Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
“UNA QUARANTINA DI VOTI TRA I GRILLINI POTREBBE PRENDERLI“-
L’ex grillino Alessio Villarosa, ora nel Gruppo Misto racconta di essere stato ‘sondato’ da persone riconducibili all’area forzista per verificare un suo eventuale appoggio alla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale
Le trame di Berlusconi per andare al Quirinale: se fosse vero è sarebbe uno schifo. Ma poiché le testimonianze sono tante, anzi troppe, c’è da pensare che le cose stiano andando così.
Mai nella storia della repubblica si era vista una cosa simile con un condannato colluso con condannati di mafia che si auto-candida e trasforma la vigilia del voto in una televendita su chi offre di più.
In vista dell’elezione del Presidente della Repubblica, prosegue a fari più o meno spenti la cosiddetta ‘operazione scoiattolo’. L’ex grillino Alessio Villarosa, ora nel Gruppo Misto racconta di essere stato ‘sondato’ da persone riconducibili all’area forzista per verificare un suo eventuale appoggio alla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale.
“Ho ricevuto richieste di incontri da parte di persone vicine ad ambienti di Forza Italia ma ho declinato, rinviando l’incontro a dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Ma so di altri colleghi contattati, a cui hanno proposto una candidatura blindata in prima posizione e ruoli importanti…”, spiega il deputato ex M5S, il quale non esclude che dal Movimento 5 Stelle possano arrivare voti al Cav nella partita per il Colle.
“Secondo me una quarantina di voti nel Movimento Berlusconi, purtroppo, li potrebbe anche recuperare per arrivare ai 505 tranquillamente. Sembra un film, ahimè”.
“Lancio un appello pubblico a tutti i parlamentari”, rimarca poi Villarosa: “Se venite contattati ditelo pubblicamente, registrate, è drammatico che per eleggere un Capo dello Stato si facciano offerte via telefono. Il Presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato e serve una persona di alta moralità, che non dovrebbe mettersi a fare telefonate offrendo chissà che cosa”.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
RESTERA’ UN MIRAGGIO
Il Quirinale per Silvio Berlusconi? La sensazione è che sarà quello che sono stati questi Australian Open per Novak Djokovic: un miraggio. E la sensazione è anche che le previsioni di Gianni Letta si dimostreranno più che giuste: caro Silvio rischi la figuraccia, rischi che ti rispediscano a casa.
Attenzione, questo non significa che Berlusconi non sia un “campione” della politica italiana e che, soprattutto, il suo sogno di partecipare al torneo quirinalizio sia quantomeno giustificabile.
Ma il problema, forse, è proprio l’essenza di una sfida che Berlusconi vive con un furore agonistico che poco o niente dovrebbe avere a che fare con il ruolo di garanzia di chi siede nel colle più alto. Qui non si tratta di vincere una coppa, di mettersi una medaglia al collo. Si tratta invece di accollarsi una responsabilità enorme, la responsabilità di essere simbolo concreto di unità del paese nei prossimi sette anni.
La verità? Berlusconi porta in sé il virus di un bipolarismo muscolare di cui ha per decenni voluto rappresentare in tutto e per tutto l’essenza tattica, strategica ed ideologica.
È il fatto stesso che Berlusconi abbia “inventato il centrodestra” – come gli ha detto Salvini – che lo rende inadatto a conquistare il grande slam della politica italiana: leader di partito, signore e padrone di una coalizione, premier per anni e infine presidenza della Repubblica. Decisamente un po’ troppo. Come spiega Aldo Cazzullo Silvio Berlusconi non ha più la forza di tornare al potere ma ha ancora quella di impedire la nascita di qualcosa di nuovo, a destra.
Berlusconi è l’essenza stessa di una politica divisoria. Ed è questa sua caratteristica che porta Gaetano Quagliariello a dire, anche se a mezza bocca, la verità che nessuno oggi sembra avere il coraggio di dire: “Siamo consapevoli che la candidatura di Berlusconi rischia di rallentare, o addirittura di vanificare, la costruzione di un grande partito liberale europeo, l’obiettivo a cui teniamo e che per noi va anche oltre il Quirinale”.
Prima traduzione: la candidatura di Berlusconi non c’entra proprio nulla con una politica fondata sulla sacralità del dialogo, sulla possibilità di alleanze alternative. Insomma, con una politica finalmente e sanamente liberale in cui le categorie amico/nemico siano finalmente messe in soffitta.
Seconda e definitiva traduzione: Berlusconi sogna di diventare protagonista del post berlusconismo con metodi tutti “berlusconiani”, dalla caccia al voto, ai patti di ferro, alla fedeltà, alle telefonate, ai regali, alle promesse… Ma per fare il presidente della Repubblica il primo vaccino che serve è proprio quello contro il berlusconismo.
E quello Berlusconi proprio non lo ha voluto fare. Nonostante il suo medico personale: Gianni Letta.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
L’AMICO SI SCAGLIA CONTRO I NO VAX : “AVEVA IL COVID, LE VOSTRE IDEE LO HANNO UCCISO“
Leader dei No vax dell’Abruzzo, Luigi Marilli, 63 anni è morto nell’ospedale di Pescara, dove è era ricoverato. Referente territoriale per la sua regione di Liberiamo l’Italia, è stato tra i primi a combattere la guerra contro i vaccini e l’obbligo di Green pass.
Originario di Taranto, Marilli da molto tempo viveva in Abruzzo, attivista sempre in prima linea, aveva presieduto tutti i principali eventi di protesta in piazza degli ultimi mesi.
«Notizie come quella della scomparsa del nostro amato Luigi Marilli, membro della Direzione Nazionale di Liberiamo l’Italia, tra i fondatori della Marcia della Liberazione e portavoce del Fronte del Dissenso dell’Abruzzo, sono quelle che mai si vorrebbero ricevere», scrivono i compagni di protesta in una nota ufficiale sul sito del movimento, non facendo mai accenno però alle cause della morte.
«La sua forza d’animo, testimoniata dall’instancabile attività di guida e di coordinamento del Comitato abruzzese di Liberiamo l’Italia e anche di altre forze di resistenza nel suo territorio, proveniva dalla certezza e dall’orgoglio di star lottando sempre per la giustizia, per l’uguaglianza e per la libertà dei popoli e in particolare del suo popolo: il popolo italiano».
Il movimento lo ricorda anche su Facebook ma nessuna delle dediche spiega cosa abbia causato il ricovero e poi il decesso del No vax Luigi Marilli.
Si deve scorrere tra i commenti di chi lo saluta per capire dal suo caro amico Marino Recchiuti la causa del decesso: «È morto di Covid», scrive. Il commento è in risposta a un utente che chiede se Marilli fosse malato. Ma lo sfogo di Recchiuti è continuato sotto il post del comitato regionale No vax: «È morto un amico vero .. Mio.. che conosco da oltre 15 anni.. Che lavorava con me.. e che si sarebbe salvato se non avesse seguito le vostre ideologie anziché i consigli della sua famiglia e dei suoi amici. Una famiglia ora distrutta .. Gli amici quelli veri distrutti.. Vi dovreste vergognare tutti solo a citare il suo nome. Lo avete sulla coscienza. Non ho parole ma solo profondo ribrezzo».
L’amico di Marilli contiua: «Le vostre idee lo hanno portato alla morte. Lui ha sbagliato ma era una persona splendida e gli posso perdonare tutto. Ma a chi lo ha supportato in questa orrenda visione distorta della realtà non posso perdonare nulla. Le idee si cambiano gli affetti restano e sono intrisi di dolore e rabbia».
Marilli lascia la moglie Anna Maria, i figli Antonietta e Tiberio e due nipoti. I funerali si terranno nel Santuario della Madonna dei Sette Dolori, proprio la chiesa dove i No mask, diversi mesi fa, si presentarono in gruppo per una manifestazione di protesta durante una celebrazione, creando non poco subbuglio.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
MA I VACCINATI CON DUE DOSI NON SONO ANCORA L’87 PER CENTO
È il dato più alto dall’inizio della quarta ondata e fa arrivare il numero complessivo di vaccinati (almeno con una dose) a quota 49milioni. Quattro mesi fa si erano contate oltre 96mila dosi in un giorno
Mentre i bollettini giornalieri segnalano picchi di contagi mai registrati finora, anche sul fronte (più incoraggiante) dei vaccini l’Italia raggiunge un record assoluto di somministrazioni mai conteggiato dall’inizio della quarta ondata.
Secondo i dati del governo nella giornata di ieri, 15 gennaio, sono state effettuati quasi 92 mila prime dosi di vaccino anti Covid.
La cifra è il dato più alto dall’inizio della quarta ondata e mai più registrato dallo scorso 6 settembre, quando si arrivò a oltre 96 mila iniezioni giornaliere effettuate. Attualmente il conteggio delle somministrazioni riporta un totale di 120 milioni di dosi iniettate, con 49 milioni di italiani over 12 che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino o sono guariti dal virus negli ultimi sei mesi.
Gli over 12 che risultano invece aver completano il ciclo vaccinale con due dosi sono invece 46.867.461. 26.626.304 quelli che hanno scelto di fare anche la dose booster.
Il 10 gennaio scorso il record di somministrazioni aveva riguardato in modo particolare la fascia over 50, con 41.500 non ancora immunizzati che hanno deciso di sottoporsi al vaccino anti Covid.
L’effetto obbligo vaccinale per questa fascia d’età si era già fatto notare nella data di partenza della direttiva. L’8 gennaio gli scettici corsi negli hub vaccinali erano stati 15.239: il triplo della media registrata nei 7 giorni precedenti, quando i nuovi over 50 vaccinati erano stati circa 5.500.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
PAGLIACCIATA ALL’ITALIANA: CHE CI FACEVA ALLORA SUL PALCO A MILANO AD ARRINGARE I NO VAX?
Marco Melandri fa retromarcia. Dopo aver ammesso di essersi contagiato con il Covid volontariamente, l’ex pilota di MotoGp e Superbike fa dietrofront ammettendo, in un video pubblicato sui social, che la sua era soltanto una battuta: “Mi trovo dentro un uragano enorme per una frase ironica. Quando mi sono trovato a contatto con una persona negativa che mi disse di essere stata a contatto con un positivo io ho fatto una battuta dicendo che ‘prendo il Covid così avrò il green, lo prendo per necessità’. Non sarei mai andato da qualche parte per stare con qualcuno che aveva il Covid per farmi ammalare. Non lo avrei mai fatto e nemmeno consigliato al mio peggior nemico. Ne pagherò le conseguenze e mi dispiace se sono state male interpretate le mie parole”, ha detto.
Melandri, dunque, prova a ridimensionare l’uragano che si è scatenato dopo le sue parole.
Non sono passate inosservate, infatti, le sue affermazioni durante un’intervista nella quale aveva ammesso di essersi contagiato volontariamente definendo i vaccini “sperimentali e con un meccanismo diverso rispetto a tutti i vaccini del passato”.
Una battuta, quella dell’ex pilota, che ha scatenato polemiche destinate a proseguire anche nei prossimi giorni.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
IL SUO AGENTE: “ANDY NON SI PRESTA A DARE CREDIBILITA’ A REGIMI CHE NEGANO I DIRITTI UMANI“
Il tennista scozzese Andy Murray non è nuovo a forti prese di posizione, e quella appena dichiarata dal suo agente Matt Gentry è di quelle importanti nel contesto geopolitico mondiale.
L’agente di Murray e cofondatore della 77 Sport Management ha infatti parlato prima dell’Australian Open della decisione di Murray di rifiutare offerte provenienti dall’Arabia Saudita per questioni morali: “Ha rifiutato alcune cose in Arabia Saudita e non credo che avrebbe giocato lì per via di quello che è successo“.
Il Paese saudita è guidato dal reale Mohammad bin Salman Al Sa’ud, il quale si sta impegnando fortemente per dare visibilità internazionale all’Arabia Saudita tramite l’organizzazione di eventi sportivi e non e tramite accordi con “ambasciatori” come Matteo Renzi, molto criticato per i suoi rapporti con il Paese mediorientale.
Proprio la condotta dell’Arabia Saudita e del suo presidente è sotto attacco dalla stampa internazionale, con bin Salman che solo di facciata si impegna al rispetto dei diritti umani nel suo Paese, mentre i rapporti dell’intelligence statunitense lo individuerebbero come probabile mandante per l’uccisione del giornalista Jamal Kashoggi (reo di essere stato critico verso il regime), fatto a pezzi all’interno dell’ambasciata saudita ad Istanbul.
Gentry ha spiegato al dettaglio i motivi del rifiuto di Murray e le implicazioni economiche che avrebbe avuto nell’accettare la proposta del Paese mediorientale. “Hanno pagato somme di denaro sbalorditive per convincere i giocatori a venire a giocare partite di esibizione, e lui semplicemente non era interessato. Se sei un ex giocatore numero 1 al mondo, in Medio Oriente potresti potenzialmente guadagnare uno/due milioni di dollari per una partita di esibizione [Novak Djokovic e Rafael Nadal avrebbero dovuto giocare un match d’esibizione in Arabia Saudita nel 2018, ma la partita venne cancellata per via di un infortunio occorso al maiorchino, ndr]. […] Se sente fortemente una questione, è nella fase in cui non ha problemi a parlarne in pubblico e a creare un dibattito. Non credo che abbia paura di esprimere la sua opinione al riguardo“.
Una questione che riguarda tutto il mondo dello sport, con la Formula 1 che ha stretto forti rapporti con l’Arabia Saudita e ha deciso di correre lì per la delusione del suo campione Lewis Hamilton, che ha dichiarato di non gradire la decisione ma di aver corso soltanto perché è stato stabilito così dai capi del suo sport.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 16th, 2022 Riccardo Fucile
LA CORTE FEDERALE HA RESPINTO ALL’UNANIMITA’ IL RICORSO DEL TENNISTA NO VAX… MOLTI SPONSOR SI RITIRANO, DJOKOVIC PERDERA’ 30 MILIONI DI EURO
Novak Djokovic non giocherà gli Australian Open, lo Slam al via domani che ha vinto 9 volte in carriera, e ha lasciato Melbourne alle 12.30 con un volo Emirates per Dubai. Finisce così la telenovela tra il campione serbo di tennis e il governo australiano. L’appello ha dato ragione al governo, che lo ritiene un pericolo pubblico per le sue posizioni no-vax, un rischio per la collettività.
Questa la sentenza dei tre giudici che, all’unanimità, hanno deciso contro il numero uno del ranking mondiale e a favore del provvedimento del ministro dell’Immigrazione Hawke che gli aveva di nuovo revocato il visto. Djokovic non potrà tornare in Australia per i prossimi tre anni se non per motivi impellenti e dovrà anche pagare tutte le spese legali.
Finisce così l’odissea che ha tenuto incollato il mondo intero su Melbourne. Finisce nel modo forse più ovvio, ma per nulla scontato.
Ha perso Djokovic, ha vinto il ministro del’Immigrazione Hawke.
Ha vinto un principio sacrosanto e inviolabile, al di là di ogni altra considerazione: le leggi sono uguali per tutti, anche per chi, come Djokovic, ha dato la sensazione di sentirsene al di sopra, presentandosi in Australia senza vaccino obbligatorio, in barba a qualunque regola o norma sanitaria.
Il campione serbo è stato anche condannato a pagare le spese processuali. Spiccioli rispetto a quello che, secondo le stime degli esperti, rischia di costare questa sua ostinata battaglia no-vax: circa 30 milioni di euro in sponsor nel 2022, a cui si aggiungono i mancati montepremi.
Oltre all’edizione 2022, che scatta domani senza il numero uno al mondo, Djokovic potrebbe perdere anche le due successive: l’annullamento del visto, infatti, secondo le leggi australiane, ha validità per tre anni. Se fosse confermato, significherebbe dire addio, di fatto, allo Slam che ha vinto nove volte e di cui è stato dominatore indiscusso negli ultimi 15 anni.
Il verdetto del giudice capo James Allsop è arrivato a seguito di una decisione unanime dei tre giudici che hanno ascoltato il caso a Melbourne.
Come ha sottolineato il presidente della Corte Suprema James Allsop prima di annunciare la decisione, il compito della corte era semplicemente quello di valutare se la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke fosse illegale, irrazionale o legalmente irragionevole.
La corte ha ritenuto che i motivi delineati dagli avvocati di Novak Djokovic non lo dimostrassero. Significa che era corretta la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke di annullare i visti di Djokovic
C’è anche una gradita sorpresa per i colori azzurri, in seguito all’annullamento del visto di Novak Djokovic. L’Atp, inftti, ha deciso che il suo posto sarà preso da un lucky loser che è l’italiano Salvatore Caruso, numero 150 del mondo.
(da agenzie)
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