Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
LA SOFFERENZA TRA SOLITUDINE, RABBIA E DISCRIMINAZIONI
«Sono stata tra le prime a contrarre il Coronavirus. Era il 23 febbraio. Tre giorni in ospedale, poi a casa con tampone negativo. Da quel momento è cominciato il mio incubo. La mia vita non è più quella di prima, continuo ad avere diversi sintomi». A parlare a Open è Morena Colombi, che ha anche aperto un gruppo Facebook per aiutare tutti quelli che si trovano nella sua stessa condizione. Negativizzati al virus ma ancora sofferenti. I sintomi sono sempre gli stessi: stanchezza cronica, dolori articolari, dolori alla testa, vuoti di memoria, dislessia, tosse e affanno. Questa sindrome si chiama “post Covid” o “long Covid” e ancora in Italia se ne parla pochissimo.
Il dolore e la rabbia
«I dolori non sono quelli comuni. Ti compromettono il respiro, la mattina tremo per mezz’ora. Non riesco più a bere nemmeno il caffè. Non riesco più a fare la spesa, dopo dieci minuti ho l’affanno. Il Covid ha stravolto la mia vita sia a livello morale che fisico. E io, per assurdo, sono anche fortunata: lavoro in un laboratorio dove si sviluppa il colore dei cosmetici e, quindi, non mi affatico particolarmente. Ma c’è anche chi non riesce a tornare a lavoro a causa dei dolori e della stanchezza», ci confida
Il gruppo
«Ci danno persino dei malati immaginari. Nessuno ci controlla, nessun controllo post Covid, ci hanno proprio dimenticati». Da qui l’idea di aprire un gruppo Facebook: «Pensavo di essere solo io, unica al mondo, ad avere questi problemi. Pensavo di essere diventata ipocondriaca e, invece, ho scoperto che siamo in tantissimi ad essere negativi al Coronavirus ma non del tutto guariti». E, infatti, sono quasi 5.000 i membri del gruppo Facebook «Noi che il Covid lo abbiamo sconfitto». Tutti con gli stessi problemi, con le stessa paura, con le stesse preoccupazioni
Le discriminazioni
E c’è persino chi li discrimina. Dal collega che, quando la incrocia nel corridoio, «aspetta che passi» al vicino di casa che, quando era ancora positiva, si barricava in casa, chiudendo porte e finestre, quando la vedeva affacciarsi al balcone. «Molti si allontanano, hanno paura. Posso capirli ma fino a un certo punto. Oggettivamente sono più pericolosi loro che non l’hanno ancora avuto che io». E c’è anche chi non ha potuto rinnovare la patente: «A uno dei nostri iscritti hanno detto che non può rinnovare la patente, che deve sottoporsi ad alcuni esami prima del rinnovo perchè ha ammesso di avere disturbi post Covid»
Il “post Covid”
Dei sintomi “post Covid” si sono occupati i ricercatori francesi del Tours University Hospital che, seguendo 150 pazienti non critici da marzo a giugno, hanno scoperto che due terzi di loro hanno riportato sintomi fino a 60 giorni dopo essersi ammalati e più di un terzo anche dopo. La ricerca, pubblicata sulla rivista Clinical Microbiology and Infection, ha preso in esame solo casi di malattia lieve o moderata.
(da Open)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
FORTE AUMENTO TRA GLI OVER 65… LIVERPOOL OSSERVATA SPECIALE
Un quadro ospedaliero peggiore di quello di marzo.
In Inghilterra, al momento, ci sono più persone ricoverate in ospedale per Covid-19 di quante ce ne fossero prima dell’entrata in vigore del lockdown a fine marzo.
Lo ha reso noto Stephen Powis, direttore del National Health Service (Nhs), il servizio sanitario nazionale. Secondo quanto riporta la Bbc, si è registrato un forte aumento dei ricoveri tra gli over 65, e in particolare tra gli over-85.
Attualmente il Regno Unito ha il bilancio delle vittime peggiore d’Europa: sono oltre 42mila le morti da Covid-19 registrate. Solo ieri, 11 ottobre, quasi 13 mila persone sono risultate positive. La situazione sta preoccupando anche la autorità del governo, tanto che oggi è atteso l’annuncio di un piano, che sarà presentato dal primo ministro Boris Johnson, relativo a un nuovo sistema di lockdown con tre livelli di allerta, “medio”, “alto” e “molto alto”
I timori dei sindaci nel nord Inghilterra
Tra le situazioni più delicate c’è quella di Liverpool, che dopo i numeri della scorsa settimana — ha registrato 600 casi di Covid ogni 100.000 persone — sarà l’unica città classificata nella categoria più a rischio, con la conseguenza che i suoi pub e ristoranti dovrebbero chiudere. Intanto i sindaci del nord dell’Inghilterra fanno i conti già da diverse settimane con ulteriori strette causate dall’aumento dei contagi. Gli enti locali temono che le chiusure forzate provocheranno dei danni a lungo termine alle loro economie. Tuttavia, dicono dal governo, è un rischio che bisognerà correre: «Questo è un momento critico — spiegano — ed è assolutamente vitale che tutti seguano la chiara guida stabilita per aiutare a contenere il virus».
(da agenzie)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
3,4 MILIARDI MESSI A DISPOSIZIONE, MA I LAVORI NELLE REGIONI DEVONO ANCORA INIZIARE
Posti letto e tamponi: sono questi i fronti su cui l’Italia rischia di non arrivare pronta nella gestione della “seconda ondata” di contagi da Covid-19 il prossimo autunno.
La colpa è dei ritardi che ci hanno fatto perdere tempo utile per organizzare al meglio la reazione a una nuova possibile fase critica della pandemia.
Dei circa 3,4 miliardi di euro messi a disposizione dal governo dall’inizio della pandemia, solo un terzo è stato speso e solo la metà dei posti in terapia intensiva previsti dal governo è stata realizzata, come riporta un articolo firmato da Alessio Barbera su La Stampa.
Come sono stati spesi questi fondi? In gran parte sono stati destinati all’acquisto di mascherine, camici attrezzature, ma sul potenziamento delle strutture sanitarie l’Italia è ancora indietro.
I posti in terapia intensiva
Al potenziamento ospedaliero dovevano essere destinati gli 1,9 miliardi appositamente stanziati nel decreto Rilancio del 19 maggio, ma solo di recente le Regioni hanno iniziato a presentare i piani per spendere 734 milioni di euro.
Nei mesi dell’emergenza più dura i posti letto in terapia intensiva erano saliti nel giro di una manciata di settimane da 5mila a oltre 7mila, ma l’obiettivo del governo è arrivare a 10mila e 500 letti in terapia intensiva, che se necessario saliranno a 13mila grazie ai 2mila in sub-intensiva trasformabili.
Secondo il rapporto consegnato dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri a Palazzo Chigi il 9 ottobre, i posti in terapia intensiva attualmente sono 6.458 (un quarto dei posti in più rispetto all’inizio dell’anno, la metà di quelli che punta a raggiungere il governo).
“Abbiamo avviato un piano di rafforzamento delle reti ospedaliere Covid che porteranno altri 3.500 posti stabili in terapia intensiva e altri 4.200 in sub-intensiva”, ha detto Arcuri pochi giorni fa.
Ma per raggiungere questi numeri bisognerà aspettare i 1.044 cantieri in 457 ospedali e 176 aziende sanitarie, che non sono ancora partiti.
I lavori inizieranno alla fine di ottobre, ma il timore è che — dato l’aumento dei ricoveri registrato negli ultimi giorni — non si finisca in tempo utile a evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere.
La situazione, inoltre, sarà diversa regione per regione. Dieci di queste (Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Sardegna e Toscana) sfrutteranno le procedure veloci messe in pista dalla struttura commissariale, che guiderà le operazioni. Delle altre, Abruzzo, Campania, Friuli, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta avranno una “delega piena“, mentre Emilia Romagna, Liguria, Bolzano, Trento e il Veneto saranno affiancate dalla struttura commissariale.
I tamponi
Differenziata per Regioni è anche la situazione tamponi. In alcune i medici di famiglia possono disporre dei test, mentre in altre devono ottenere l’autorizzazione alla Asl prima di farli. A rendere evidente che quanto fatto non basta sono le file ai drive-in per i tamponi, le cui immagini abbiamo visto nei giorni scorsi al telegiornale.
Intanto, solo sabato scorso si è chiusa la gara per i 5 milioni di test antigenici rapidi da fornire ai medici di base. “Ci servirà qualche giorno per valutare le offerte ma entro una settimana, dieci giorni li acquisiremo — ha detto Arcuri — Molto velocemente metteremo in campo questi strumenti e lo faremo non solo per porti e aeroporti ma ci sarà anche un certo numero a disposizione dei medici di medicina generale”. I test dunque, ha concluso, “arriveranno ai medici di base e sarà ancora più importante il lavoro che già stanno facendo”.
(da TPI)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
UN PO’ DI CERVELLO MAI
Un focolaio di Coronavirus è scoppiato nelle ultime ore a Somma Vesuviana: sarebbero 36 i nuovi casi di coronavirus registrati nella cittadina in provincia di Napoli.
Molte di queste persone contagiate avrebbero partecipato a una festa di compleanno molto numerosa, come fa sapere il sindaco di Somma Vesuviana Salvatore di Sarno.
“A breve – spiega Di Sarno – convocherò un tavolo tecnico con l’Asl per valutare misure molto stringenti. Siamo a rischio chiusura, un rischio che voglio scongiurare perchè ne risentirebbe l’economia del territorio”.
A Somma Vesuviana la situazione è pericolosa: sono 89 le persone attualmente positive (122 i casi totali dall’inizio dell’epidemia) e 170 le persone in isolamento domiciliare.
“In mattinata – aggiunge Di Sarno – convocherò tutti i dirigenti scolastici per un incrocio di dati e fare una mappatura della situazione reale anche nell’ambito scolastico”.
(da agenzie)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
VIGILE AGGREDITO DOPO CHE PER DUE VOLTE AVEVA INVITATO LA DONNA A INDOSSARE LA PROTEZIONE
Un agente della Polizia Locale di Santa Margherita Ligure è stato aggredito da una turista lombarda, dopo che per due volte è stato intimato, a lei e all’uomo che era con lei, di indossare la mascherina.
E’ successo sabato. Due agenti della Polizia Locale hanno fermato per ben due volte una coppia di turisti residenti in Lombardia che passeggiavano senza mascherina.
La prima volta, gli agenti, hanno invitato i due a dotarsi di mascherina. Riscontrando che anche al secondo controllo i turisti mostravano di non volersela mettere gli agenti hanno fatto loro la multa da 400 euro ciascuno.
A quel punto la donna ha reagito colpendo al volto uno dei due agenti ferendolo a un occhio. Per i due trasgressori è prevista anche una denuncia per rifiuto di declinazione delle generalità a pubblico ufficiale e per lesioni.
(da agenzie)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
STORIA DI ORDINARIO RAZZISMO
Oggi sono polemica.
Ed ho ragione
Sono schifata e partecipe di un episodio di puro razzismo e bullismo nei confronti delle famiglie di Pakistani che abitano a Pellestrina.
Quattro giorni fa mi telefonano al lavoro…
Voci dicono che qua…
Voci dicono che là …
Voci dicono che l’ambulanza ha portato via un signore e un neonato Pakistani perchè positivi al covid…
Voci dicono che certe mamme al bar durante la colazione abbiano fatto girare queste voci anche ai ragazzini delle medie…
Voci dicono che queste mamme fossero imbestialite perchè “quelli là stanno sempre tutti insieme e saranno tutti positivi e mica ce lo dicono, dobbiamo sapere, andiamo dai Carabinieri”…
Le voci rimbalzano veloci e arrivano anche in classe di mio figlio e la ragazzina pakistana sua compagna di classe viene isolata e bullizzata dalle figlie e figli che hanno messo in giro queste voci…
Allora mi sono rifiutata di ascoltare altre voci ed ho scritto direttamente al papà della ragazzina pakistana in classe con mio figlio, gli ho raccontato tutto e lui ha cercato di risolvere il fattaccio con un messaggio scritto nel gruppo WhatsApp dei genitori.
Copio e incollo:
“Buongiorno a tutti…volevo comunicare che nella mia famiglia, io, mia moglie e i miei figli, fortunatamente NESSUNO è ammalato
Mi dispiace che ci sia qualcuno che fa di tutta l’erba un fascio.
Ripeto…NESSUNO della MIA famiglia a nulla.
Aggiungo che, come è giusto che sia nel caso dovesse un giorno succedere che anche solo uno dei miei famigliari si ammali, sarò io personalmente a comunicare e a seguire le giuste procedure…come tutti spero.”
Non manca niente a questo messaggio (solo un’H ma la maggior parte dei lettori non se ne sarà nemmeno accorta!) e in poche righe ha descritto la situazione e insegnato una lezione!
Ma dopo 4gg c’è ancora qualcuno qui in isola che parla dei Pakistani che ci infettano con il Covid19, al supermercato, in coda dal medico…
E dire che questo periodo di crisi avrebbe dovuto renderci tutti migliori… Invece è emerso il peggio delle persone.
Quelle persone che non hanno ancora capito che il Covid non fa distinzione di razze, religioni, frontiere, dialetti, colore della pelle e che invece ci infetta tutti allo stesso modo indistintamente.
Tutti abbiamo gli stessi diritti.
Tutti abbiamo gli stessi doveri.
In presenza di virus Covid19 ci sono delle procedure da seguire e i medici devono farle applicare, non servono sceriffi e sceriffe!
A fine febbraio, a inizio pandemia, è successo un fatto analogo ad una famiglia autoctona, voci che viaggiavano alla velocità della luce, ragazzina esclusa e isolata, mamma che ha dovuto scrivere un messaggio sul gruppo WhatsApp dei genitori della classe per tranquillizzare tutti, ha dovuto rendere pubblici i fatti personali della propria famiglia per calmare gli animi di genitori e figli/e
La procedura non lo richiede ma ha dovuto farlo per riqualificare la figura di sua figlia, da “contagiosa” a “sana” quindi frequentabile.
La sola differenza tra una vicenda e l’altra è la tempistica, una è successa a inizio pandemia, quando ancora era tutto ignoto e impreciso e forse la paura era legittimata (la maleducazione e la mancanza di rispetto no però!).
L’altra è successa 4gg fa, quasi 8 mesi dopo, quando abbiamo acquisito un’ottima conoscenza del virus e nonostante i decreti (e il buonsenso) impongano la mascherina, qui a Pellestrina si è menefreghisti e si gira senza!
Incuranti del dovere di proteggere e del diritto di essere protetti…
Però se “il Pakistano” viene portato via in ambulanza si crede di aver il diritto di andare dai Carabinieri!!!
I nostri figli hanno trascorso tutta l’estate senza mascherina e senza mantenere le distanze di sicurezza e nessuno era preoccupato, ora si?
Escono da scuola, tolgono la mascherina, salgono su bus affollati e non vi lamentate ma al minimo dubbio di contagi su una ragazzina non Pellestrinotta si va dai Carabinieri…
Chiedo a entrambi i casi: Posso fare un post e pubblicarlo su Facebook?
Risposta dell’autoctona: Certo che puoi! Non è bello fare sentenze senza sapere…. Grazie per avere chiesto il mio parere.
Risposta del non autoctono: mi vergogno…
Lui si vergogna?!?!?!
Sono altre le persone che dovrebbero vergognarsi!
Mi dice: Ognuno è libero di pensare come vuole, noi NON POSSIAMO cambiarli… se sono così rimangono così.
Non sono d’accordo, solo cambiando si sopravvive e si vive meglio, ci dobbiamo evolvere, mutare e si deve capire che “Solo gli stupidi e i morti non cambiano mai le loro opinioni“ (J. Russell Lowell)
Dobbiamo aprire il cuore, la mente, le braccia (e i porti)!!!
Io posso solo scrivere e accusare queste ingiustizie.
Loro devono essere forti, gentilmente forti.
Il papà mi dice che capisce questa reazione, che in questo periodo ognuno pensa solo a PROTEGGERE la propria famiglia… Che comunque rispetta e accetta i diritti di tutti e che se si dovesse ammalare qualcuno della sua famiglia avvisa più presto possibile, anche perchè (scrive) “tutti i bimbi sono come miei bimbi”..
Lui capisce, rispetta e accetta e considera tutti i bambini come fossero suoi…
Lui.
Noi?
Isabella
(da Fb)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
LA LIGURIA E’ LA REGIONE CHE STA PEGGIO IN ITALIA, MA NESSUNO NE PARLA… ALTRO CHE LE CAZZATE DEL “MODELLO GENOVA” , QUESTO E’ IL MODELLO TOTI CON LA LEGA ALL’ASSESSORATO ALLA SANITA’
Il «virus in Liguria è fuori controllo» scrive su Facebook Ferruccio Sansa, ex candidato alla presidenza della Liguria alle ultime Regionali il giorno dopo il racconto delle «esperienze dirette» sul Coronavirus, dal quale già emergeva chiaro quanto fosse pieno di falle il sistema di tracciamento nei contatti dei contagiati.
In un nuovo post, il giornalista torna a richiamare l’attenzione sul fenomeno portando numeri alla mano che dimostrano quanto la gestione dell’emergenza sia in una situazione particolarmente critica: «Così si abbandona la gente alla seconda ondata. Non è polemica. È un allarme, prima che sia tardi».
Il consigliere regionale denuncia che nella giornata di ieri «il 23,4% dei liguri testati per la prima volta con tampone è risultato positivo. Uno su quattro. È la peggior Regione d’Italia. La seconda nella terribile classifica ha la metà dei contagi (Friuli con 12,1%). Ma ci sono Regioni con un quindicesimo dei contagi della Liguria (1,4%)».
«I ricoverati con sintomi ieri erano 238, mentre in Lombardia sono 433 (con una popolazione però di quasi 10 milioni di persone contro 1,5 milioni). In terapia intensiva ci sono 26 persone contro le 48 della Lombardia. — aggiunge — Dal 25 settembre all’8 ottobre i casi di covid in Liguria sono stati 1.603 (1,5 milioni di abitanti), in Emilia Romagna 1.928 (però con 4,4 milioni di abitanti)».
Per Sansa davanti a questi numeri è difficile dire che «la Liguria sta affrontando bene il Covid. E, nonostante questo, tracciamento e Immuni sono spesso fantascienza».
(da agenzie)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
IL VIDEO RAZZISTA CONTRO GLI IMMIGRATI… COME AL SOLITO LA PROCURA DI CATANIA AVEVA CHIESTO L’ARCHIVIAZIONE, IL GIP HA DECISO DIVERSAMENTE…. RIPETIAMO: IL MINISTRO BONAFEDE COSA ASPETTA A MANDARE UNA ISPEZIONE ALLA PROCURA DI CATANIA?
Imputazione coatta per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di istigazione razziale, etnica e religiosi a carico di due esponenti della Lega: il senatore Stefano Candiani e l’assessore comunale Fabio Cantarella.
Lo ha disposto il gip di Catania, Giuseppina Montuori, dopo che la procura come al solito aveva chiesto l’archiviazione, perchè “il fatto non sussiste o comunque non costituisce reato”.
L’associazione antimafia Rita Atria, con l’avvocato Goffredo D’Antona, si era opposta dopo avere denunciato la pubblicazione su Facebook di un video in cui i due descrivevano il rione San Berillo come la “patria dell’illegalità “, un “quartiere in mano agli immigrati clandestini” dove “regnano spaccio, contraffazione e prostituzione”.
La procura ha anche stralciato la posizione di 14 indagati per lo stesso reato tra coloro che hanno commentato da diverse città italiane il video con frasi riferiti ai migranti come “metterli nei forni compresi i Ds”, “e’ bello l’odore del Napalm al mattino”, “alle docce”, “‘maledetti clandestini”, “buttateli a mare da dove sono venuti”, “vai con la ruspa” e “‘ci vuole il lanciafiamme”.
Secondo il gip di Catania le ragioni esposte dalla procura nella richiesta di archiviazione “non trovano conferma nelle condotte materialmente tenute dai due indagati e nell’attività di indagine espletata e non possono essere condivise – a parere di questo giudice – in base al concetto che la giurisprudenza hanno reso” del reato contestato.
Anche perchè, scrive, “a ben vedere appare chiaro che trattasi di espressioni e giudizi fondati su concetti discriminatori e legate alla sola nazionalità o etnia dei residenti il quartiere in questione e non concretamente posti in essere da costoro”.
Il gip rileva anche che, a suo giudizio, il senatore Candiani ha “manifestato le proprie idee fuori dalla sede parlamentare e fuori dai limiti dell’insindacabilità previsti dall’art. 68 del comma 1 della Costituzione” nei confronti di deputati e senatori, citando un precedente che riguardava Mario Borghezio.
La procura di Catania, adesso, entro 10 giorni dovrà formulare l’imputazione coatta nei confronti di Candiani e Cantarella.
(da agenzie)
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Ottobre 12th, 2020 Riccardo Fucile
IL 53% SI FIDA DEL GOVERNO, SOLO IL 23% PREFERIREBBE I SOVRANISTI… LA META’ DEGLI ELETTORI SOVRANISTI NON SI FIDA DEI LORO CAPI
Un sondaggio realizzato da Ipsos mostra come gli italiani non vogliano che a gestire una nuova ondata di contagi da Covid-19 siano i partiti dell’attuale opposizione: oltre il 50% degli intervistati preferisce che l’emergenza venga gestita dall’attuale governo. Inoltre gli elettori non sembrano essere contrari a un nuovo lockdown in caso di aumento dei contagi.
Gli italiani non vorrebbero che fosse l’attuale opposizione a gestire la nuova ondata di contagi da Coronavirus.
Gli elettori intervistati per il sondaggio realizzato da Ipsos spiegano di preferire il governo attuale, credendo che gli altri partiti non gestirebbero meglio l’epidemia.
Solo il 23% pensa che farebbe meglio l’opposizione, mentre ben il 51% ritiene che sia meglio se continui a operare l’attuale governo per evitare una crescita esponenziale dei contagi.
Inoltre la maggioranza — seppur risicata — degli italiani si dice favorevole a un nuovo lockdown nel caso in cui i contagi continuino a salire.
In particolare, il 46% si dice favorevole al ricorso a una nuova chiusura totale in caso di aumento dei contagi, mentre il 44% si dice contrario. Non si esprime il restante 10%.
In ogni caso gli intervistati pensano che non si arriverà a un nuovo lockdown: a sostenerlo è il 61% del campione, mentre solo il 29% pensa che sarà necessaria una nuova chiusura totale.
Per una buona fetta di italiani, peraltro, un nuovo lockdown potrebbe essere insopportabile. Ben il 30% degli intervistati, infatti, sostiene che la sua famiglia non sarebbe in grado di reggere una nuova chiusura totale dal punto di vista economico. Più ottimista il 61% del campione, che ritiene invece di poter sopportare un altro lockdown. Non si esprime il restante 9%.
Parlando in generale dell’emergenza Coronavirus, l’aspetto riguardante il Covid che spaventa di più gli italiani sembra essere il rischio di contagiare i propri cari, specie se anziani o soggetti a rischio, secondo quanto risposto dal 45% degli elettori.
Il 28% è invece preoccupato dal rischio di prendere la malattia, il 10% da quello di finire in quarantena e il 7% dal timore di perdere il suo reddito e i suoi risparmi.
Infine, per quanto riguarda le sanzioni comminate a chi non indossa la mascherina nei luoghi pubblici, il 47% ritiene che debbano essere inasprite, mentre il 39% ritiene che vadano bene le multe esistenti attualmente. Solo il 6% pensa che le sanzioni andrebbero diminuite o addirittura eliminate.
(da Fanpage)
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