Gennaio 11th, 2016 Riccardo Fucile
BERLINO: “NULLA GIUSTIFICA VIOLENZE CONTRO MUSULMANI”… LA TESTIMONIANZA DI UN GIOVANE IRACHENO: “ERANO MAROCCHINI E ALGERINI UBRIACHI, LA POLIZIA STAVA A GUARDARE”
Un gruppo di hooligan, rocker e buttafuori ha lanciato una “caccia all’uomo nel centro storico di Colonia”, come reazione alle violenze subite dalle donne a San Silvestro. L’iniziativa, di cui riferisce il Koelner Express, sarebbe nata su Facebook.
La polizia sta indagando su eventuali collegamenti con attacchi avvenuti ieri sera.
“Nulla giustifica quello che è stato riferito dal presidente del Consiglio centrale dei musulmani tedeschi”, ha detto il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, rispondendo ad una domanda sulla denuncia fatta dal presidente dei musulmani tedeschi sull’ondata d’odio che sta colpendo i musulmani in Germania dopo le violenze di Colonia.
Sei pachistani sono stati attaccati a Colonia, ieri sera, nei pressi della stazione, da un gruppo di 20 persone. Lo riferisce la polizia, secondo cui due degli aggrediti, feriti, sono stati soccorsi in ospedale. Successivamente, anche un siriano di 39 anni è stato attaccato e lievemente ferito. La polizia indaga per lesioni corporali.
Si aggiunge una testimonianza importante sui fatti di Capodanno.
“Litigavano, lanciavano petardi. Erano ubriachi fradici. Li ho visti circondare una ragazza, in quattro o cinque. Lei avrà avuto forse 25 anni, era sola e terrorizzata. Piangeva e non sapeva che fare. La toccavano, la palpeggiavano”.
È questo il racconto di un ragazzo iracheno, Mohammed – riportato dal quotidiano la Repubblica -, presenta in piazza a Colonia la notte di Capodanno dove si sono verificate decine di molestie sessuali nei confronti delle donne.
Verso le undici alcuni immigrati hanno cominciato ad azzuffarsi. Non so chi fossero, credo marocchini e algerini, sembravano ubriachi, si lanciavano i petardi addosso. La polizia stava lì, sembrava non sapesse cosa fare.
Gli amici tedeschi che erano con me mi han detto che non avevano mai visto nulla di simile.
Escludo ci fosse qualcuno che dava ordini. Ma queste persone si muovevano in gruppo. Sono sicuro che molti fossero ubriachi, ho visto gli occhi arrossati. O forse erano drogati. L’idea di un coordinamento mi sembra poco probabile almeno lì in piazza, ma non posso escluderla. Credo che la gran parte fossero marocchini e algerini. Si spacciano per siriani o iracheni per chiedere asilo politico. Ma a loro non importa essere espulsi, perchè nel loro Paese non c’è la guerra. Per noi invece è questione di vita o di morte.”
Teppa da una parte e dall’altra, aumenta il clima di odio e l’Isis ringrazia.
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2016 Riccardo Fucile
TRA PARTITI LIQUEFATTI E PARTITO LIQUIDO… IL MOVIMENTO ORMAI E’ UN PARTITO, ESPOSTO A TUTTI I RISCHI DEL CASO
La natura di movimento sorto “in polemica” con i partiti “tradizionali”. E, per questo, fluido, e, al tempo stesso, refrattario all’istituzionalizzazione. Perchè rischierebbe di omologarlo al sistema che esso contesta.
Il prof. Paolo Becchi, in passato (presunto) ideologo del MoVimento, ha cancellato, nei giorni scorsi, la propria iscrizione proprio per questo motivo. Perchè il M5s avrebbe accantonato la sua “diversità ” fra i ricordi del passato.
Senza guida, con Grillo ridotto a un “ologramma”. Peggio: complice del governo.
La stampella di Renzi, con cui si è accordato per l’elezione dei giudici costituzionali. Queste critiche, in effetti, non hanno scosso il MoVimento. Becchi, d’altronde, conta poco nel M5s. E la sua uscita polemica appare un tentativo di trovare un po’ di spazio mediatico, per non finire del tutto dimenticato.
Tuttavia, la questione sollevata, al di là di tutto, è fondata. Soprattutto, in merito alla “normalizzazione”. Come altri partiti “normali”, il M5s, infatti, è scosso da tensioni e conflitti “personali”. A Bologna, Livorno, a Parma…
Ma, prima ancora, proprio in questi giorni, è coinvolto in uno scandalo locale molto insidioso. A Quarto, dov’è accusato di essere stato “infiltrato” dalla camorra. Una sorta di “stella nera”, come ha suggerito ieri Roberto Saviano, su Repubblica.
Insomma il M5s sembra essersi svegliato, bruscamente, dal “sogno” che lo aveva trainato per molti anni. Eppure, le polemiche, interne ed esterne non sembrano averlo danneggiato. Fino ad oggi. Almeno, sul piano dei consensi.
I sondaggi, condotti negli ultimi giorni (e per questo da valutare con molta prudenza, visto che si tratta di un periodo festivo), segnalano la tenuta del M5s. Non lontano dal Pd. Penalizzato dagli scandali bancari.
Gli stessi sondaggi, peraltro, suggeriscono che, in caso di ballottaggio, come previsto dalla nuova legge elettorale, la competizione sarebbe incerta.
Come si spiega questo apparente paradosso di un M5s diviso, accusato da (ipotetici) ideologi e (reali) amministratori interni di essere divenuto un partito “normale” – come tutti gli altri – e, nonostante tutto, “premiato” dagli elettori?
La ragione più probabile è proprio questa. La fine dell’equivoco del “non-partito”, portabandiera dell’antipolitica.
Perchè, in realtà , il M5s era ed è un partito. Come tutti i soggetti politici che partecipano alle elezioni, con i propri candidati. Ed entrano, dunque, in Parlamento. Perchè i partiti sono attori della democrazia rappresentativa. Che agiscono nelle Camere per conto dei “cittadini”.
Certamente, il M5s si serve degli strumenti e dei metodi della democrazia diretta. Utilizza la Rete, promuove referendum. Ma si tratta di percorsi seguiti anche da altri soggetti politici. In sequenza inversa. In quanto utilizzano prima gli strumenti della politica tradizionale e quindi i new media .
La stessa “politica dell’anti-politica”: è un argomento utilizzato da tutti gli attori politici. Ormai da anni. Con effetti diversi. Il M5s, sicuramente, con risultati migliori degli altri. Perchè è più credibile.
Mentre, gli altri partiti – storicamente consolidati – si sono deteriorati. Non solo dal punto di vista dei comportamenti, ma sul piano organizzativo. Hanno, cioè, perduto i tradizionali rapporti con la società , con il territorio. Il M5s, invece, è presente sul “terreno” immateriale della rete. Ma, ormai, anche su quello “materiale”. Visto che, sul piano elettorale, è distribuito in modo omogeneo in tutto il Paese.
Mentre, in ambito locale, dispone di numerosi amministratori. Gli altri partiti sono “partiti” liquefatti, più che liquidi. Nella società e sul territorio.
Così se, come ho sostenuto altre volte, il M5s è una sorta di mappa della crisi rappresentativa, in questa fase ci permette di dare un senso diverso al clima d’opinione antipolitico e antipartitico. Che non esprime un cupio dissolvi . Un desiderio di distruggere rivolto ai “partiti in quanto tali”. Ma a “questi” partiti. Al modello che essi interpretano in questa fase.
Disorganizzati, a bassa intensità ideologica, non dico ideale. Ridotti a leader abili sui media e agili sui social, piuttosto che a mobilitare le piazze – e le masse.
Il problema del M5s, per questo, è duplice.
In primo luogo, la difficoltà di combinare questi diversi modelli. Di muoversi fra i media – vecchi e ancor più nuovi – e la piazza. Fra rete e territorio. Perchè, se si considera la base elettorale, evoca davvero un partito di massa, tanto è trasversale. Però fatica a intrattenere un dialogo costante con gli elettori, visto che una parte ancora elevata di essi non ha familiarità con la rete.
Inoltre, è difficile elaborare progetti e idee senza luoghi di riflessione e di elaborazione. A meno che tutto non si risolva e sia risolto nella figura di Casaleggio.
L’episodio di infiltrazione malavitosa denunciato a Quarto, per questo, potrebbe essere valutato in modo ambivalente.
Conferma della “normalizzazione” del M5s. Oppure, al contrario, come conseguenza dell’eccessiva fluidità , che lo rende contendibile e controllabile dall’esterno.
Da soggetti e organizzazioni di diversa natura. Anche poco sicura e rassicurante. D’altra parte, però, il M5s non può rassegnarsi a diventare un partito. Magari migliore. Perchè la “diversità ” è nella sua biografia. E la “legalità ” è nella sua scheda genetica. Allora, per citare Giorgio Gaber, occorre “Far finta di essere sani”. Cioè, di essere diversi. Un non-partito. A ogni costo.
Per questo, nel blog di Beppe Grillo, sono state richieste ufficialmente le dimissioni di Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto. Perchè è a rischio la stessa identità del MoVimento. Protagonista della contro-democrazia (per citare Pierre Rosanvallon). La democrazia della sorveglianza. Il M5s, garante della legalità , degli altri e anzitutto propria, non si può rassegnare a episodi di corruzione.
Non solo per ragioni etiche, ma politiche (ed elettorali). Diverrebbe un partito come gli altri. Ma molto più debole e precario.
Perchè ne imiterebbe i vizi, senza averne la storia nè le radici.
Ilvo Diamanti
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 11th, 2016 Riccardo Fucile
“MA FICO HA DETTO DI ANDARE AVANTI”
Era impaurita. E consapevole del ricatto in atto. Voleva dimettersi. Ma Roberto Fico le scrisse “vai avanti”.
Rosa Capuozzo, sindaco M5s di Quarto, piange disperata al telefono. E’ il 16 dicembre 2015, una settimana prima delle perquisizioni che riveleranno l’inchiesta sul voto di scambio camorristico e sulla tentata estorsione ai suoi danni dell’ex consigliere grillino Giovanni De Robbio.
La Capuozzo (non indagata) è intercettata al telefono con il consigliere comunale grillino Alessandro Nicolais.
L’intercettazione è agli atti dell’inchiesta del pm Henry John Woodcock, che stamane ha disposto la perquisizione dell’abitazione del sindaco.
Nicolais: Mi ha risposto Fico
Capuozzo: E’ tardi perchè domani vado via
N: dove vai?
C. Me ne vado non ce la faccio più (…) è finita è finita
N. Cosa è successo?
C. Io posso reggere qualsiasi cosa ma non finire in galera per colpa di quell’altro … è inaccettabile (piange dalla disperazione)
N. Ma che cazzo sta succedendo?
C. Alessandro è inaccettabile … o prendiamo una posizione interna o io non riesco a reggere una cosa del genere… non ce la faccio…
N. Ma è uscito fuori altro? Altre cose?
C. no.. no.. è quello è quello .. a me basta e avanza … quello non esce fuori perchè lui.. (De Robbio, ndr) è un uomo della Capitaneria di Porto… non esce l’avviso di garanzia… hai capito? Che cosa devo aspettare io? Cosa devo discutere?
N. Ma io non lo so… quello mi ha risposto Fico dieci minuti fa …e ha scritto: andate avanti tranquilli quanto prima verrò.
Vincenzo Iurillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Gennaio 11th, 2016 Riccardo Fucile
PERQUISIZIONI ANCHE IN COMUNE
I carabinieri sono nel municipio di Quarto (Napoli) dove stanno acquisendo documenti nell’ambito dell’inchiesta su presunte infiltrazioni della camorra nell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rosa Capuozzo (M5s). Perquisizioni sono in corso anche a casa del sindaco, oltre che nel suo ufficio.
Il decreto è stato adottato dal pm della Dda di Napoli Woodcock e dai procuratori aggiunti Beatrice e Borrelli. Lo scopo, secondo fonti giudiziarie, è trovare prove della tentata est
Un atto a tutela del sindaco: Rosa Capuozzo non è indagata e nell’ipotesi del pm ha subìto il comportamento del suo consigliere.
Restano ore di riflessione per il sindaco Rosa Capuozzo, e per i consiglieri del M5s alle prese con il nodo dimissioni del primo cittadino chieste ufficialmente dal blog di Beppe Grillo dai vertici nazionali del Movimento.
In nottata si è concluso un incontro fiume tra il sindaco e i consiglieri grillini.
Al momento, riferisce chi ha preso parte all’incontro, nessuna decisione è stata presa ma nell’arco della mattinata dovrebbe essere reso noto l’orientamento della Capuozzo. Un sindaco che viene definito “stravolto” per la pressione mediatica nonchè del Movimento.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Gennaio 11th, 2016 Riccardo Fucile
E’ MORTO DAVID BOWIE, CINQUANT’ANNI DI STORIA DELLA MUSICA
Pochi giorni dopo il suo sessantanovesimo compleanno è morto il Duca Bianco. L’annuncio sul suo profilo ufficiale Twitter e Facebook: “Dopo 18 mesi di lotta contro il cancro se ne è andato serenamente circondato dalla sua famiglia”. David Robert Jones (questo il vero nome di Bowie) era nato a Londra l’8 gennaio del 1947.
Poco dopo l’annuncio su Facebook, la notizia è stata confermata anche dal figlio, Duncan Jones, noto anche come Zowie Bowie, con un messaggio accompagnato da una foto di entrambi, quando il bimbo era piccolo: “Davvero addolorato e triste nel dire che è vero. Sarò fuori dalle reti sociali per un po’. Grande affetto a tutti”.
Innovatore e capace di sperimentare nuovi territori musicali, l’artista, che di recente era stato visto molto poco in pubblico, è stato una delle figure più celebrate e di successo del secolo appena trascorso.
L’8 gennaio, nel giorno del suo compleanno, è uscito il suo ultimo lavoro Blackstar. Contemporaneamente era stato pubblicato anche il nuovo video Lazarus in cui il Duca Bianco appare come l’amico di Gesù che avvolto dalle bende risorge dalla morte.
Già numero uno delle classifiche UK il suo ventisettesimo album da studio è uscito a tre anni dall’ultimo disco The Next Day, rilasciato nel marzo 2013. Due settimane fa lo stesso Bowie aveva annunciato il ritiro “definitivo e irrevocabile” dai palcoscenici che non frequentava dal 2006.
Leggenda del rock, la sua musica ha attraversato più di cinquant’anni di suono modificandosi sempre, contaminando generi diversi dal folk acustico all’elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e diventando un modello di riferimento per più di una generazione di artisti.
Come attore, dopo alcune piccole apparizioni, arrivò al successo nel 1976 come protagonista del film di fantascienza L’uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg.
Tra le sue interpretazioni più note si ricordano Furyo in Merry Christmas Mr. Lawrence di Nagisa Oshima del 1983, Absolute Beginners e Labyrinth del 1986, fino a Basquiat di Julian Schnabel del 1996, nel quale ha interpretato il ruolo di Andy Warhol.
Riservato, poco disponibile ad interviste Bowie era sposato a Imam, modella di successo fino al fatale incontro, e che poi, dopo il matrimonio nel 1992, gli è sempre stata accanto, in una delle unioni più durature dello star-system.
Aveva avuto due figli: Duncan Zowie Haywood (nato nel 1971 dal precedente matrimonio con Mary Angela Barnett) e Alexandria Zahra (nata nel 2000), ma considerata sua terza figlia anche Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman.
Nel 2008 è stato inserito al 23 º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e tra i suoi brani indimenticabili ci sono Life on Mars?, Space Oddity, Starman e Heroes.
Immediato il tributo del mondo dello spettacolo e della cultura.
Il premier britannico David Cameron ha voluto dare il suo tributo: “Sono cresciuto ascoltando e guardando il genio pop di David Bowie. È stato un maestro della re-invenzione. Una perdita enorme”.
“Sono davvero addolorato della scomparsa di David Bowie, mi dispiace molto”, ha detto Mogol, che con Bowie ha collaborato due volte: Bowie decise, verso la fine del ’69 di tentare l’ingresso nel mercato italiano dei 45 giri con la pubblicazione di Space Oddity con il testo tradotto.
“Le parole del brano, intitolato ‘Ragazzo solo, ragazza sola’ vennero scritte da me- spiega Mogol -. Fu in quell’occasione che ci fu la prima collaborazione con Bowie”.
Anni dopo il chitarrista del Duca bianco incise un raro 45 giri con “io vorrei, non vorrei…ma se vuoi” dal misterioso titolo Music is lethal firmata Battisti-Bowie. “Questa seconda collaborazione – ha aggiunto Mogol – ha permesso di rilanciare e promuovere questo brano, scritta da me e Lucio, in tutto il mondo”.
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 11th, 2016 Riccardo Fucile
UNA PROCESSIONE PER LA NASCITA DI MAOMETTO, REGOLARMENTE AUTORIZZATA, CON SLOGAN CONTRO IL TERRORISMO, SUL WEB VIENE PRESENTATA COME UNA MANIFESTAZIONE CHE INNEGGIA ALLA GUERRA DI RELIGIONE… IL VIDEO PARZIALE FATTO GIRARE SUI SOCIAL DALLA SOLITA CRICCA XENOFOBA
Una manifestazione religiosa per festeggiare la nascita di Maometto che si articola in un corteo di condanna della violenza e dei fatti di Colonia.
È successo ieri pomeriggio in pieno centro a Bolzano.
Alcuni partecipanti tengono in mano dei cartelli, sopra c’è scritto: “i musulmani non sono terroristi».
È da poco passato il mezzogiorno e nelle strade attorno al Duomo si sta tenendo una manifestazione religiosa per onorare la nascita del profeta Maometto.
La questura dice 150, gli organizzatori dell’incontro di preghiera, che si terrà a fine corteo nelle sale della parrocchia del Duomo, parlano di 300.
Fatto sta che sono in tanti. Urla a squarciagola fendono il silenzio di una sonnecchiante piazza Walther caratterizzata dal mercatino di Natale in piena dismissione.
Sono delle preghiere, ma recitate con un fervore e un tono tali da impressionare.
Non recitano solo preghiere, ma lanciano anche slogan contro la violenza dell’Isis.
Chi, incuriosito, si prende la briga di fermarsi a gettare uno sguardo, vede quanto segue: davanti un piccolo gruppetto di bambini, che anticipa uno striscione colorato, scritto in arabo. A destra e a sinistra del corteo, la scorta della questura: poliziotti e carabinieri. Qualche bus rallentato da vigili, ma nessun altro intoppo, men che meno di ordine pubblico.
Lo striscione è portato da una decina di fedeli. Uno intona, gli altri seguono, ripetendo nenie a squarciagola. Davanti per lo più fedeli originari della penisola indiana e dintorni, bengalesi, pachistani. A seguire, marocchini, nord africani, senegalesi. Il secondo gruppo prega in maniera più sommessa, meno teatrale.
I fedeli musulmani girano attorno al duomo, poi si fermano, ancora preghiere.
Uno dei portavoce spiega: «Siamo musulmani, solo questo siamo. La nostra è una religione di pace. I musulmani non sono dei terroristi».
Questi i fatti riportati dai media locali con video e foto (uno per tutti, il quotidiano “Alto Adige”).
Ma già dopo due ore sul web parte il tarocco razzista: un video parziale dove si sentono solo cori viene accompagnato da un testo in cui si parla indignati di una provocazione islamica con slogan contro i cristiani e nefandezze varie.
Ovviamente scattano le condivisioni della cricca e la notizia taroccata si diffonde: nessuno ovviamente pubblica la foto che accompagna il nostro articolo, a dimostrazione dello spirito pacifico della processione, nessuno ritira il post falso, nessuno si scusa per aver diffuso una notizia pericolosa per i conflitti sociali che può generare.
L’odio deve continuare a circolare: è lo scopo di questi fiancheggiatori di fatto dell’Isis.
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