Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
UNA DELIBERATA INTERFERENZA SUI SEGNALI GNSS E GPS PER IMPEDIRE CHE GLI APPARECCHI DI BORDO POSSANO RICEVERE MESSAGGI DI RICHIESTA DI AIUTO
La nave Mare Jonio della piattaforma umanitaria Mediterranea Saving Humans si torva in missione nel Mediterraneo centrale ormai da tre giorni.
L’imbarcazione, dopo essere rimasta sotto sequestro probatorio per più di due mesi, è partita il 22 agosto al tramonto dal porto di Licata per riprendere le attività di monitoraggio e denuncia delle violazioni dei diritti umani e per effettuare salvataggi in casi di necessità . Il team è composto questa volta da 22 volontari, guidati dal coordinatore di missione Luca Casarini, e distribuiti tra Mare Jonio e una barca d’appoggio.
Questa mattina l’organizzazione ha pubblicato un post di denuncia su Facebook: “La nave Mare Jonio sta pattugliando il Mediterraneo centrale ormai da tre giorni, mentre quella immensa distesa d’acqua è teatro, in particolare nella zona SAR a Est di Tripoli, di ripetute catture di profughi di guerra da parte della cosiddetta guardia costiera libica, coadiuvata negli interventi di intercettazione da quegli stessi assetti aerei militari di Paesi dell’Unione europea che continuano a sorvolarci”.
I volontari hanno spiegato che “ormai i comandi militari e i centri di coordinamento europei non rilanciano le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà , attraverso i canali di comunicazione radio e messaggistica previsti dal diritto marittimo e dai protocolli SAR internazionali, come sarebbe loro dovere fare, ma pare interloquiscano unicamente con le Autorità libiche”.
“Intanto — continua la Mare Jonio — a causa di una intensa (e non meglio identificata) attività militare di ‘jamming’ cioè di deliberata interferenza sui segnali gnss e gps, le nostre apparecchiature di bordo non ricevono alcun messaggio e gli stessi nostri strumenti di navigazione sono mandati in tilt. In un clima di silenzio e di connivenza da parte degli Stati dell’Ue sembra sia diventata prassi ordinaria un crimine gravissimo: respingere centinaia di persone verso un porto non sicuro in un Paese dove sono a rischio di vita e trattamenti inumani e degradanti”, denuncia Mare Jonio che continua “a navigare avendo solo i nostri occhi per osservare e denunciare quanto sta accadendo e cercare di difendere la vita e i diritti di chi è costretto a mettersi in mare”.
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
AL SINODO DELLA CHIESA VALDESE PAROLE DURISSIME CONTRO I SOVRANISTI
Il tema centrale del Sinodo della Chiesa Valdese, in corso a Torre Pellice (TO), è stato quello dei migranti: la pastora Annette Kurschus, presidente della Chiesa della Vestfalia, ha rivolto un messaggio ai delegati delle chiese metodiste e valdesi, in cui ha riservato parole di fuoco ai sovranisti che, a suo dire, “giocano in modo infame con le paure delle persone riguardo al futuro”.
“Molte chiese, anche in Germania, in questo momento si concentrano principalmente su loro stesse e sulle loro preoccupazioni a proposito della loro stessa sopravvivenza. Le minoranze, i migranti e i rifugiati non ricevono protezione nè accoglienza. Il rispetto dell’innegabile dignità umana viene sacrificato di fronte a meschini interessi particolari nazionali” ha continuato Kurschus.
Nel richiamare l’importanza di una chiesa che sia a fianco dei poveri, dei malati, delle persone che soffrono, Kurschus ha ricordato: “Su molti punti avete anticipato coraggiosamente ciò che ora è improrogabile. Il vostro impegno a nome dell’Europa intera ci indica il cammino da seguire. Mediterranean Hope, una rete ecumenica della speranza nel Mar Mediterraneo che non lascia indietro nessuno. Le attività di ricerca e soccorso in mare, a favore delle persone nel Mediterraneo, una delle frontiere più pericolose al mondo. I corridoi umanitari: un’alternativa indispensabile, per la quale vi siete battuti a dispetto di ogni resistenza. Instancabili e tenaci, avete cercato nuove strade con amore fantasioso, le avete spianate e trasformate in passaggi sicuri per i rifugiati più vulnerabili”.
(da Globalist)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
CONTE GIOCA A DEFINIRSI “GARANTE”, NON GRILLINO… I PARLAMENTARI M5S FURIOSI: “IL M5S NON E’ L’UFFICIO DI COLLOCAMENTO DI DI MAIO”
È il giorno delle veline, dei messaggi incrociati. La mattina il gelo, da Pd e M5s, all’ora di pranzo gli abboccamenti, la richiesta di segnali incrociati. I 5 stelle domandano una fumata bianca su Giuseppe Conte, dal Nazareno ne trapela una grigia chiara: “Nessuna preclusione”.
I Dem chiedono che si spazzi dal campo l’indigeribile ipotesi di Luigi Di Maio al Ministero dell’Interno, non contenti delle ripetute smentite dell’entourage del capo politico 5 stelle.
Ecco che entra in campo Palazzo Chigi, che lascia trapelare che “in presenza del presidente del Consiglio non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Di Maio, nè dal Movimento 5 stelle nè da Di Maio stesso”.
I rispettivi segnali sbloccano il dialogo, si riannodano i fili della trattativa.
Fonti 5 stelle fanno trapelare quel che filtra ormai da settantadue ore, che il leader stellato sarebbe intenzionato a traslocare alla Difesa. Ma…
Ecco il “ma” su cui si discute e ci si arrovella, in un orizzonte degli eventi che pur si è riaperto ma è tutt’altro che spianato. Di Maio punta a conservare il ruolo di vicepremier. I Dem fanno muro. “Conte è un premier pienamente in quota 5 stelle — il ragionamento fatto al Nazareno — il vicepremier deve essere unico, nostra espressione”.
Una posizione che trova un muro congiunto tra i 5 stelle e lo stesso premier uscente, che ha ribadito in tutti i colloqui che ha avuto di non voler essere considerato in quota parte, ma un garante superpartes.
Così, subito dopo essere ripartita, la trattativa si è immediatamente riannodata. Con una discussione interna al Pd, dove in ballo per la poltrona ci sono sia Andrea Orlando che Dario Franceschini. E dove anche si sta cercando di inserire Paolo Gentiloni nella partita. Come ministro degli Esteri, in subordine, ma principalmente come Commissario europeo.
Casella dove pure la disponibilità a trattare del Movimento è ampia, ma su un nome diverso, essendo di facile digeribilità quello di chi ha ricoperto per i Democratici proprio la casella di Palazzo Chigi.
Nel Movimento intanto continua il fuoco incrociato.
E’ soprattutto l’area che guarda come riferimento a Roberto Fico ad aver schiumato rabbia tutto il giorno, mentre si rincorrevano le voci di un irrigidimento di Di Maio e del suo entourage.
Nel mirino i fedelissimi come Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, che la leadership vorrebbe confermati nella squadra di governo. “Stiamo portando avanti i dieci punti per il paese o l’ufficio di collocamento di Luigi”, attacca un senatore di lungo corso, facendosi interprete di un ricambio generale della classe di governo pentastellata con la variazione di geometrie dell’esecutivo.
Una polveriera destinata ad esplodere se la situazione non si sbloccherà in serata, quando i parlamentari sono stati convocati per un’assemblea congiunta sullo sviluppo di questa grave ma non seria crisi di mezz’estate.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
LA NOTA DEL M5S FA RICOMINCIARE LA GIOSTRA
“Accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte”.
Poco prima delle 16, orario di inizio della riunione della cabina di regia del Pd, arriva un segnale dai 5 Stelle che riapre la trattativa con i Dem per la formazione di un nuovo governo.
A un passo dalla rottura, la nota dei 5 Stelle è il primo segnale di ripartenza dopo l’annullamento, voluto da Luigi Di Maio, dell’incontro tra le delegazioni dei due partiti inizialmente fissato per le 11.
Giusto in tempo per l’inizio della discussione nella war room del Nazareno, convocata per “assumere decisioni” a seguito della cancellazione dell’incontro di stamattina.
La prima parte della giornata è segnata da un fittissimo scambio di accuse, con i 5 Stelle che accusano il Pd di mettere veti su Conte e i Dem che replicano che sono le ambizioni eccessive di Di Maio a impedire un dialogo.
“Il dialogo è stato bruscamente interrotto e non capiamo perchè, speriamo di riprendere”, sottolineava prima della nota M5S il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio, ribadendo che “non c’è nessun veto su Conte, visto che ieri c’è stato un incontro tra il segretario Zingaretti e Conte”. Per la vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli “sono tre giorni che il Pd parla di proposte: salari, ambiente, sviluppo e imprese, infrastrutture, scuola e cultura. E il M5S risponde soltanto per ultimatum”.
La sabbia nella clessidra scorre veloce. Alle 16 sono iniziate le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: prima la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi il presidente della Camera Roberto Fico, infine Gruppo Misto. Pd e M5s saliranno al Colle domani pomeriggio.
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
ALARM PHONE AVEVA RICEVUTO L’ALLARME: “UN CENTINAIO DI PERSONE PIANGEVANO E URLAVANO, ABBIAMO INFORMATO LIBIA E ITALIA”… MENTRE “IL BUON PADRE DI FAMIGLIA” PENSA A FIRMARE IL DIVIETO DI INGRESSO (CARTA IGIENICA SENZA LE FIRME DELLA TRENTA E TONINELLI) ALLA ELEONORE CHE HA SALVATO ALTRI 101 NAUFRAGHI
Almeno quaranta persone sono morte annegate stanotte tentando di lasciare la Libia via mare.
Verso le 3.30 Alarm Phone ha ricevuto la segnalazione di una barca al largo della Libia “con un massimo di 100 persone a bordo” che avevano lasciato Al Khums circa 3 ore prima: “Erano in grande angoscia, piangevano e urlavano, dicendoci che la gente era già morta. Abbiamo cercato di ottenere la loro posizione Gps ma le persone erano così in preda al panico che non sono riuscite a recuperarla. Dato che la barca era ancora molto vicina alla costa libica, non avevamo altra scelta che informare le autorità di Liba e Italia. Pensiamo che nessuno sia uscito a cercarli”.
“Non siamo più stati in grado di parlare con quella gente. Alle 6 del mattino – continua Alarm Phone – un parente ci ha chiamato, dicendo che temeva per le persone a bordo. Aveva paura che fossero morti. Non sappiamo cosa sia successo a questo gruppo di migranti: speriamo ancora che siano tutti vibi, ma temiamo il peggio”.
Purtroppo, il naufragio e le morti sono state poi confermate con un tweet dall’ufficio libico dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim): “65 sopravvissuti sono stati riportati sulla costa e cinque corpi sono stati recuperati, tra loro tanti bambini”. “Abbiamo parlato con le autorità libiche. Ci hanno detto di avere accertato il naufragio. Molti sono annegati”, dice anche Alarm Phone.
Intanto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane per la nave Eleonore, battente bandiera tedesca.
Il provvedimento non ha però alcuna validità senza le firme deii ministri della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti.
Ieri la nave Eleonore, della Ong Lifeline, ha riferito di aver soccorso 101 persone a bordo di un gommone che stava affondando al largo della Libia.
Lifeline ha comunque già chiesto alla Germania di indicare un Porto sicuro.
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
ALLIBITI DALLA PRETESA DI DI MAIO DI VOLERE IL VIMINALE: “VUOLE SOLO FAR SALTARE L’INTESA, TRADENDO IL MANDATO DEI GRUPPI”… “RIDICOLO PRETENDERE DI CONSIDERARE CONTE SUPER PARTES PER POTER RESTARE ANCHE VICE-PREMIER”
Il quadro della situazione a fine mattinata è molto chiaro: con poche eccezioni l’intera compagine parlamentare del M5s comincia a mostrare segni di insofferenza verso la linea, definita irragionevole, con la quale il capo politico Di Maio sta conducendo la trattativa col Pd di Zingaretti.
Come se- è il sospetto- il leader grillino sotto sotto puntasse a far saltare il banco alzando sempre l’asticella.
Il dato che sta lasciando più allibiti è la pretesa di Di Maio, la cui inesperienza politica è sotto gli occhi di tutti, di sostituire Salvini al Viminale, altro dicastero sul quale non ha alcuna competenza se non quella, semmai di aver acriticamente appoggiato tutte le scelte più nefaste di Salvini.
Il Pd ha proposto l’attuale capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli.
Ora se, come anche molti parlamentari M5s fanno notare, la stella polare del movimento dovrebbe essere quella della competenza perchè rifiutare in maniera così perentoria di affidare il Viminale a un servitore dello Stato di lunga data e insistere per metterci Di Maio, che tra l’altro dovrebbe saltare da un ministero all’altro non avendo alcuna esperienza?
Basterebbe mettere i due curricula in parallelo per vedere chi tra Gabrielli e Di Maio potrebbe gestire meglio una fase politica nella quale il ministero dell’Interno dovrebbe essere decisivo per mettere l’istituzione al riparo da strumentalizzazioni politiche e contribuire a non dare alibi a chi cavalca odio, rancore e razzismo.
Ma non solo: ciò che lascia sconcertati molti spettatori (anche nel M5s) e l’altra pretesa sempre di Di Maio di considerare Giuseppe Conte non espressione del M5s, ma una figura super partes. Da qui la richiesta- ultimatum di vedersi riconfermato come vicepremier.
La realtà è un’altra e anche in questo caso è sotto gli occhi di tutti: Giuseppe Conte era così interno al Movimento da essere stato indicato da Di Maio come possibile ministro di un monocolore grillino. Ed è altrettanto noto che il M5s punti tutto su Conte quale figura da utilizzare in una possibile campagna elettorale. E allora perchè insistere sul fatto che sia super partes?
Le ore passano e cresce il nervosismo soprattutto tra deputati e senatori grillini che vedono avvicinarsi le elezioni anticipate e sfumare un governo che rappresenti una svolta perchè il loro capo politico, reduce da clamorose sconfitte, senta il bisogno di alzare le penne quasi come riscatto per averle tenute abbassate per più di un anno.
Oltre gli umori della base quello che è certo è che la stragrande maggioranza della compagine parlamentare M5s ha sofferto e di molto l’alleanza con Salvini, compresi quelli che si sono tenuti dentro il magone votando a favore del decreto sicurezza, della legittima difesa e il salvatagio della Diciotti.
Però Di Maio e i Di Maio boys sono la minoranza che detiene la golden share. E tutti sperano che non faccia affondare ancora una volta la barca grillina anteponendo la sua poltrona alle sorti del Movimento.
(da Globalist)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
“E’ LA MADONNA CHE GLI CHIEDE DI SVENTOLARE IL ROSARIO”… CHIAMATE UN’AMBULANZA E RICOVERATELI A PSICHIATRIA
Un sostegno che arriva dall’alto. Non da un qualcosa di terreno, ma di ultraterreno.
Ed è così che Antonio Socci, nel suo articolo pubblicato martedì 27 agosto su Libero, spiega come Matteo Salvini sia stato legittimato a ostentare il rosario e il crocifisso nel corso dei suoi comizi politici.
L’endorsement, infatti, sarebbe arrivato direttamente dall’alto dei cieli: dalla Madonna di Medjugorje. Secondo il giornalista, infatti, domenica 25 agosto nel santuario bosniaco è avvenuto un qualcosa di clamoroso.
Citiamo testualmente: «Ebbene, domenica 25 agosto, nel pieno della crisi di governo, da quel santuario è arrivata, a sorpresa, una notizia che ha creato molto malumore a Santa Marta. Perchè, a quanto pare, la Madonna stessa — che era stata al centro del furibondo attacco bergogliano a Salvini sul rosario — ha detto la sua, facendo uno straordinario endorsement proprio a favore del leader della Lega che a lei aveva affidato, a più riprese, se stesso e le sorti dell’Italia».
Ovviamente quale sia stato il segnale non è dato sapere.
E non finisce qui: «Adesso, a meno che Bergoglio non voglia scomunicare anche la Madonna, sarà molto difficile attaccare Salvini sul rosario».
Endorsement potenti e dove trovarli. Secondo Antonio Socci, dunque, sarebbe stata proprio la Madonna di Medjugorje a venire incontro al Matteo Salvini criticando l’atteggiamento del Vaticano. È lei ad aver fatto una scelta di appoggiare la linea dell’ostentazione fatta dal leader della Lega nel corso di comizi politici di piazza e anche in Parlamento. Insomma, una sorta di ‘ordine’ che viene dall’alto, molto più in alto di quel che si potesse sospettare.
Le parole di Socci su Libero, poi, proseguono con l’attacco alla Sinistra italiana al Vaticano e alla Cei che, secondo lui, adesso non avrebbe più modo di criticare il comportamento di Matteo Salvini a cui la Madonna ha affidato il compito di ostentare il rosario per rafforzare la cultura cristiana.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
GALLO ATTACCA DI BATTISTA CHE AVEVA CERCATO DI DIFENDERE IL POLTRONISTA DI MAIO: “STATE TRADENDO GRILLO E IL VOTO DEI GRUPPI PARLAMENTARI”
Subito dopo i lanci di agenzia in cui il Partito Democratico faceva sapere che Di Maio voleva il Viminale oltre che la vicepresidenza del Consiglio e questo stava bloccando la trattativa, Alessandro Di Battista è corso in soccorso di Giggino pubblicando un post in cui si parla di cosiddetti “temi”, che per lui significano i Benetton, Malagò che è stato visto con Veltroni e la legge sul conflitto d’interessi.
Questo, oltre a dimostrare che Di Battista non sa cosa significa “temi”, ha fatto arrabbiare gli eletti grillini.
Luigi Gallo, deputato vicino a Roberto Fico, è andato all’attacco di Di Battista addirittura prendendo il suo post — è la prima volta che un altro deputato attacca il Dibba così apertamente — e ricordando che l’ex onorevole oggi produttore di libri su Bibbiano con Fazi Editore sta andando “contro la volontà del gruppo parlamentare e di Beppe Grillo”.
Il segnale di guerra è piuttosto chiaro e riguarda proprio Di Battista perchè nel frattempo fonti parlamentari grilline erano partite all’attacco proprio di Di Maio, segnalando che stasera ci sarà un’assemblea alle 19 e in quella sede a finire sulla graticola potrebbe essere proprio lui.
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2019 Riccardo Fucile
IL TWEET DI BONIFAZI, VICINO A RENZI… INSORGE ANCHE CALENDA
“Sono uno serio e responsabile. Credo al Governo Istituzionale. E mi va bene anche Conte. Ma se devo accettare Di Maio al Viminale, per me si può andare a votare subito #CrisiDiGoverno”.
Così in un tweet Francesco Bonifazi, senatore Pd, tesoriere del partito dopo la vittoria di Matteo Renzi alle primarie del 2013.
“Facciamo tutti un passo indietro. Di Maio non si assuma una responsabilità così pesante. Le sue ambizioni personali rischiano di far saltare un accordo per dare al Paese un governo nuovo. Disinnescare le clausole dell’Iva vale molto di più che salvare un incarico ministeriale”, afferma il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci, anch’egli renziano.
“Il tempo scadeva ieri. Basta ritrovate un po’ di orgoglio diamine!!!”. Lo scrive su Twitter l’ex ministro.
“Non c’è esito. Ci sono ultimatum da parte di Grillo e Di Maio su un Pdc trasformista che ha firmato tutte le peggiori porcate del Governo giallo verde. Nicola Zingaretti aveva detto no. Calarsi le braghe non si può. Il tempo scadeva ieri. Basta ritrovate un po’ di orgoglio diamine!!!”. Lo scrive su Twitter Carlo Calenda .
(da agenzie)
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