Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
SALVINI E LA MELONI NON HANNO NULLA DA DIRE SU QUESTO “CRIMINE DEGLI IMMIGRATI” ?
Centosessanta stupri ai danni dei figli delle sue compagne avvenuti nell’arco di quattordici anni.
Questi sono i reati che hanno fatto scattare, in Francia, il fermo per un cittadino italiano di 52 anni. Come riferisce l’agenzia France Presse, l’uomo è stato fermato nei pressi di Strasburgo, a Rumersheim-Le-Haut.
Gli episodi risalgono agli anni compresi tra il 2000 e il 2014 e vedono vittime le figlie delle compagne che si sono avvicendate al suo fianco in questi anni.
Gli episodi sono avvenuti tutti in Germania, dove è stato spiccato mandato d’arresto europeo.
L’uomo è accusato, tra le altre cose, di aver violentato ripetutamente per 10 anni sua figlia. Lo stesso orrore sarebbe stato commesso nei confronti delle figlie minorenni di una sua fidanzata. Tutti gli stupri riguardano il suo ambiente familiare.
Secondo le forze dell’ordine francesi, in Germania sarebbero 122 le inchieste aperte a suo carico. Per le autorità francesi che hanno effettuato il fermo, sarebbe fuggito dalla Germania per trovare rifugio in Alsazia.
(da agenzie)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
SU INSTAGRAM INVITA A RISPETTARE LE REGOLE MA POI PUBBLICA LA SUA FOTO CON LA MASCHERINA IN POSIZIONE CAPOVOLTA
A volte un’immagine vale più di tante parole: su Instagram Matteo Bassetti ha pubblicato un messaggio che invita a rispettare alcune regole per non intasare gli ospedali e per contrastare l’avanzata della seconda ondata di COVID-19: “Noi sanitari stiamo facendo la nostra parte negli ospedali. Il lavoro eÌ€ tanto e duro qui nelle nostre corsie, ma abbiano grandi soddisfazioni con le nostre cure. Anche i cittadini peroÌ€ devono fare la loro parte. Tutti. Rispettando le regole e il prossimo. Come? Se sintomi compatibili con Covid-19 Contattando il proprio medico e pretendendo di essere visitati a casa, stando a casa se non si hanno sintomi compatibili con un ricovero ospedaliero, evitando di richiedere o di eseguire il tampone se non appropriato e prescritto da un medico, evitando di fare scorta di farmaci (nell’idea che prima o poi possano servire). Solo remando tutti insieme dalla stessa parte ce la faremo. Uniti si vince.”
Parole condivisibili anche se Bassetti in agosto parlava di carica virale del Coronavirus “in diminuzione”. Peccato che all’appello sia stata accompagnata una foto che lo mostra con la mascherina sottosopra
Sicuramente una svista, ma magari per essere autorevoli conta anche non fare errori di questo genere.
(da agenzie)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
ESCLUSE SOLO LE CATEGORIE DEI BENI ESSENZIALI… “NON VOGLIO VEDERE QUI I CAMION MILITARI, SIAMO A UN PASSO DALLA TRAGEDIA”
«Decisioni importanti sulla nostra vita che riguardano il Covid-19». Le annuncia in una diretta Facebook il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
«Non c’è tempo da perdere, non possiamo pensare agli sciacallaggi», dice il presidente della Regione. «Oggi non domani dobbiamo prendere decisioni efficaci. Non c’è più un’ora di tempo da perdere e perfino l’ordinanza che entra in vigore oggi è già superata dai dati del contagio con cui dobbiamo fare i conti: non c’è più tempo da perdere», dice con tono grave. I dati di oggi: 2280 postivi su 15.800 tamponi, dice De Luca. «Abbiamo il 14,5% di contagi rispetto al 12 di ieri».
«Chiederò al governo un lockdown nazionale, e per quanto riguarda la Campania decidiamo di chiudere tutto. Propongo un lockdown per l’Italia deciderà il governo, per la Campania faremo quello che riterremo giusto per noi», dice De Luca come già annunciato.
«La chiusura prevista è quella di tutte le attività non essenziali. Per 30-40 giorni, poi vedremo. Dobbiamo fare quello che abbiamo fatto a marzo, tentando di difendere per quanto possibile quanto possibile. Oggi siamo ancora in tempo. Abbiamo una situazione pesante, ma non siamo alla tragedia. Domani lo saremo. Io non voglio trovarmi di fronte qui da noi ai camion militari che portano centinaia di bare di persone decedute».
A livello nazionale «il dato sarà pesantissimo», anticipa De Luca.
«A mano a mano che il numero dei contagiati cresce, scesce anche il numero delle persone che hanno sintomi anche gravi. Rispetto a marzo abbiamo l’apertura delle scuole e la stagione influenzale. Andiamo verso l’inverno, non verso la primavera-estate. Sono tutti elementi che allora non c’erano. In Campania la proporzione è di 9 morti Covid ogni 100mila abitanti. In Puglia, per esempio, sono 16. Bisogna intervenire oggi per non crollare».
Con questi numeri «non c’è nessun sistema ospedaliero al mondo a reggere una tale onda d’urto. Nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate».
(da Open)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
TRA I FIRMATARI IL RETTORE DELLA NORMALE DI PISA E IL PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA DEI LINCEI
Cento professori e scienziati scrivono al premier Giuseppe Conte e al presidente Sergio Mattarella per chiedere subito misure drastiche al fine di contenere l’impennata dei contagi da Coronavirus.
Dare “piena adesione alla richiesta” del presidente dei Lincei, Giorgio Parisi “di assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” per “evitare che i numeri del contagio in Italia arrivino inevitabilmente, in assenza di misure correttive efficaci, nelle prossime tre settimane, a produrre alcune centinaia di decessi al giorno”.
È quanto si legge nel testo di una lettera-appello che è stata appena inviata al capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a firma di oltre cento tra scienziati e docenti universitari, tra cui figurano i nomi del Rettore della Normale di Pisa, Luigi Ambrosio e di Fernando Ferroni, ex presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare.
“Come scienziati, ricercatori, professori universitari – si legge – riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19 e riteniamo utile segnalare all’attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell’articolo del Presidente dell’Accademia dei Lincei, professor Giorgio Parisi, pubblicato nelle scorse ore nel blog dell’Huffington Post”.*
E continuano: “Il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile”, avvertono i i firmatari dell’appello, tra cui figurano anche Gianfranco Viesti, economista dell’Università di Bari, Carlo Doglioni geologo e presidente Istituto nazionale geofisica e vulcanologia, Alfio Quarteroni, matematico applicato, Enzo Marinari, ordinario di Fisica alla Sapienza, Roberta Calvano, ordinaria di Diritto costituzionale Unitelma Sapienza, Piero Marcati, prorettore Gran Sasso Institute, Alessandra Celletti astronoma vicepresidente Anvur.
“…Prendere misure efficaci adesso serve proprio per salvare l’economia e i posti di lavoro. Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore”.
È per questo che il contagio va fermato ora, con misure adeguate, ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini, che va di pari passo ed è anch’essa necessaria e funzionale al benessere economico”, concludono gli scienziati.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
TRE MESI DI RESTRIZIONI PER ABBATTERE I NUMERI E ARRIVARE AL RESET”
«Siamo al punto di partenza», afferma senza giri di parole il virologo. «Il sistema di tracciamento italiano si è sbriciolato una settimana fa. Per rintracciare le catene dovremmo individuare 160mila persone»
Ne è convinto Andrea Crisanti: «Per arrivare a un reset, servono tre mesi di restrizioni». Il direttore del dipartimento di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, ospite di Piazzapulita su La7, pone l’accento sull’importanza dei provvedimenti politici e dei protocolli sanitari contro il Coronavirus da attuare in modo drastico, perchè arrivati a questo punto — oggi +16.079 nuovi contagi — non c’è più tempo da perdere.
Imperativo è dunque fare presto, «abbattere i numeri» il prima possibile per farli tornare «a livelli gestibili per il contact tracing». Lo stesso Crisanti torna a sostenere che sarebbe stato meglio «effettuare tamponi a tappeto, almeno 300-400 mila al giorno, estendendoli alle reti allargate dei positivi, in modo da rompere la catena di contagi il prima possibile». E invece il tracciamento dei casi è diventato probabilmente impossibile al momento con numeri che seguono un trend al rialzo tanto veloce.
«Siamo al punto di partenza», afferma senza giri di parole il virologo. «Il sistema di tracciamento italiano si è sbriciolato una settimana fa. Per rintracciare le catene, considerati i 16 mila contagi di oggi, dovremmo individuare 160 mila persone — ha proseguito Crisanti -. Non esiste nessun sistema al mondo in grado di fare questo. Per riprendere il controllo del contagio l’unica arma che abbiamo sono le misure restrittive e di distanziamento sociale».
Quanto alle terapie intensive, il direttore del dipartimento di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova ha ragionato intorno al fatto che siano aumentate in maniera «asimmetrica». «Gli ospedali del Nord hanno reagito in maniera diversa di quelli del Sud che sono stati colpiti di meno nella prima ondata — ha detto Crisanti -. E poi non è soltanto un problema di posti letto in rianimazione, ma di personale. Un infermiere di rianimazione ha una professionalità elevatissima, così come un anestesista di rianimazione», ha concluso.
(da agenzie)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
SE IL VIRUS NON RALLENTA, COPRIFUOCO IN TUTTA ITALIA DALLE 21… CONTINUA LA POLITICA DEL RINVIO, INTANTO DECINE DI ITALIANI OGNI GIORNO MUOIONO PER IL MANCATO CORAGGIO DI FARE SCELTE DRASTICHE MA URGENTI
Il limite massimo è fissato non oltre i dieci giorni: se le misure messe in campo con l’ultimo Dpcm non avranno avuto effetti sulla curva dei contagi, allora il governo interverrà con un nuovo giro di vite. Una delle ipotesi sul tavolo è l’imposizione del coprifuoco in tutta Italia a partire dalle 21, con l’uscita dalle abitazioni che potrebbe essere consentita solo per andare a scuola e al lavoro. Una misura estrema, che il premier Giuseppe Conte spera fino all’ultimo di riuscire a scongiurare, ma che l’andamento dell’epidemia — giorno dopo giorno — rende sempre più concreta.
Il pressing dei “rigoristi”
Si deciderà anche in base a quanto avranno fatto le Regioni. Il quadro viene aggiornato di ora in ora. E nessuno più esclude un’accelerazione, anche se le ricette degli alleati di governo divergono. Di sicuro non ci si può permettere, avverte il Partito democratico, di arrivare in ritardo, anche perchè nel Paese crescono rabbia e confusione. Un coprifuoco a livello nazionale — si ragiona all’interno dell’esecutivo — avrebbe un effetto sulle abitudini della popolazione, soprattutto nelle grandi città , e potrebbe aiutare a far alzare la soglia dell’attenzione dei cittadini anche durante il giorno. Ecco perchè i “rigoristi” invitano a tenerla nel ventaglio delle opzioni
Occhi puntati sull’indice Rt
La priorità è frenare la corsa del virus prima che si arrivi alla soglia massima di terapie intensive che rischia di fare scattare il lockdown e che è fissata a quota 2.300, il 30% del totale dei posti disponibili. Un altro indicatore che è tenuto monitorato è l’indice di contagio (Rt): la settimana scorsa era a 1,17, nelle prossime ore ci si aspetta che il nuovo dato registri l’impennata dei giorni scorsi. Raggiunta la soglia dell’1,5, negli scenari disegnati dall’Istituto superiore di sanità e dal Comitato tecnico scientifico, dovrebbe scattare il lockdown. Non siamo ancora a quel punto, non ancora. Ma il trend è chiaro. E, a meno di una brusca frenata, un’altra stretta sarà inevitabile.
(da agenzie)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
SALVINI PARLA DI COSE CHE NON CONOSCE E RIMEDIA L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA
“Segnalo all’On. Salvini che le evidenze scientifiche sono concordi nel dimostrare la NON EFFICACIA della idrossiclorochina nella cura di COVID-19 e che non esistono prove solide (nonostante studi internazionali su decine di migliaia di pazienti) riguardo all’efficacia del plasma iperimmune”.
Con poche parole Roberto Burioni risponde a Matteo Salvini che in versione virologo qualche ora fa aveva proposto l’idrossiclorochina e il plasma iperimmune come possibili soluzioni per contrastare la seconda ondata di Coronavirus:
Il leader della Lega aveva lanciato la sua ideona su FAcebook: “Altra proposta concreta e costruttiva al governo: il rischio concreto è l’intasamento degli ospedali, per evitarlo l’Agenzia italiana del farmaco deve riattivare il protocollo di cura domiciliare con l’utilizzo di idrossiclorochina o antinfiammatori idonei sospeso il 26 maggio scorso. Si tratta di farmaci che possono agire efficacemente contro il Covid, evitando il ricovero nella stragrande maggioranza dei casi. Il governo non può perdere più tempo. Inoltre, che fine ha fatto la cura al plasma iperimmune? La burocrazia sta rallentando tutto e umiliando il lavoro di medici come il professor De Donno.”
Salvini ormai non sa cosa dire: non voleva il coprifuoco in Lombardia e il coprifuoco si è reso necessario. Ha provato in estate a contestare l’uso della mascherina e la mascherina ora è obbligatoria. Ora prova a insegnare il mestiere a chi deve curare COVID-19.
(da agenzie)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
ALTRO CHE AUTONOMIE REGIONALI, DECIDE IL RAS PER TUTTI, I GOVERNATORI SONO COMMISSARIATI
Non solo Attilio Fontana: il Fatto racconta che Matteo Salvini di fronte all’avanzata della seconda ondata di Coronavirus e delle conseguenti misure restrittive che i governatori delle regioni, anche quelli di centrodestra, dovranno prendere, non vuole trovarsi all’oscuro. Ma la domanda è: se fosse informato bloccherebbe tutto?
L’importante è che il messaggio, che proviene dalle viscere della Padania profonda, arrivi a chi deve arrivare. Ovvero non solo “all ‘Attilio” che mercoledì in quattro e quattr ‘otto ha firmato l’ordinanza per disporre la chiusura dalle 23 senza dire niente a nessuno (“Non mi ha nemmeno avvertito” ripete irritato Salvini), ma soprattutto agli altri governatori leghisti o “eletti grazie a Matteo” come sibila, con tono ricattatorio, un salviniano: Donatella Tesei in Umbria, Marco Marsilio in Abruzzo, ma anche Alberto Cirio in Piemonte e il marchigiano Francesco Acquaroli. Per non parlare del “Doge” Luca Zaia che non solo potrebbe ordinare presto nuove restrizioni dopo i 1.325 contagi di ieri, ma butta lì anche quella parola che ai leghisti duri e puri fa venire l’orticaria: il lockdown.“Dipende dai numeri” ripete Zaia che però vorrebbe evitare il coprifuoco a cui è dovuto arrivare il collega Fontana.
Quest’ultimo dice che il suo è stato un atto “su richiesta dei sindaci” ma nella Lega raccontano che martedì pomeriggio, durante la riunione via zoom con i consiglieri e gli assessori, l’ex sindaco di Varese abbia passato un brutto quarto d’ora . Salvini, spalleggiato dal segretario regionale Paolo Grimoldi, gli ha chiesto spiegazioni prima di concludere: “Decidete pure, ma prima dovete coordinarvi con noi”.
Chè il bombardamento subìto dal governatore Fontana dopo l’annuncio del coprifuoco deve servire per inviare un messaggio agli altri colleghi di tutta Italia: “No a fughe in avanti, non possiamo andare dietro al governo — è stato il messaggio fatto recapitare ai governatori — le decisioni vanno prima spiegate senza creare il panico”.
Educarne uno per educarne 15, quanti sono i presidenti di Regione del centrodestra. Che così, di fatto, sono commissariati.
(da agenzie)
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Ottobre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
QUASI 400 MORTI IN UNA SETTIMANA E SALVINI ANCORA PARLA
La settimana non è ancora finita e siamo già a quota 371 morti per Covid-19. E Salvini, nonostante questo, ha il coraggio di parlare di ‘terrorismo’ e afferma che “non si può essere prigionieri del terrore, della chiusura e della paura. Non si può tenere un Paese prigioniero del terrore e della paura perchè con questo virus bisognerà convivere”
Sono provocazioni che sputano in faccia al lavoro dei medici italiani, dimenticati e additati come terroristi durante l’estate e che stanno facendo i salti mortali per assicurare anche agli altri malati la possibilità di essere curati.
Possibilità sempre più remota, se le terapie intensive continueranno a riempirsi di persone che non respirano, esattamente come a marzo-aprile. Con il virus si convive tenendolo sotto controllo e non, come ha fatto Salvini, organizzando convegni no mask, andando ai comizi senza mascherina e agli eventi con la febbre.
(da agenzie)
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