabro, che puntava all’elezione nella circoscrizione Nord e che ha ottenuto soltanto 510 preferenze.
Avrebbe avuto bisogno di un consenso molto più ampio, se si considera che i suoi colleghi della Lega che sono stati eletti in consiglio regionale hanno ottenuto risultati a quattro cifre.
E non sono bastate neanche le fotografie e i video con Matteo Salvini, negli ultimi giorni della campagna elettorale. Alfio Baffa era stato già  ‘assolto’ dal leader leghista, che aveva affermato che nel suo video non ci fosse nulla di sbagliato e che non sarebbe andato di certo a sindacare sui gusti sessuali delle persone. Come se il revenge porn potesse essere derubricato a ‘gusto sessuale’.
Secondo il sito LaC News 24, la compagine leghista nel consiglio regionale della Calabria potrebbe essere formata da Pietro Molinaro, Gaetano Salvatore, Filippo Mancuso, Tilde Minasi e Luigi Novello che risultano tra i più votati del Carroccio.
Ma per Alfio Baffa non c’è stato nulla da fare. Il suo quarto d’ora di celebrità  si è concluso nel momento esatto in cui l’elettore medio ha swippato sulla Instagram Stories successiva a quella del suo video in vasca da bagno.

(da agenzie)

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