Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
LOTTI: “SCUSE VIGLIACCHE”, PITTELLA: “UN DELITTO PERFETTO”
Nelle ore dell’approvazione delle liste per le prossime elezioni politiche, nel Pd non sono mancate le polemiche per alcune scelte messe nero su bianco dalla direzione nazionale del partito.
Dopo essere stato escluso dalle liste, l’ex presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha scritto su Twitter: «Un delitto perfetto! Calpestati diritti, principi, territorio, storia e democrazia! Nella vita ci vuole dignità! Buona fortuna».
La senatrice Monica Cirinnà, uscendo dalla direzione del partito, ha detto: «La mia avventura parlamentare finisce qui, domani comunicherò la mia non accettazione della candidatura». «Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra», ha aggiunto Cirinnà. «Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori».
Tra i big esclusi dalle liste, anche l’ex ministro Luca Lotti. Gli esponenti della sua corrente, Base riformista, non hanno partecipato al voto sulla definizione delle liste.
Lotti ha commentato: «Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è». «Dispiace, e non poco, scoprire che i dirigenti del mio partito abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo», ha aggiunto Lotti. «La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche».
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
I PROFILI DI RACHELE SCARPA, CATERINA CERRONI, RAFFAELE LA REGINA E MARCO SARRACINO
È il coordinatore della segreteria Marco Meloni a leggere nella serata di Ferragosto i nomi dei candidati nel corso della riunione della direzione dem: così si apprende che quattro giovani under 35 saranno capolista del Pd alle prossime elezioni. Si tratta di Rachele Scarpa, Caterina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino. È quanto si apprende da fonti dem mentre è in corso la direzione nazionale del partito.§
Sono i fantastici quattro, tutti al di sotto dei 35 anni. L’obiettivo del segretario dem Enrico Letta è chiaro: «Dare spazio e attenzione ai giovani». Non sono ancora noti al grande pubblico, sebbene siano impegnati da anni sui territori di appartenenza.
Rachele Scarpa, 25 anni, l’ex sardina che sogna un «Veneto inclusivo»
Già candidata nel 2020 come indipendente nella lista Pd a favore di Arturo Lorenzoni alle regionali vinte dal leghista Zaia, Rachele Scarpa, 25 anni, originaria di Treviso, si è diplomata al Classico. Laureanda in Lettere antiche all’Università di Padova, è stata coordinatrice provinciale e regionale della Rete degli Studenti Medi e ha fatto esperienza sul campo con il movimento delle Sardine. Difende il diritto al lavoro, lotta contro le diseguaglianze di genere e sogna «una regione Veneto più inclusiva, più solidale, più aperta e più pulita» ha scritto sui social.
Caterina Cerroni, 31 anni: l’enfant prodige femminista che lotta per l’ambiente
È nata ad Agnone, in provincia di Isernia, Caterina Cerroni e correrà in Molise. Ha 31 anni ma già a 15 si è avvicinata ai movimenti di sinistra prima di iscriversi al Pd dopo la maturità. La prima elezione è a 19 anni nel Consiglio comunale della sua città, prima di far parte dei Giovani democratici. Il suo primato resta quello delle Europee del 2019 quando viene eletta nelle liste dem: è la candidata più giovane in Italia. Il suo impegno è nel segno della coerenza: se vogliamo dare spazio ai giovani, allora il partito deve offrire «candidature eleggibili, come accade per i rappresentanti delle organizzazioni giovanili dei partiti progressisti di ogni parte d’Europa». Lotta contro il precariato, a favore della scuola e della salvaguardia dell’ambiente. Sensibile alle tematiche di genere, ha chiesto al Pd di rompere quel «tetto di cristallo che esiste anche all’interno del partito». Le donne ci sono, certo, «ma non quelle che guidano il processo decisionale. Vogliamo più profili femministi e vogliamo decidere» afferma. È per l’approvazione del matrimonio egualitario.
Raffaele La Regina, 29 anni: il tifoso nerd che scommette sul Mezzogiorno
Una laurea in Scienze Politica e Relazioni internazionali all’Università Federico II di Napoli: questa la formazione di Raffaele La Regina, nato a Potenza 29 anni fa. Nel 2016 ha discusso una tesi in Storia delle istituzioni politiche sulla questione meridionale e la figura di Francesco Saverio Nitti. Sul fronte politico è segretario del Pd della Basilicata dal dicembre 2021 e ha collaborato con il dem Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la Coesione territoriale nel governo Conte II. Fa parte dell’assemblea nazionale del Pd: «tifoso del Potenza Calcio, nerd orgoglioso» scrive di sé sui social, mentre nel suo curriculum per le Scuole Politiche volute da Letta, si dice «legatissimo al Mezzogiorno ed in particolare alla sua terra di origine, la Basilicata». Oggi è iscritto al corso di laurea Magistrale di Scienze della Pubblica Amministrazione a Napoli. «Un’agenda sociale che metta al centro le giovani generazioni, il lavoro e la transizione, ma anche questioni civili come l’eutanasia legale, la cannabis, il ddl Zan», questo ha chiesto al Pd.
Marco Sarracino, 32 anni: più soldi agli insegnanti per un’Italia competente
Nonostante la sua giovane età, Marco Sarracino, è componente della direzione nazionale dem dal 2013. Segretario del Pd di Napoli, laureato in Economia aziendale all’Università Federico II, è stato segretario dei Giovani democratici della Campania. Condivide l’impegno di Letta ad aumentare lo stipendio a favore degli insegnanti. Quando il centrosinistra ha annunciato le candidature di Carlo Cottarelli, Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro ha twittato entusiasta: «Questa è l’Italia che vogliamo: più giusta, più competente, con più diritti!».
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
COTTARELLI CANDIDATO A MILANO, CRISANTI IN EUROPA… ESCLUSO LOTTI MENTRE CIRINNA’ RIFIUTA LA CANDIDATURA
La direzione nazionale del Partito democratico ha approvato le liste per le candidature in vista delle prossime elezioni politiche. Il segretario Enrico Letta sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto, mentre Carlo Cottarelli sarà candidato al Senato a Milano.
Le liste sono state approvate con 3 voti contrari e 5 astenuti. Il professore e microbiologo Andrea Crisanti sarà invece candidato come capolista in Europa. Secondo fonti dem, nella composizione delle liste è stata rispettata la parità di genere. Tra i nomi anche quelli del deputato e costituzionalista Stefano Ceccanti e di Tommaso Nannicini.
Candidate Beatrice Lorenzin (in Piemonte e in Veneto) e Debora Serracchiani (Piemonte e Friuli Venezia Giulia). In Lombardia, oltre a Letta ci sono Lia Quartapelle, Gianni Cuperlo ed Elena Carnevali. Nicola Zingaretti e Marianna Madia sono candidati in Lazio, Andrea Orlando in Liguria, Pier Ferdinando Casini in Emilia-Romagna, Roberto Speranza in Campania, Erasmo Palazzotto in Sicilia.
Letta: «Impossibile ricandidare tutti»
Tra i capilista nei plurinominali anche quattro under 35: il segretario metropolitano di Napoli Marco Sarracino, il segretario regionale della Basilicata Raffaele La Regina, la vicesegretaria a Treviso Rachele Scarpa e la segretaria dei Giovani democratici Caterina Cerroni.
Il segretario ha commentato: «Potevo imporre persone “mie’ ma non l’ho fatto perché il partito è comunità. Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni. Mi è pesato tantissimo».
«Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti. Impossibile per il taglio dei parlamentari ma anche per esigenza rinnovamento», ha aggiunto Letta. Tra i big esclusi ci sarebbe anche Luca Lotti. La senatrice Monica Cirinnà ha invece annunciato che rifiuterà la candidatura.
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
IL FRATELLO DI STEFANO BUFFAGNI, QUELLI DI ELISABETTA TRENTA E DI GIORGIO SORIAL, E PURE IL COMPAGNO DELLA DADONE, ERGYS HAXHIU
-La consultazione in rete degli iscritti del Movimento 5 Stelle si apre alle 10, ma le parlamentarie che raccoglieranno le preferenze online degli iscritti per la composizione delle liste nei collegi plurinominali sono già un caso «di famiglia».
Tra le autocandidature degli aspiranti deputati e senatori impossibile non notare una serie di «parenti d’arte» di esponenti politici già eletti in passato tra le fila pentastellate e che hanno ricoperto ruoli anche rilevanti all’interno del partito. Alcuni di questi non avevano potuto ripresentarsi per via della regola del doppio mandato, ma in vista del voto online alcuni cognomi, pur con nome diverso, sono apparsi subito familiari.
Candidato alla Camera nel collegio Lombardia 1 c’è Davide Buffagni, 32enne fratello di Stefano, deputato ed ex viceministro allo Sviluppo economico. Ergys Haxhiu, compagno della ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, invece si candida nel collegio Piemonte 2, mentre Paolo Trenta, non è altri che il fratello di Elisabetta, ministro della Difesa nel primo governo Conte. Poi ci sono Samuel Sorial, fratello dell’ex deputato Giorgio, e una serie di collaboratori e vecchie conoscenze del Movimento nella XVII legislatura.
Vecchie conoscenze
Non solo parenti. Tra le centinaia di candidati presenti, gli ex deputati Paolo Bernini, Michele dell’Orco (sottosegretario ai Trasporti del primo governo Conte) e Bruno Marton, senatore fino al 2018 e poi collaboratore di Vito Crimi.
In lizza per la Camera anche Andrea Mazzillo, per un anno assessore al Bilancio nella giunta capitolina di Virginia Raggi. Al Senato guarda invece Andrea Venuto, ex delegato della sindaca all’Accessibilità Universale.
Nel listino blindato di Conte, già oggetto di polemiche, ci si aspetta la presenza di quattro vice come Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde e Mario Turco, ma non mancheranno big come Stefano Patuanelli e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Poi personalità della società civile come l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho e Dario Vassallo, fratello del sindaco antimafia ucciso nel 2010 Pollica, Angelo. Pasquale Tridico ha invece smentito via Twitter una sua possibile candidatura.
Caso Calabria
Polemiche in Calabria per la norma che consente di candidarsi in un collegio diverso da quello di residenza, per via di Vittoria Baldino, che era già stata eletta nel Lazio. Per questo motivo è stata addirittura oggetto di un esposto inviato a Giuseppe Conte e al comitato di garanzia pentastellato da Alessia Bausone, «perché beneficiata da una presunta attività clientelare che avrebbe favorito la candidatura di Baldino.
Parola agli iscritti
La consultazione degli iscritti sulle autocandidature delle parlamentarie durerà fino alle 22. Ciascun iscritto potrà esprimere da una a tre preferenze. In ogni caso, all’esito delle votazioni, nell’ambito di ciascuna lista nei collegi plurinominali, i candidati saranno elencati in ordine alternato di genere e, nel complesso delle liste nei collegi plurinominali (per il Senato a livello regionale e per la Camera a livello nazionale). «Nessuno dei due generi potrà essere rappresentato nella posizione di capolista in misura superiore al 60%», si legge sul sito del Movimento 5 Stelle.
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
OLTRE AI 4 VICE E AI BIG APPENDINO E PATUANELLI, CI SONO L’EX MINISTRO COSTA, L’ESPERTO IN POLITICHE ENERGETICHE DE SANTOLI E UNA PATTUGLIA DI FEDELISSIMI
Sono 15 i componenti del “listino bloccato” con cui Giuseppe Conte presenta il Movimento 5 stelle alle prossime elezioni politiche. Spiccano i nomi di Federico Cafiero De Raho, magistrato, ex procuratore nazionale antimafia, e di Roberto Scarpinato, magistrato antimafia.
Alla vigilia delle parlamentarie – martedì 16 agosto si vota fino alle 22 – il leader M5S ha indicato le personalità che “in ragione dell’esperienza maturata e dei ruoli che hanno ricoperto o ricoprono, assicureranno quella continuità di azione e di esperienza necessaria per affrontare la nuova legislatura”.
Fanno parte dell’elenco l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, la senatrice M5S e sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia; la presidente dei senatori M5S Maria Domenica Castellone; il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli; e ancora il notaio Alfonso Colucci, fedelissimo di Conte, nell’organigramma del M5S in qualità di “organo di controllo” con il compito di vigilare, tra le altre cose, sulle “deliberazioni degli Organi associativi”; l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa; il prof. Livio De Santoli, docente della Sapienza esperto di politiche energetiche; i quattro vice Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde e Mario Turco; il senatore Ettore Licheri e il deputato Francesco Silvestri.
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
SE CONTINUA COSÌ, A COLPI DI 100 MILA COPIE PERSE OGNI ANNO, NEL GIRO DI UNA DOZZINA D’ANNI NON CI SARÀ PIÙ UNA COPIA DI CARTA IN CIRCOLAZIONE
Le vendite in edicola dei giornali quotidiani italiani nel mese di giugno confermano la crisi. Un altro dieci per cento del mercato si è dileguato. Se continua così, a colpi di 100 mila copie perse ogni anno, nel giro di una dozzina d’anni non ci sarà più una copia di carta in circolazione.
Che fine farà la più o meno libera ma abbastanza variegata informazione professionale nella nostra cara Italia? Resteranno le varie “Bestie” e i social network, roba buona per gli zombie di Beppe Grillo.
I risultati di questa auspicabile evoluzione sembrano purtroppo modesti. A fronte di poco più di 1,1 milioni di copie vendute in edicola nel giugno del 2022, gli abbonamenti digitali sono stati 439 mila, appena 25 mila in più sul 2021. Cioè: l’edicola vende un 10% in meno di copie di carta mentre quelle digitali non prendono momento, crescendo solo del 6%.
A fronte dei 25 mila abbonamenti in più, ci sono 126 mila copie perse in edicola. All’interno del numero ci sono miglioramenti e peggioramenti ma qui mi limito al dato complessivo.
Negli anni ‘60 e ‘70 i giornali erano dati per spacciati. Poi arrivò la legge 81 del 1981, che inaugurò un ventennio glorioso, si arrivò a vendere sette volte il numero di copie di oggi.
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
I DUE HANNO PRECEDENTI PENALI… IN ITALIA NECESSITA PULIZIA “ETICA”, SPURGARE LE FOGNE RAZZISTE
Lo hanno prima minacciato, brandendo i loro coltelli a serramanico e aggredendolo per via del colore della sua pelle, poi lo hanno rapinato prima di bucare le gomme della sua bicicletta e gettarla sui binari.
È accaduto nella stazione ferroviaria di Carnate, Monza e Brianza, dove un operaio di 41 anni si trovava dopo esser sceso dal treno per fare rientro a casa dopo una giornata di lavoro. I due aggressori erano già noti alle forze dell’ordine: si tratta dei trapper Jordan e Traffik.
Tutto è successo domenica pomeriggio nella stazione di Carnate. L’uomo, un 41enne, era sceso dal treno e stava attraversando il sottopassaggio prima di inforcare la sua bicicletta quando è stato avvicinato dai due giovani (di 26 e 25 anni) che hanno iniziato a minacciarlo: “Vogliamo ammazzarti perché sei nero”.
L’operaio, intimorito, ha lasciato cadere la sua bici e ha lasciato sul posto lo zaino che aveva con sé e prova ad allontanarsi. Ma i due iniziano a inseguirlo brandendo due coltelli e continuando a insultarlo e minacciarlo con epiteti razzisti.
Il 41enne di origine nigeriana riesce a uscire dal sottopassaggio, sbucando in via Libertà. E lì si accorge che i due aggressori avevano desistito dall’inseguimento. Allora l’operaio è tornato indietro per recuperare quanto lasciato durante la sua corsa, ma una volta arrivato sul posto ha visto i due intenti a sottrarre il contenuto del suo zaino.
A nulla è servito il suo appello: quel che era presente nel borso e quella bicicletta erano strumenti ineludibili per il suo lavoro. Nonostante questo appello, i due trapper hanno iniziato nuovamente a minacciarlo. E, non contenti, uno dei due ha squarciato le ruote della bici con il suo coltello a serramanico, prima di gettare sia la bicicletta che lo zaino sui binari.
La vittima, nel frattempo, è riuscita a scattare alcune foto che poi ha consegnato alle forze dell’ordine. E, anche grazie alla sua descrizione, nel giro di poche ore i due sono stati individuati.
Anche perché Jordan e Traffik (al secolo il brianzolo Jordan Tinti e il romano Nicola Fagà) sono due trapper molto conosciuti. Non tanto per la loro musica, ma per le loro “imprese criminali”.
Il primo, tra l’altro sotto sorveglianza speciale, è stato più volte arrestato per comportamenti e atteggiamenti violenti (dalle canzoni contro la Polizia alle minacce social contro Vittorio Brumotti); il secondo, invece, era già stato condannato per violenze contro l’ex fidanzata. E ora per i due è stato confermato il fermo in carcere con l’accusa di rapina con l’aggravante razziale.
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
IDENTIFICATO DALLA POLIZIA POSTALE, ORA INIZIERA’ A PIAGNUCOLARE
Gli utenti italiani, in particolar modo quelli razzisti e omofobi, pensano di non poter subire alcuna conseguenza per i loro comportamenti, spesso celandosi dietro profili social “anonimi” e impersonali.
Purtroppo per loro (per usare un eufemismo), questo è un ulteriore e grande segno di ignoranza: perché la Polizia Postale e le autorità giudiziarie possono risalire, senza troppi problemi, alla loro identità.
Ed è quel che accadrà a un leone da tastiera della prima ora che ha ben pensato di insultare Aboubakar Soumahoro e di farla liscia. Ma non sarà così, visto che è già scattata la denuncia.
L’utente, che già nel nome indica il suo orientamento politico, ha insultato ed etichettato con una serie di epiteti di stampo razzista, il sindacalista di origini ivoriane che sarà uno dei candidati (insieme a Ilaria Cucchi) di Europa Verde e Sinistra Italiana alle prossime elezioni Politiche in programma il 25 settembre. Frasi il cui unico senso è quello della discriminazione basata sul colore della pelle e la provenienza geografica.
“Sentire sto neg*o di mer*a la cui arroganza non ha limiti che vuole diritti e dire che è italiano mi fa davvero arrabbiare tornate in Africa neg*i di mer*a tutto questo succede grazie ai pidioti ladroni che lucrano su questi zulù di mer*a”.
Un vero e proprio flusso di coscienza, ma possiamo escludere che a scrivere questo “capolavoro” intriso di razzismo sia stato James Joyce o Virginia Woolf. E agli insulti – in un italiano stentato, soprattutto per l’assenza di una qualsivoglia forma di punteggiatura – dei leoni da tastiera, non si può che rispondere con una azione legale.
“Ad ogni persona la propria modalità di esprimere il proprio pensiero sulla mia candidatura. Ho conferito mandato ai legali di denunciare ogni espressione diffamatoria o razzista. Nulla può fermare il vento della speranza! Avanti con coraggio, umiltà e determinazione!”.
(da agenzie)
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Agosto 16th, 2022 Riccardo Fucile
IL CONSIGLIERE DI ZELENSKY PODOLYAK: “LA CRIMEA OCCUPATA DAI RUSSI SIGNIFICA L’ESPLOSIONE DEI MAGAZZINI E L’ALTO RISCHIO DI MORTE PER GLI INVASORI E I LADRI”
Le esplosioni odierne in una base militare vicino alla città di Dzhankoi, nella Crimea occupata dai russi, rappresentano l’inizio della “demilitarizzazione” della penisola: lo scrive su Twitter il consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak.
Lo riporta Ukrinform. Da parte sua, il capo del Mejlis del popolo Tataro di Crimea, Refat Chubarov, ha affermato che un magazzino di munizioni russo nella base di Dzhankoi è stato colpito.
“La mattinata vicino a Dzhankoi è iniziata con le esplosioni. Un promemoria: La Crimea di un Paese normale significa il Mar Nero, le montagne, la ricreazione e il turismo, ma la Crimea occupata dai russi significa l’esplosione dei magazzini e l’alto rischio di morte per gli invasori e i ladri. Demilitarizzazione in atto”, ha scritto Podolyak.
La settimana scorsa Kiev ha lanciato un attacco contro la base russa di Saky, in Crimea, usata da Mosca per sferrare attacchi contro le forze ucraine nel teatro meridionale, come ha spiegato un alto funzionario militare di Kiev.
L’attacco è costato a Mosca otto aerei da combattimento e secondo l’intelligence britannica ha “notevolmente ridotto” la capacità aeronautica della Flotta del Mar Nero della Marina russa.
(da agenzie)
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