Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
LA STORIA DI MILOS, 14 ANNI, CHE VIVE AL QUARTICCIOLO
In un periodo in cui a Roma è cominciata la campagna elettorale per la poltrona di sindaco (con un grottesco campionario di candidati che vanno da Vittorio Sgarbi a Massimo Giletti), a Propaganda Live Diego Bianchi mostra la storia di Milos, 14 anni, la cui vicenda era già finita sulle pagine de L’Espresso.
Milos ha 14 anni, vive al Quarticciolo da tutta la vita. Forte accento romanesco, Milos è nato ed è cresciuto in Italia. Ma italiano non è. E non esserlo, non gli consente di portare la sua passione, la boxe, a un livello professionistico. Milos è uno dei campioni della palestra popolare del Quarticciolo, cui Zoro ha dedicato il racconto della settimana: una palestra che si è ritagliata uno spazio, sgominando contro le ingiustizie che incacreniscono le periferie della Capitale, salvando molti ragazzi come Milos da un sicuro futuro in strada, forse da spacciatore. Perchè, come spiega un altro ragazzo, il criminale lo fai se non hai nulla da perdere. La palestra ha dato loro qualcosa da perdere, una comunità , il valore dell’aiuto agli altri.
Ma la storia di Milos, come spiega la giornalista de La Stampa Francesca Schianchi, è un concentrato di ingiustizie: il ragazzo risulta positivo al Covid-19, è costretto alla quarantena insieme a tutta la sua famiglia. Cinque persone costrette in 27 metri quadri. Milos dorme in cucina con il fratello, fanno a turni per l’unico materasso disponibile. L’altro dorme per terra. Milos trascorre le sue giornate a letto, “ho messo sette chili” racconta a Zoro in un video da lui inviato, “voglio combattere, non ce la faccio più”. Poi arriva finalmente il giorno del tampone, ma sorge un altro problema: la famiglia di Milos non ha la macchina. Come recarsi al drive-in
Coi mezzi, incredibilmente: Milos si alza alle 4, prende il tram alle 5 per evitare di incontrare gente, lui che è ancora un potenziale positivo. Nel tram qualcuno c’è, Milos si tiene a distanza. Ma sta violando la legge, e lo sa, ma non ha altra scelta. Perchè l’Italia è un paese che detta le leggi ma non mette i suoi abitanti più fragili, più poveri e in difficoltà nelle condizioni di rispettarla. Anzi, nel caso di Milos, non li considera nemmeno suoi abitanti.
Milos ha fatto il tampone, aspetta lunedì il risultato. Zoro, in studio, si augura che la sua storia possa finire bene. E auspica che il futuro sindaco di Roma, anzichè fare i proclami su twitter, riparta da storie come questa.
(da Globalist)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
LA PANDEMIA HA TRAVOLTO DI PIU’ DONNE CON FIGLI E UNDER 35
La pandemia ha trasformato anche le situazioni di indigenza, coinvolgendo principalmente le mamme di nazionalità italiana. In un anno, le richieste di chi non aveva mai chiesto aiuto per gli alimenti sono aumentate del 14%
Il 17 ottobre è la Giornata mondiale di contrasto alla povertà . Quest’anno in particolare, a causa gli effetti della pandemia del Coronavirus sul tessuto socio-economico italiano, il traguardo dell’eliminazione della povertà si allontana dall’orizzonte. E, contemporaneamente, si ingrossano le file di cittadini che si mettono in coda davanti ai 680 centri di ascolto della Caritas perchè, altrimenti, non ce la farebbero a procurarsi il cibo necessario per vivere.
I numeri
Dal rapporto dell’organismo pastorale della Cei per la promozione della carità emergono dati allarmanti. Nel periodo maggio-settembre 2020, la rete Caritas ha ricevuto nei propri centri di ascolto quasi 45mila persone. Per il 45% degli assistiti, circa 20mila persone, si trattava della prima richiesta di aiuto fatta alla Caritas. Un trend in aumento: la percentuale dei cosiddetti nuovi poveri è cresciuta del 14% rispetto all’anno precedente: negli stessi mesi del 2019, chi si presentò per la prima volta a un centro di ascolto costituiva il 31% del totale.
L’identikit dei nuovi indigenti
Chi ha subito le maggiori conseguenze economiche della pandemia sono le donne, il 54,4% dei richiedenti aiuto rispetto al 50,5% dell’anno precedente. Rispetto al 2019, dopo lo scoppio della pandemia, gli italiani che si rivolgono alla Caritas hanno superato i cittadini stranieri, coprendo il 52% della domanda totale. La fascia di età più colpita dalla nuova povertà è 18-34 anni. Avere una casa, vivere con i parenti e con i figli a carico sono gli altri elementi caratteristici di chi non ce la fa ad andare avanti senza un aiuto.
La fase del lockdown
Nel periodo che va da marzo a maggio 2020, la rete della Caritas ha assistito un totale di 450mila persone. Un dato che rischia di essere addirittura sottostimato, visto che solo 149 Caritas diocesane sono state in grado di elaborare una statistica dettagliata. In questo periodo, l’incidenza dei cosiddetti “nuovi poveri”, ovvero le persone che hanno sperimentato per la prima volta condizioni di deprivazione economica, costituisce il 30% delle richieste totali. Il loro incremento nel mese di aprile, il più duro della fase di emergenza economica, risulta più marcato nelle regioni del Sud Italia, dove le nuove prese in carico — sul totale delle richieste, e non soltanto nei centri di ascolto — hanno registrato un +153% rispetto all’anno precedente.
Tra gli assistiti del periodo marzo-maggio, prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare, i lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga e i lavoratori precari o intermittenti. Altre categorie particolarmente colpite sono state quelle dei piccoli commercianti e dei lavoratori autonomi: complessivamente, 2.073 tra loro si sono rivolti alla Caritas, la quale ha attivato fondi dedicati per aiutarli nell’affitto degli mobili, nel pagamento delle rate del mutuo, delle utenze e nell’acquisto di strumentazioni utili alla ripartenza.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
LA PANDEMIA HA CREATO OLTRE UN MILIONE DI NUOVI POVERI… LE STORIE SI ANNA, DIEGO E CRISTIANA, IN FILA PER POTER MANGIARE
Sono quasi tutti italiani, hanno un’età compresa tra i trenta e gli ottant’anni, vengono dalle periferie della Capitale. Colle Prenestino, Ostia, Laurentino 38, Stazione Tiburtina, la strada.
La vita per molti era complessa già prima della pandemia. Ora è muoversi al buio, scoprire cos’è la fame. Sono in fila davanti alla sede della Croce Rossa. Il giovedì alle 13 è giorno di consegna: pacchi alimentari e buoni spesa. Latte a lunga conservazione, marmellate, qualche scatoletta. In molti non avevano mai chiesto aiuti prima d’ora. Prima che Covid polverizzasse il lavoro, innescando una spirale di debiti e rinunce.
Anna ha 60 anni, vive a Colle Prenestino e ha due figli adolescenti. “Faccio la collaboratrice domestica, ovviamente in nero. Prima di marzo lavoravo per quattro famiglie. Nel periodo del lockdown non ho lavorato per niente, e lo capisco… le diffidenze, le paure. Dalla riapertura sono riuscita a rientrare in un’unica famiglia: le altre, alcune danneggiate a loro volta dalla crisi, hanno tagliato tutto ciò che non era essenziale, inclusa me. Non mi sono mai trovata nelle condizioni di dover chiedere aiuto. Prima non facevo lussi, però avevo a sufficienza per vivere dignitosamente. Ora sono qui, in fila per un pacco alimentare, dopo aver avuto aiuti da parenti e amici”.
Anna è diplomata, parla un italiano invidiabile. La sua priorità è far studiare i figli, pur tra mille sacrifici. “Per ricevere il buono libri, dovevi prima acquistarli tutti – una spesa di quasi 400 euro — per poi chiedere un rimborso massimo di 90. Ovviamente non avevo tutti quei soldi da anticipare, mi sono arrangiata con qualche libro usato. Come tutti gli adolescenti, anche i miei figli vorrebbero scarpe nuove, vestiti… ma hanno imparato ad accontentarsi con il minimo indispensabile. La vita è cambiata nei suoi aspetti più basilari: prima in tavola ogni tanto il pesce ci arrivava, ora non più. Quando faccio la spesa soppeso ogni centesimo, il cuore si stringe sempre di più”.
Dopo di lei in fila c’è Diego, 41 anni, romano de Roma, occhi da buono. Negli ultimi mesi vive per strada, un po’ dove capita, ma soprattutto a Tiburtina: “lì la sera, grazie all’intervento di due-tre parrocchie, un panino si rimedia sempre”.
“Ad agosto mancava anche quello, così mi sono messo insieme ad altri ragazzi a dare una mano a chi stava peggio. Ora sto andando avanti grazie alla Croce Rossa, forse tra un paio di settimane avrò una sistemazione. Da quando la mia azienda mi ha licenziato, anni fa, ho fatto tanti lavori, tutti saltuari; ho provato ad aggiornarmi su internet, ho le patenti. Ora con questa pandemia l’idea di un lavoro vero mi sembra un miraggio”.
Cristiana ha fretta: deve scappare dal marito, ricoverato al San Camillo per un intervento chirurgico. Con i loro tre figli vivono a Laurentino 38. “La mia vita è peggiorata tantissimo col Covid, il fronte economico è un disastro. Faccio le pulizie, mi hanno messo in cassa integrazione ma i soldi non arrivavano mai e così siamo entrati in un circolo vizioso: bollette accumulate, affitti non pagati, mio marito che non lavora in regola… siamo andati in sofferenza. Uno dei miei figli lavora, ringraziando Dio, nel settore alimentare: è l’unico che non si è fermato. Ci ha dato una mano lui, cosa che mai avrei voluto. Oggi siamo qui, a chiedere un aiuto umanitario alla Croce Rossa. Ormai non si dorme più”.
Mentre parliamo continua il via vai di gente: un ragazzo in tuta – si mette in tasca il buono spesa e vola a prendere i gemelli a scuola. Una coppia si tiene sottobraccio, la prossima tappa sarà il Centro di igiene mentale, dove lei è in cura. Facce stanche o arrabbiate, o solo molto preoccupate.
Paola, volontaria della Croce Rossa di Roma da 6 anni, è stata testimone negli ultimi mesi di quella che l’Istat ha definito “un’ondata di povertà senza precedenti”: nel suo rapporto di luglio 2020, l’Istituto nazionale di statistica stima che la crisi legata al Covid abbia generato oltre un milione di “nuovi poveri”, persone che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare.
Nel 2019 vivevano in povertà assoluta 4,6 milioni di persone; altri 8,8 milioni erano nel limbo della povertà relativa. Sono loro a scivolare sempre più giù. “Appena è cominciato il lockdown abbiamo attivato su Roma un servizio di consegna a domicilio di spesa e farmaci, rivolto alle persone anziane e immunodepresse. Dopo appena una settimana abbiamo iniziato a ricevere richieste di pacchi alimentari in quantità nettamente superiori rispetto al solito. Prima del Covid i nostri Comitati locali davano un aiuto ad alcune famiglie in difficoltà , magari su segnalazione dei Servizi sociali, ma non c’era una vera emergenza alimentare a Roma. Era più un aiuto, un sostegno… Con l’arrivo del virus siamo stati sommersi dalle richieste”.
Alle vecchie povertà si sono unite nuove povertà da Covid, che continuano ad aumentare col passare dei mesi. Sono persone che ieri avevano un lavoro, per lo più in nero, oggi non ce l’hanno più, o sono state messe in cassa integrazione e non hanno mai visto un euro: è un esercito che continua ad aumentare, di settimana in settimana. “Sono preoccupata per l’onda d’urto: se ci saranno nuove chiusure, il problema si moltiplicherà ”, prosegue Paola. “All’inizio di questa estate ho parlato con diverse persone che mi dicevano ‘Sai, ho ancora la macchina, se continua così me la vendo’… Ormai la macchina se la sono venduta, il piano B è andato”.
Tra marzo e luglio, la CRI ha aiutato circa 200mila persone con aiuti alimentari e consegna di farmaci. “Qui cerchiamo di dare la nostra goccia nel mare. A Roma abbiamo distribuito circa 14mila buoni spesa, purtroppo anche questo strumento sta per finire”.
Rosa ha 81 anni e viene da Ostia, anche per lei è il primo giorno di ritiro alla Croce Rossa. “Personalmente sto col sedere per terra. Ho lavorato fino a un po’ di tempo fa, ora non posso più perchè sono piena di reumatismi. Mio marito mi ha lasciato in mezzo a una strada tanto tempo fa, lasciandomi con cinque figli, di cui una è morta a trent’anni. Ho cresciuto io la sua bambina malata di Aids, mi chiamavano ‘Nonna Coraggio’. Sono stata accanto a lei fino all’ultimo mentre era ricoverata al Gemelli. Tutti mi promettevano aiuti, poi quando è morta si sono dimenticati di me”.
“In casa mia non lavora nessuno. Questo è mio figlio, uscito da poco dal carcere”, continua Rosa indicando l’uomo smilzo che le sta accanto, un centimetro di pelle scoperta tra il cappello e la mascherina chirurgica. Prima della pandemia qualche lavoretto si arrabattava, ora è il deserto. “Così l’altro giorno ho chiamato la Croce Rossa per chiedere un aiuto. I soldi per arrivare con il treno da Ostia me li ha dati una conoscente. La forza per andare avanti me la dà la mia famiglia, pur con tutte le difficoltà . 24, tra nipoti e pronipoti: è per loro che ho paura”.
Francesco è un bel ragazzo, ascolta il racconto di Rosa e ha voglia di parlare. “Come ho vissuto la prima ondata? Più di tanto non posso dire… sono uscito 20 giorni fa dal carcere, dopo esserci stato tanti anni. Se non altro sono nuovo a ‘sta pandemia. Non credo a niente, tanto meno allo Stato. Secondo me sono tutte bugie. Ho qui su Facebook un video dell’infettivologo virale dello Spallanzani: dice che non è niente sto virus. Se cercherò un lavoro? Certo, ci proverò… ma ormai so’ segnato, e poi guarda che schifo che c’è fuori”
Anna lo guarda, scuotendo la testa. I suoi figli adolescenti sono a scuola, non sanno che lei è qui ad aspettare il pacco. Ha più paura del Covid o della crisi economica? “Della crisi economica, sicuramente. Temo molto una chiusura totale, sono terrorizzata. Non ho mai sottovalutato il virus, anzi. Credo sia necessario fare attenzione, seguire le direttive, adottare tutte le precauzioni. Ma spero anche che, rispetto alla prima ondata, il nostro sistema sanitario sia un po’ più preparato a gestire la situazione. Servono aiuti più mirati a chi è in difficoltà , o presto si morirà per povertà : la povertà quella vera, i fallimenti, le preoccupazioni che tolgono il sonno”. Anche lei, come Cristiana, non dorme più da un pezzo.
(da “Huffingotonpost”)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
“MISURE PIU’ RIGIDE SU ATTIVITA’ NON ESSENZIALI”
“Lavoriamo insieme sui trasporti. Serve una mossa netta sullo smart working, direi di arrivare anche al 70-75%”. Lo ha detto – a quanto si apprende – il ministro per la Salute, Roberto Speranza durante il vertice Governo-Regioni.
“Sulla movida potremmo fare uno sforzo in più, valutiamo se è il caso di una una stretta sugli orari serali per evitare assembramenti”.
“Ci sono ancora luoghi in cui la mascherina non è utilizzata: sport di contatto – ad eccezione dei professionisti che seguono protocolli -, sugli eventi capiamo insieme dove fissare l’asticella”, ha aggiunto il ministro.
“L’idea di base è l’irrigidimento delle misure con una distinzione di base tra attività essenziali e non essenziali perchè abbiamo necessità di limitare i contagi. Interveniamo adesso con più forza sulle cose non essenziali per evitare di dover incidere domani sull’essenziale che per il Governo è rappresentato da lavoro e scuola. È Il tempo”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
“IRRESPONSABILI”… SONO STATI TUTTI SANZIONATI
Festa privata, scatta il blitz dei carabinieri. È successo due giorni fa a Pontinia, in provincia di Latina, dove i militari, a seguito di una richiesta di intervento, sono entrati in un ristorante del posto, dove era in corso una festa privata successiva alla celebrazione di un matrimonio a cui stavano partecipando 82 persone oltre al gestore.
Tutti i partecipanti sono stati sanzionati per la violazione delle norme in materia di contenimento della diffusione del virus Covid-19, che prevedono un massimo di 30 persone per le feste. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Pontinia, oltre ai colleghi di Sezze, Borgo Sabotino e Latina.
“È grave e da irresponsabili quanto accaduto a Pontinia nonostante l’ordinanza restrittiva. Non si possono più fare feste e assembramenti di questa portata che mettono in discussione la salute dei partecipanti e del resto della comunità . Questo è il tempo della responsabilità altrimenti non possiamo farcela contro il virus”, dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, “che – dice l’assessore – ringrazio dell’impegno che stanno profondendo nell’attività di controllo”.
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
TENSIONI E LITI; CONTE PREOCCUPATO SUGLI EFFETTI ECONOMICI DI UN COPRIFUOCO ALLE ORE 22
Il fatto che il vertice notturno con il quale è stato deciso di varare un nuovo Dpcm sia andato avanti fino alle 4.20 del mattino la dice lunga sul clima che si respira.
Il vertice tra i capi delegazione dei partiti e ministri è andato avanti a lungo, la tematica centrale è quel coprifuoco per locali, bar e ristoranti alle ore 22 che preoccupa Conte per gli effetti economici che potrebbe comportare.
I contagi ieri hanno sfondato la soglia dei 10 mila e, nonostante siamo freschi di Dpcm — firmato appena quattro giorni fa — entro lunedì ne avremo uno nuovo.
Conte chiede misure dure ma «proporzionate»
Conte è parso preoccupato e ha invocato misure «proporzionate» che non rischino di mettere nuovamente in ginocchio il sistema economico italiano auspicando che ben presto l’Europa sia in grado di portare nel sistema sanitario «200 o 300 mila dosi di vaccino».
Il vertice notturno chiesto dal PD è andato avanti dalle 2 del mattino fino alle 4.20 e ha visto l’espressione di posizioni anche contrastanti: Bonafede è prudente, Teresa Bellanova sostiene che «con il virus dobbiamo imparare a convivere» mentre Franceschini e Speranza sono più duri rispetto alla linea da seguire.
Tutto gira attorno al coprifuoco suggerito da alcun scienziati che preoccupa per l’impatto economico della misura. Conte sarebbe per restringere l’orario di ristoranti, bar e locali per la vendita di alcolici dopo una certa ora così da dare battaglia alla movida. In ballo anche l’obbligo di smart working per la pubblica amministrazione fino al 70% così da impattare meno sul trasporto pubblico locale
Blocco delle attività sportive dilettantistiche per tenere aperte le scuole
Tra le altre misure in esame spunta la stretta sugli sport da contatto sia di base che di livello agonistico gestiti dalle società dilettantistiche. Stop agli allenamenti e alle partite, quindi, come sacrificio per tenere aperte le scuole — unico punto su cui tutti sono d’accordo -. In esame anche il blocco per palestre, piscine e circoli così come una limitazione degli eventi e delle manifestazioni pubbliche.
Sulla scuola il governo è arrivato a sospettare che le Regioni premano per adottare quella a distanza «perchè non hanno saputo gestire trasporti e tamponi».
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
IL MICROBIOLOGO: “PRESTO A 15.000 CASI AL GIORNO”
E’ “semplice”, il sistema di contenimento dell’epidemia “si sta sbriciolando sotto il peso dei numeri ed è finito fuori controllo”. Così l’esperto Andrea Crisanti, microbiologo, su Il Corriere della sera dove aggiunge che “con 9-10mila casi al giorno, la sorveglianza non puoi più farla perchè non hai la capacità di testare tutti i soggetti a rischio”.
Poi avverte: “Presto arriveremo a 15mila contagi al giorno”, il coprifuoco “va bene” e dopo aver abbassato la diffusione dei contagi servirebbe un “reset”, sostanzialmente un altro nome del lockdown, per tre settimane.
“Per affrontare un carico del genere – prosegue – servirebbero risorse gigantesche per tamponi, reagenti e struttura. Bisognava contenere il contagio sotto quota duemila. Ci siamo riusciti per un po’, dopodichè la prima linea di difesa è saltata e il sistema è crollato”. Ora “dobbiamo cercare di riportare il contagio a un livello sostenibile. Prima applicherei con gradualità misure di restrizione accettabili dal punto di vista economico. E poi farei un reset della situazione per due-tre settimane, una sorta di pausa di sospensione, non chiamiamolo lockdown che spaventa. E, una volta portata la curva a un punto di sopportazione, ripartirei con la sorveglianza attiva”.
“Io credo che supereremo presto quota 15mila – continua – tra una decina di giorni vedremo quale sarà l’effetto delle misure prese dal governo e si capirà ”.
Ci troviamo a questo punto perchè “diciamo che non abbiamo imparato la lezione della prima ondata, quando eravamo riusciti a riportare i contagi a zero. Non sono stati fatti i necessari investimenti in sorveglianza e prevenzione. Quando abbiamo riaperto scuole e attività non c’è stato un parallelo aumento della capacità di fare test, l’unica cosa che ci avrebbe difeso. In ogni caso, non è giusto dare la colpa al solo comportamento degli italiani, che sono vittime di quello che sta accadendo”.
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
10.000 CONTAGI IN REPUBBLICA CECA, 17.000 CASI E 421 DECESSI IN ARGENTINA… STIME USA: ENTRO FEBRAIO ALTRI 171.000 MORTI
Anche oggi decine di migliaia di contagi in Europa. È il giorno peggiore della settimana per la Spagna, che nelle ultime 24 ore ne ha registrati 15.186 e 222 morti. Male anche in Francia, dove sono risultate positive 25.086 persone e 122 sono decedute.
Negli ultimi sette giorni ci sono stati 6906 ricoveri, 1204 dei quali in rianimazione. Calano invece i casi nel Regno Unito: sono 15.650 (ieri erano stati 18.980) e 136 vittime (ieri 138), mentre la Germania sfonda la soglia dei 7mila infetti in un giorno con 7.334 nuovi positivi. Cresce il numero delle vittime: 24.
E guardando agli Stati Uniti, un nuovo modello matematico stima che probabilmente ci saranno altri 171mila decessi per Covid-19. Intanto in Belgio caffè e ristoranti saranno chiusi per quattro settimane.
Germania
Sempre di più i pazienti in terapia intensiva: in questo momento ci sono 655 letti occupati, erano 487 una settimana fa e 362 a inizio ottobre. Da ricordare però che a oggi in Germania sono ancora disponibili circa 8.700 letti per terapia intensiva e sub-intensiva. Il timore delle autorità tedesche è che si stia andando verso una crescita esponenziale dei contagi: già ieri infatti era stato registrato un picco massimo di nuovi casi (6638), immediatamente superato il giorno successivo. Il presidente dell’istituto Robert Koch, Lothar Wieler, è tornato a parlare di un possibile lockdown, che può essere evitato “se tutti si assumono le responsabilità “. “Sicuramente sappiamo di più sul virus e abbiamo mezzi migliori per contrastarlo, ospedali e medici sono meglio preparati”, ha spiegato Wieler, specificando però che le regole su distanziamento, mascherina e igiene dovranno essere mantenute ancora a lungo, perchè “potrebbe essere necessario del tempo prima che l’intera popolazione venga vaccinata”. Il capo del Rki ha anche ricordato alla popolazione come i tamponi non diano ‘carta bianca’: “Le persone possono essere infette senza che sia rilevabile o possono infettarsi subito dopo il test”. Per questo, ha ribadito Wieler parlando ai tedeschi, distanziamento e mascherina sono sempre fondamentali.
Intanto il tribunale amministrativo di Berlino ha annullato il regolamento introdotto nella capitale tedesca una settimana fa circa la chiusura dei bar e dei ristoranti a partire dalle 23 alle 6. I giudici hanno accolto il ricorso di una dozzina di locali, giudicando il provvedimento sproporzionato. I ricorrenti sostenevano che la chiusura dei luoghi di ritrovo non impedisce ai giovani di incontrarsi altrove, magari dove non si applicano le misure di igiene contemplate nei locali.
Francia
Al via a Parigi e in altre città , nella notte fra venerdì e sabato, il coprifuoco dalle 21 alle 6 di mattina. Mentre a Tolosa il Tar ha sospeso l’ordinanza del prefetto che disponeva la chiusura dei bar per due settimane, ritenendola una misura non necessaria nè proporzionata.
Belgio
Una valutazione della misura che prevede bar e ristoranti chiusi per un mese avrà luogo dopo due settimane. I ministri dei governi federali e delle Comunità e delle Regioni sono riuniti dalle 14 a Palazzo Egmont e stanno discutendo ulteriori misure da adottare per arginare la diffusione del coronavirus. Il comitato di consultazione che riunisce i principali ministri del governo federale e le entità federate ha deciso oggi di stabilire un coprifuoco notturno tra mezzanotte e le 5 del mattino a livello nazionale, scrive ancora l’agenzia Belga.
Svizzera
Supera la soglia dei 3mila contagi giornalieri. Ieri i tamponi positivi erano 2613. Oggi si registrano 5 nuovi decessi che portano ad un totale di 1.823 morti. I tamponi eseguiti sono stati 21.628, mentre i nuovi ricoveri sono 68, il che porta le ospedalizzazioni a 5.276. L’incidenza ha raggiunto 867,1 casi ogni 100.000 abitanti. Il trend in crescita appare evidente anche dal rapporto dell’Ufsp relativo alla settimana scorsa, citato dal Corriere del Ticino, che registra 8.732 contagi, rispetto ai 3.442 della settimana precedente ed è quindi più che raddoppiato.
Malta
Nelle ultime 24 ore ha toccato il nuovo record di 122 positivi sui 2.882 tamponi, ovvero il 4,23%. Per la prima volta è stata anche superata la soglia psicologica dei mille casi attivi (1.095 su una popolazione di circa 490mila). Il primo caso a Malta fu individuato il 7 marzo. Dopo il picco di aprile-maggio, a metà giugno i casi attivi erano appena 3.
Usa
Un nuovo modello prevede che entro febbraio negli Stati Uniti ci saranno altri 171mila decessi per coronavirus. Secondo le stime dell’Institute for Health Metrics and Evaluation della University of Washington, molto probabilmente si arriverà a circa 389mila decessi entro il 1 febbraio, ovvero il 78% in più. Lo scenario migliore prevede invece che i morti potrebbero scendere a 314mila qualora entro allora tutti gli americani usassero le mascherine, mentre in caso le misure individuali di protezione del volto venissero allentate, si potrebbe arrivare anche a oltre 477mila vittime. “Ci aspettiamo che i decessi smettano di diminuire e comincino ad aumentare nel giro di una o due settimane”, hanno spiegato i ricercatori dell’istituto: “L’ondata invernale sembra essere iniziata un po’ più tardi rispetto all’impennata registrata in Europa”.
Romania
4.026 nuovi contagi, e per il terzo giorno consecutivo è stata superata la soglia dei 4mila casi quotidiani. Come riferiscono i media regionali, da ieri si sono registrati altri 75 decessi, che portano a 5.749 il numero delle vittime da inizio epidemia. In totale i contagi sono stati 172.516. La Romania, che ha effettuato oltre 2,7 milioni di test, resta il paese dei Balcani più duramente colpito dal coronavirus.
Repubblica Ceca
Poco meno di diecimila casi. Per il secondo giorno consecutivo record di contagi: 9.721 nelle ultime 24 ore, mentre il giorno precedente erano stati 9.544. La Repubblica Ceca, con 10,7 milioni di abitanti, è lo Stato europeo che ha fatto registrare l’aumento più alto di infezioni dal marzo scorso.
Argentina
Il Paese ha registrato nelle ultime 24 ore 17.096 contagi, che hanno portato il totale a 949.063, ma soprattutto che hanno fatto segnare il nuovo record giornaliero di infettati dall’inizio della pandemia da coronavirus. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Telam. Secondo l’ultimo bollettino delle autorità sanitarie, inoltre, altre 421 persone sono morte. Nelle unità di rianimazione degli ospedali argentini si trovano 4.278 persone, con una percentuale di occupazione dei letti del 64,4% sul territorio nazionale e del 64,7% nell’area metropolitana di Buenos Aires.
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2020 Riccardo Fucile
“PER IL PARTITO REPUBBLICANO SARA’ UN BAGNO DI SANGUE”… “TRUMP E’ UN NARCISISTA OSSESSIONATO DALLA TV”
Sono pessimisti e chissà se loro hanno il polso della situazione meglio dei sondaggi.
Il senatore repubblicano del Nebraska, Ben Sasse, ha detto in un colloquio telefonico con gli elettori riportato dal New York Times che la risposta di Trump al Covid, la sua vicinanza a dittatori e suprematisti bianchi e le offese rivolte agli elettori potrebbero portare a un “bagno di sangue per il partito repubblicano”, soprattutto alle elezioni per il Senato.
“Sto valutando questa possibilità e per questo non sono salito sul treno di Trump e non sto facendo campagna per lui”, ha detto Sasse criticando la politica estera del presidente, il suo rapporto con gli alleati, l’approccio ai diritti umani.
Per il senatore il dibattito postelettorale non sarà sulle sue critiche a Trump ma su come il partito abbia pensato di vendere “un narcisista ossessionato dalla TV al popolo americano”.
“Non mi scuso affatto per aver combattuto per i miei valori contro i suoi in luoghi in cui penso che i suoi siano carenti, non solo per un repubblicano ma per un americano”, ha detto Sasse che lotta per la rielezione.
Il senatore accusa Trump e il partito di essersi alienati il consenso dei giovani e delle donne.
(da Globalist)
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