Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
TETTO MASSIMO 150.000 EURO…ARRIVATI I PRIMI 10 MILIARDI DEL SURE (IN TOTALE SARANNO 27,4 A SOSTEGNO DELL’OCCUPAZIONE)
Indennizzi fino a quattro volte tanto quanto incassato già in primavera a causa del calo del
fatturato, con percentuali variabili a seconda del tipo di attività .
E’ quanto prevede il decreto ristori approvato oggi pomeriggio in Consiglio dei Ministri.
Il provvedimento contiene anche sostegni per i lavoratori stagionali e ristori specifici per le imprese del turismo e della somministrazione.
Le misure prevedono poi l’estensione di sei settimane della cassa integrazione Covid, lo stop dell’Imu sempre per le attività colpite e un nuovo credito d’imposta per gli affitti.
Ristori fino al 400% di quanto già ottenuto
Il cuore del provvedimento riguarda come detto i ristori per le attività colpite dal nuovo dpcm. Indennizzi che saranno parametrati a quanto incassato già in primavera dopo il primo lockdown ma che, chiarisce il testo, non potranno in ogni caso superare i 150 mila euro.
In particolare, stando alle prime bozze, il contributo potrebbe raggiungere il 400%, cioè quattro volte tanto, di quanto ricevuto nei mesi passati per alcune categorie come discoteche, sale da ballo e night club. Per altre categorie di imprese, come piscine, palestre, fiere, enti sportivi, terme, centri benessere il nuovo beneficio dovrebbe valere il 200% del contributo a fondo perduto avuto ad aprile. Stessa percentuale anche per stadi, cinema, parchi divertimento e sale bingo.
Ancora da limare i contributi per bar e ristoranti che dovrebbero comunque oscillare tra il 150% e il 200% di quanto già incassato.
Ristori al 150% sarebbero invece previsti per per alberghi, affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna. Per tassisti e Ncc l’indennizzo sarebbe invece del 100%, cioè la stessa somma già ricevuta in primavera.
Altre sei setttimane di cassa integrazione fino al 31 gennaio
Come atteso, si estende di altre sei settimane il periodo in cui è possibile chiedere la Cassa integrazione covid. Le sei settimane devono essere collocate nel periodo ricompreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021.
Molte le misure sparse nel decreto. Il provvedimento introduce uno stop ai pignoramenti immobiliari fino a fine anno e stanzia poi 30 milioni di euro per consentire a medici di base e pediatri di eseguire “tamponi antigenici rapidi”
Misure che sono state presentate oggi dal governo ai rappresentanti del mondo produttivo. Tra i presenti, in videoconferenza, anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, risultato negativo al tampone Covid dopo che il ministro si era sottoposto al test in seguito alla positività del ragioniere generale dello stato Biagio Mazzotta. Gualtieri ha assicurato che gli aiuti previsti dal decreto che il governo si appresta ad approvare saranno “a fondo perduto” e arriveranno “in tempi record entro il 15 novembre”.
“Capisco la sofferenza di tutte le categorie. Ho firmato il Dpcm solo quando sono stato sicuro che ci sarebbero state le risorse per il vostro mondo e per le altre categorie coinvolte”, ha detto invece il presidente del consiglio Giuseppe Conte secondo quanto riferiscono i partecipanti all’incontro.
È arrivata intanto la prima tranche di risorse dal Fondo Ue Sure, creato per finanziare i programmi di sostegno all’occupazione dei Paesi colpiti dalla crisi. All’Italia sono stati assegnati 10 dei 17 miliardi erogati stamane; la Spagna ha ricevuto 6 miliardi e la Polonia uno. In seguito l’Italia riceverà altri fondi, fino ad arrivare a 27,7 miliardi per quest’anno. Il Fondo Sure erogherà quest’anno 100 miliardi di euro. “Risorse importanti per tutelare lavoro e occupazione minacciati dal Covid19. L’Europa solidale e unita è più forte che mai”, scrive su Twiiter Gualtieri.
Mentre il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni in un intervento organizzato dal think tank Ceps osserva che le misure restrittive adottate “sono sfortunatamente necessarie ancora una volta per appiattire la curva” dei contagi anche se probabilmente porteranno “a un significativo rallentamento dell’attività economica nel quarto trimestre dell’anno”. Davanti a questa prospettiva, secondo Gentiloni, “dobbiamo mantenere” le azioni di sostegno all’economia “nella misura necessaria e per tutto il tempo” che servirà . Inoltre, occorre chiudere “senza alcun ulteriore ritardo” il negoziato sul prossimo bilancio Ue e il piano Next Generation Eu
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
IL SINDACO: “INUTILE PAGLIACCIATA”… PERCHE’ LA MULTA DI 400 EURO E’ STATA COMMINATA SOLO ALLA TITOLARE?
Le 18, orario che secondo il dpcm del 25 ottobre dovrebbe essere quello della chiusura degli esercizi di ristorazione, erano trascorse da circa due ore e mezza quando le forze dell’ordine sono arrivate all’interno del ristorante Pesaro in cui si stava svolgendo una cena con 90 persone.
Secondo alcune testimonianze, tuttavia, l’arrivo della polizia non ha affatto dissuaso le persone presenti, che hanno continuato a mangiare e hanno anche accennato a una protesta contro le restrizioni imposte dal dpcm.
In un locale in centro a Pesaro, come prosecuzione ideale di un sit-in di ristoratori organizzato in piazza per protestare contro la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18, c’è stata una cena, sfruttando la capienza massima del ristorante prevista dalle misure anti-Covid che erano in vigore prima dell’ultimo dpcm (ovvero, il distanziamento fra i tavoli e la protezione individuale del personale in cucina e in sala).
Novanta persone, dunque, si sono ritrovate all’interno di uno dei locali in centro a Pesaro che ha animato la protesta contro il dpcm di Giuseppe Conte.
Le forze dell’ordine sono intervenute, parlando prima con il gestore e poi con gli stessi avventori, ma ottenendo risposte piuttosto fredde a anche manifestazioni di scherno.
Per questo, in serata, è arrivato anche l’intervento durissimo del sindaco di Pesaro Matteo Ricci: «Dobbiamo sconfiggere il virus e la crisi economica con equilibrio — ha scritto su Facebook -. È legittimo protestare e alzare la voce, ma sono inacettabili pagliacciate pericolose contro la legge».
Il locale, adesso, sarà chiuso fino al 31 ottobre, mentre al titolare è stata comminata una sanzione da 400 euro.
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
“MANCANO REGOLE PER I TRASPORTI”
«Il vaccino contro il Coronavirus disponibile per i primi di dicembre? Se questo dovesse
accadere sarei preoccupato perchè significherebbe che il vaccino non è stato testato sul campo, sulla popolazione, per dimostrare che c’è una differenza statisticamente significativa tra i vaccinati e i non vaccinati. Sarebbe veramente una cosa senza precedenti se questo accadesse».
A spegnere gli entusiasmi sul vaccino (di dicembre aveva parlato anche il premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa in cui annunciava l’ultimo dpcm) è Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova, ospite stamane di Cusano Italia Tv.
«Finora non è apparsa una sola pubblicazione scientifica al vaglio della Comunità , che testimoni che questo vaccino ha le caratteristiche che dicono che abbia», dice Crisanti. «Il vaccino è lo strumento più adatto a combattere le malattie infettive in termini di costi ed efficacia. Detto questo, il processo di sviluppo di un vaccino rimane molto complesso e lungo, anche nella distribuzione».
«Manca secondo me un vero e proprio provvedimento per regolare i trasporti, che sono un’occasione di assembramento pazzesca e non si capisce perchè si tollerino i trasporti e si sanzionino cinema e spettacoli», prosegue Crisanti commentando l’ultimo Dpcm.
«I numeri parlano da soli», dice ancora, e «suggeriscono una dinamica in peggioramento». Per la scuola «si poteva aprire un determinato distretto scolastico un mese prima per capire cosa succedeva in quella determinata area e non è stato fatto. Poi si potevano fare campionamenti massicci con i test rapidi per capire se c’era trasmissione virale. Adesso qualsiasi discorso sulle scuole è fatto sulla base di intuizioni, di sensazioni».
Le critiche di Crisanti sono a tutto tondo: «Il punto è che in questa situazione non ci saremmo dovuti arrivare, è il risultato di una totale impreparazione delle regioni e anche del sistema sanitario nell’implementare delle misure di sorveglianza, tracciamento e prevenzione», affonda il microbiologo. «Avevamo 5 mesi di tempo, avremmo potuto creare un sistema di sorveglianza e tracciamento e non ci saremmo trovati in questa situazione».
Ed è anche troppo tardi: «Se anche diminuissero i casi, non avremmo alcuna garanzia di poter consolidare questi risultati perchè al momento attuale non abbiamo un sistema di sorveglianza che sia in grado di interrompere i contatti sul territorio, come hanno fatto Cina, Taiwan, Nuova Zelanda e anche il povero Vietnam, che ha saputo intercettare i tracciamenti sul territorio ed ha avuto pochissimi casi».
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
PENOSO CHE L’UNICA ASTENSIONE SIA DEL PARTITO DELLA MELONI, COMPRESE ANCHE LE ALTRE OPPOSIZIONI
Il consiglio comunale di Cremona, con il sindaco Gianluca Galimberti, gli assessori e i consiglieri collegati in videoconferenza, ha conferito ieri pomeriggio la cittadinanza onoraria alla senatrice della Repubblica Liliana Segre e alla ong americana Samaritan’s Purse.
A Segre, con la sola astensione del consigliere di Fratelli d’Italia Marcello Ventura, l’onorificenza è stata data «per la sua storia personale e per l’impegno profuso nell’educazione morale e civile delle giovani generazioni», riconoscendo «il valore della memoria» e per ribadire «l’avversione contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia».
È legata alla prima ondata della pandemia, invece, la motivazione della cittadinanza alla ong Samaritan’s Purse che ha allestito un ospedale da campo in città . La ragione: «per aver servito gratuitamente la città di Cremona con competenza, dedizione e spirito di sacrificio nel pieno dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione dell’epidemia di Covid 19, contribuendo a salvare moltissime vite umane».
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
“LA SCUOLA CI HA IGNORATO”
â€³È inaccettabile che oggi, dopo mesi in cui abbiamo ripetuto che il trasporto pubblico
poteva diventare il collo di bottiglia se non fossero stati riprogrammati gli orari della città , delle scuole, degli uffici, ci si venga a dire che si chiudono scuole e attività produttive perchè i trasporti si sono fatti trovare impreparati”.
È lo sfogo affidato al Corriere della Sera di Arrigo Giana, presidente di Agens (l’Agenzia confederale dei trasporti) e numero uno di Atm, l’azienda dei trasporti milanesi. “Da aprile ho scritto a tutti gli stakeholder per chiedere dei tavoli di coordinamento e oggi vengono a dire che i trasporti si sono fatti trovare impreparati. È indecente”, denuncia Giana.
“Ci si è riempiti la bocca con gli scaglionamenti degli orari scolastici. Chi lo ha fatto? Ma pensate che il ministero dell’Istruzione abbia mai chiesto alle agenzie di trasporto cosa fosse necessario fare? A un certo punto ci hanno persino detto che in base all’indipendenza scolastica dovevamo metterci d’accordo con i singoli presidi. A oggi i presidi chiamano direttamente gli amministratori delegati delle aziende di Tpl perchè non sanno a che santo votarsi. Nè come Agens, nè come Atm sono mai stato invitato a un tavolo se non a quelli del ministero delle Infrastrutture. Il ministero è l’unico che si è dato da fare. Altri si sono riempiti la bocca senza sapere nulla”.
Il presidente di Agens rivendica gli sforzi fatti, spiegando come il sistema del trasporto pubblico locale (Tpl) non sia espandibile oltre un certo limite: “abbiamo messo in campo tutto quello che avevamo, usando i vecchi bus, non dismettendone altri, chiedendo straordinari al personale. Oltre un certo limite il Tpl non è espandibile. Bisogna mettersi in testa che in questa situazione il trasporto pubblico non è la variabile ma la costante data intorno a cui deve girare correttamente il resto”.
Secondo Giana, malgrado gli errori fatti, ”è necessario mettersi insieme, creare subito dei tavoli di coordinamento permanenti”. Altrimenti la storia del ‘farsi trovare impreparati’ è destinata a ripetersi, ancora e ancora.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
“LA SITUAZIONE NEI PRONTO SOCCORSO E’ DRAMMATICA”
Lockdown, è scontro. E mentre il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Brusaferro
afferma che un lockdown totale arriverà solo come estrema ratio e quindi sarà per quanto possibile evitato, gli esperti continuano a dividersi.
La curva è ormai esponenziale, quindi a partire dal responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi Guido Bertolini, “L’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale”.
Molti parlano di differenziazioni fra le regioni. Come Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’università Cattolica di Roma e consigliere del ministro Speranza. “Ci sono delle aree del paese dove la trasmissione è esponenziale e le ultime restrizioni adottate che possono essere efficaci nel resto del territorio, in quelle zone non sono valide per fermare il contagio. A Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perchè il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del paese no. Ci troviamo in presenza di migliaia di soggetti asintomatici che tornano a casa, dove non si indossa la mascherina, ci si bacia e ci si abbraccia”.
Ma il governatore della Lombardia Fontana esclude la possibilità di un vero lockdown: “Escludo che ci siano le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di evitare ogni tipo di lockdown”.
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
OFFESE E INSULTI SESSISTI DURANTE LA PROTESTA CONTRO IL DPCM… L’ESPONENTE DI FN RITENUTO “VICINO AI GRUPPI MAFIOSI DEL QUARTIERE SAN PAOLO”
“Qualsiasi forma di violenza, verbale o fisica, praticata o soltanto minacciata, merita la nostra più severa condanna ” . Il riferimento, nella dichiarazione del sindaco Antonio Decaro, è alle “pesanti intimidazioni “, come le definiscono Assostampa e Ordine dei giornalisti della Puglia, rivolte dal barese Roberto Falco, segretario provinciale di Forza Nuova, vicino a gruppi mafiosi del quartiere San Paolo e fra gli organizzatori della manifestazione di protesta che si è tenuta a Bari sabato sera contro le chiusure disposte dal governo, a una giornalista di Repubblica che dato notizia dell’evento.
In diversi video trasmessi in diretta su Facebook e acquisiti dalla questura, Falco rivolge alla giornalista offese e insulti pesantissimi, anche sessisti. Sulla vicenda la Procura di Bari ha già aperto un fascicolo. Che fa seguito al dossier finito sulle scrivanie della magistratura barese dopo la manifestazione della scorsa primavera dei Gilet arancioni del generale Antonio Pappalardo, ai quali l’esponente del gruppo politico di estrema destra era all’epoca vicino. “Non esiste mai una giustificazione all’insulto o alla minaccia, e tutti, soprattutto in questo momento di forte tensione – dice Decaro – dobbiamo essere uniti nella condanna ferma di questi episodi. Nel caso specifico, l’episodio risulta ancora più grave perchè rivolto nei confronti di una professionista del mondo dell’informazione, che in questo momento delicato sta cercando di assolvere al suo compito di tenere costantemente aggiornati i cittadini e garantire il sistema plurale e democratico della comunicazione e dell’informazione”.
Al coro della solidarietà e della denuncia si unisce la voce del presidente della Regione, Michele Emiliano, che parla di ” inqualificabili insulti ” . ” I tempi difficili che stiamo attraversando – dice il presidente – non possono giustificare in alcun modo un simile attacco agli operatori dell’informazione. Mai come in questo periodo i giornalisti, garantendo il diritto-dovere di cronaca, stanno portando alto il ruolo che la Costituzione attribuisce loro. E lo stanno facendo affrontando le innumerevoli difficoltà e i rischi legati alla pandemia. A loro va la nostra riconoscenza e vicinanza, insieme con la ferma condanna per gli attacchi subiti”. Assostampa e Ordine dei giornalisti hanno chiesto che sia fatta ” immediata luce ” su quelle intimidazioni, come la polizia, coordinata dalla dal procuratore Roberto Rossi, sta già facendo. ” La giornalista – dicono – è finita nella gogna social investita da pesanti insulti e minacce neanche troppo velate per il solo fatto di aver riportato l’annuncio di tale raduno a Bari all’indomani degli scontri che erano avvenuti per le stesse ragioni nelle strade di Napoli”.
(da “Repubblica”)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PIACENZA PER IL PARTITO DELLA MELONI, AIUTO’ LE COSCHE AD AVERE FONDI EUROPEI… ESPULSO DAL PARTITO SOLO DOPO CHE ERA STATO ARRESTATO
Vent’anni di reclusione. A tanto è stato condannato Giuseppe Caruso, ex presidente del
consiglio comunale di Piacenza di Fratelli d’Italia.
I giudice del processo in abbreviato (dunque con lo sconto di un terzo della pena) che stasera si è concluso in primo grado lo ha considerato uomo di vertice della cosca di ‘ndrangheta con base in Emilia Romagna e affari in Lombardia.
Caruso, all’epoca dei fatti funzionario dell’agenzia nazionale della dogana, oltre che un ruolo di vertice tra i calabresi, avrebbe avuto anche quello di facilitare la cosca, aiutandola ad accedere a fondi europei in ambito agricolo.
Un boss alla stregua di Salvatore Grande Aracri, anche lui condannato a 20 anni, nipote del più noto Nicolino, considerato il capo indiscusso della cosca calabrese con interessi nel nord Italia. Oltre a Giuseppe Caruso, il giudice ha condannato anche il fratello Albino a 12 anni e 10 mesi di reclusione. Condannati anche diversi imprenditori locali che si erano piegati alle logiche mafiose pensando di fare affari con gli ‘ndranghetisti.
La corte ha riconosciuto l’intero impianto accusatorio dell’inchiesta “Grimilde” è accolto praticamente tutte le richieste della pm della Dda di Bologna Beatrice Ronchi.
Salvi soltanto una manciata dei 47 imputati graziati dalla prescrizione dei reati che gli venivano contestati. Il dato più significativo è il riconoscimento dell’associazione di stampo mafioso e la confisca di beni per milioni di euro. Beni immobili e conti correnti che finiranno nelle casse dello Stato.
Al centro dell’inchiesta il clan calabrese radicato in Emilia Romagna e considerato, come nel sistema Aemilia parte integrante dei cutresi. Secondo la Dda il clan era attivo nel giro delle estorsioni, dell’usura e del riciclaggio che metteva in pratica grazie ad una fitta rete di insospettabili prestanome.
“Questa è una operazione che idealmente e materialmente rappresenta la prosecuzione del processo Aemilia”, aveva detto il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato. E così come Aemilia si è concluso (almeno in primo grado) con condanne pesantissime. Da vanno da un anno di reclusione, per le figure marginali, ai 20 anni per i capi dell’organizzazione. L’indagine è stata possibile anche grazie alle denunce di persone che erano finite nel mirino dei criminali guidati da esponenti della famiglia grande Aracri e al contributo di collaboratori di giustizia storici, come Antonio Valerio e Giuseppe Giglio, e anche nuovi.
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2020 Riccardo Fucile
TRA I DIECI ARRESTATI ANCHE GLI AUTORI DEL SACCHEGGIO DI GUCCI: LITIGAVANO PER IL BOTTINO… IN TEMPI DI GUERRA GLI SCIACALLI VENGONO FUCILATI SUL POSTO
Il video dei ragazzi che sfondano la vetrina di Gucci e poi escono con le mani tagliate dai vetri e braccia piene di vestiti e accessori ha fatto in poche ore il giro del web.
E’ una delle scene simbolo della davastazione di Torino. Gucci non è l’unico negozio saccheggiato, ci sono altri marchi del lusso, i negozi di via Roma, le vetrine del Mc Donald’s in via Accademia delle Scienze.
L’immagine di Torino il giorno dopo gli scontri è quella di una città ferita, saccheggiata devastata da chi diceva di essere sceso in piazza per protestare contro il coprifuoco, contro le limitazioni dell’ultimo dpcm che colpisce prima di tutto ristoratori e commercianti, ma che alla fine ha rivolto tutta la sua rabbia proprio contro le categorie che avrebbe dovuto difendere scendendo in piazza. Il questore De Matteis li definisce “professionisti del disordine”.
I commercianti se ne sono accorti ieri sera quando hanno cominciato a prendere le distanze dai violenti, qualche centinaio, urlandogli in faccia la loro rabbia: “Non è questo il modo, non sono i poliziotti il nostro obiettivo, anche loro stanno lavorando”, dice una donna in via Pietro Micca poco prima che un’altra carica della polizia disperda i violenti.
In via Roma il saccheggio è già iniziato. Sono ragazzi quelli che entrano da Gucci, escono con le mani piene e discutono per spartirsi il bottino. Ci provano anche con la boutique Louis Vuitton. Tre di loro vengono arrestati dalla polizia, il bottino viene recuperato. Uno di loro è minorenne, due di origine egiziana altri due denunciati In tutto sono dieci gli arrestati per gli scontri, cinque vengono arrestati per resistenza e e danneggiamento dalla Digos di Torino, altri due denunciati.
Ci sono alcuni ultrà di Juve e Toro. Nessuno di loro è un commerciante o un ristoratore. Non è la loro rabbia quella che esplode in via Verdi e in via Po dove i manifestanti lanciano i sampietrini di porfido staccati dalla pioggia, incendiano i monopattini buttati in mezzo alla strada per bloccare il reparto mobile e danno fuoco ai cassonetti in mezzo alla strada. I vigili del fuoco lavorano fino a tarda notte per spegnere tutti i roghi. Piazza Cavour, un’ora dopo la fine degli scontri, poco prima delle 23.30 sembra il teatro di una guerra civile: un muro di fiamme impedise l’acceso alla piazza, bruciano cassonetti e monopattini. Nei giardini sono stati incendiati i totem e i cestini dell’immondizia, altri cassonetti.
In via San Massimo i carabinieri fermano in flagrante due ragazzi mentre appiccano il fuoco, uno di loro viene arrestato, la sua complice denunciata, ha 17 anni, è poco più di una ragazzina. Le armi dei violenti sono la città stessa: i tavolini dei dehors nelle vie dove l’ordinanza della prefettura non aveva disposto lo smontaggio: i tavolini della Farmacia del Cambio diventano così arieti per sfondare le vetrine e danneggiare gli arredi urbani. In via Roma si smontano i cantieri e le grate di ferro vengono usate come piedi di porco.
Il giorno dopo gli scontri restano le ferite sulle vetrine, la plastica bruciata negli incendi, le bottiglie rotte lanciate contro la polizia e la rabbia di chi aveva creduto che Torino non sarebbe stata come Napoli. Restano una decina di agenti feriti tra le forze dell’ordine, un fotografo medicato in ambulanza perchè una bottiglia di vetro lo ha colpito in testa.
(da agenzie)
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