Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
CI SONO I RISCONTRI: INDIVIDUATI ALCUNI ESPONENTI DI DIVERSI CLAN… DE LUCA: “ALCUNE CENTINAIA DI DELINQUENTI HANNO SPORCATO L’IMMAGINE DELLA CITTA'”
Se Forza Nuova ha palesato la sua vicinanza e adesione alle manifestazioni di piazza nel capoluogo campano — come confermato dal leader del Movimento di estrema destra, Roberto Fiore, con un comunicato pubblicato sui social -, c’è un’altra mano ad aver organizzato, guidato e partecipato a quanto accaduto nella serata di venerdì.
Ne è sicuro Nicola Morra, Presidente della Commissione antimafia che parla della camorra dietro scontri a Napoli.
«Ieri sera a Napoli, nell’irrazionalità di tante persone evidentemente inconsapevoli di quanto stavano facendo, c’era anche una sapiente regia. Accertata la presenza reale di uomini dei clan della Pignasecca, del Pallonetto e dei Quartieri Spagnoli — ha scritto in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle e Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra — . Pur non essendoci fisicamente, c’erano anche con le loro ‘fesserie’ tutti coloro che hanno sempre e soltanto ostentato sprezzo per le evidenze che la realtà ci ha offerto in tutti questi mesi».
Il Presidente della Commissione Antimafia, dunque, non ha dubbi sul ruolo avuto dai clan della camorra nell’organizzazione della manifestazione di Napoli che, nel giro di poco, si è trasformata in atti di violenza nei confronti delle forze dell’ordine e della città stessa che ha vissuta una notte di guerriglia urbana partendo dalla protesta contro il coprifuoco in Campania e il prossimo lockdown annunciato nella Regione da Vincenzo De Luca.
«Dimenticando cortei di camion militari impegnati a portare via bare, un Pontefice inverosimilmente solo in Piazza San Pietro durante uno dei riti più importanti della cristianità , tutti i ‘non ce n’è Coviddi’, ed i loro amplificatori tv e social impegnati ad ottenere share ed ascolti perchè fa più rumore l’albero che cade piuttosto che la foresta che cresce, erano lì, immaterialmente, ad ostentare la loro stupidità — ha aggiunto Nicola Morra -. Solo che questi individui, con la loro irrazionalità narcisistica, stanno facendo danni enormi alla salute collettiva. E non glielo possiamo consentire. Li sconfiggeremo con la forza della ragione, con l’evidenza della verità ».
Dura la reazione del governatore: “Ieri sera si è assistito a Napoli a uno spettacolo indegno di violenza e di guerriglia urbana organizzata, che nulla ha da spartire con le categorie sociali. Ieri si applicavano le stesse ordinanze a Milano, Roma e Napoli. E mentre a Milano e Roma le città erano deserte nel rispetto delle norme, a Napoli c’erano violenze e vandalismo. Alcune centinaia di delinquenti hanno sporcato l’immagine della città ”.
Degli autori della protesta ha detto: “I protagonisti di questi episodi non hanno nulla a che fare con le categorie economiche e con i cittadini di Napoli, che hanno dato in questi mesi una prova straordinaria di autodisciplina e di responsabilità , e che tuteleremo fino in fondo sul piano sanitario e su quello sociale”.
(da agenzie)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
E’ L’INCERTEZZA A FARLA DA PADRONE
Le sorti di bar e ristoranti appese a Dpcm e ordinanze regionali. Palestre, piscine e parrucchieri che brancolano nel buio in attesa di conoscere il proprio destino. Cinema e teatri che sperano di scongiurare il rischio chiusura. E perfino la Serie A (per ammissione dello stesso Ministro Spadafora) che non sa se potrà arrivare fino in fondo.
Nell’Italia del virus che ritorna tutto è un gigantesco punto interrogativo.
Una profonda sensazione di disorientamento attraversa il Paese da nord a sud e finisce per impossessarsi degli animi dei cittadini. Nel termometro delle emozioni misurate da SWG è l’incertezza a farla da padrone. Il sentimento di precarietà tocca il suo massimo dall’inizio della pandemia (60%), un livello più alto persino rispetto a quello registrato nei mesi del lockdown nazionale.
Crescono inoltre vulnerabilità (30%) e paura (27%). Mentre, svanita l’illusione estiva di essersi lasciati il peggio alle spalle, la speranza è in caduta libera: in calo dal 41% di giugno al 34% di ottobre.
Torna infine a lievitare la rabbia, raggiungendo il suo picco dalla diffusione del Coronavirus (23%). Un dato da monitorare con estrema attenzione perchè ci rivela l’andamento dell’altra grande emergenza: quella economica che potrebbe produrre un’esplosione delle tensioni sociali.
La crescita esponenziale dei contagi finisce per erodere la ritrovata fiducia degli italiani. Crolla così il senso di sicurezza nei confronti di quasi tutte le azioni quotidiane.
La percezione del rischio resta tendenzialmente bassa nei luoghi di lavoro, al supermercato e a casa di amici e parenti.
Sono invece sempre meno i cittadini che si sentono protetti al bar, al ristorante, al centro commerciale, a cinema o a teatro. Tutte attività che al tempo del COVID vengono classificate come “non essenziali” ma il cui stop forzato rischia di far precipitare l’Italia nel baratro economico.
Fanalino di coda, nella graduatoria del rischio contagio, sono i mezzi pubblici: vero tallone d’Achille per governo e Regioni. A sentirsi al sicuro su bus, tram e metro è soltanto il 20% degli intervistati.
Per il momento, il governo prende tempo prima di adottare nuove restrizioni. Ma gli italiani, a giudicare dai dati, si sentono sempre più in pericolo e sembrano già essere entrati nel “mood” di un nuovo lockdown.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“INVECE DI MORTIFICARE LA CATEGORIA BLOCCANDO LE FERIE”
Una serie di misure immediate, che vanno dal lockdown all’assunzione di personale a una nuova organizzazione. Sono le richieste dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Genova al presidente Giovanni Toti con l’invito a “non indugiare oltre e assumere iniziative appropriate per il contrasto all’emergenza sanitaria in atto”.
Ecco il testo:
“Anziche’ esasperare e mortificare gli Infermieri e operatori sanitari tutti con la minaccia di bloccare le ferie, occorre
– ordinare il lockdown in ambito regionale perchè ai posti di terapia intensiva occorre conteggiare anche i malati con supporti ventilatori quali il casco e siamo in piena emergenza
– sospendere tutte le attivita’ di elezione in ambito ospedaliero e spostarle all’interno delle strutture sanitarie accreditate
– attivare immediatamente l’intervento della protezione civile per l’impiego dalle precedenti graduatorie di medici, Infermieri e O.S.S. da assegnare alle strutture sanitarie di bassa intensita’ assistenziale
Gli Infermieri sono un riferimento certo per la Sanita’ ligure e per la cittadinanza ma rigettano ogni inutile tentativo di fronteggiare l’emergenza da coronavirus, attraverso la sospensione del legittimo riposo dal lavoro tanto piu’ in questi momenti drammatici che oltre alla fatica quotidiana, vediamo riaffiorare gli incubi, i volti, il dolore di sei mesi fa
Non c’e’ piu’ tempo…….”
(da agenzie)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
L’ALLARME DEL PRESIDENTE DELLA MEDICINA DI EMERGENZA: “REPARTI COVID PIENI, I PRONTO SOCCORSO STANNO DIVENTANDO UN PARCHEGGIO PER 3-5 GIORNI”
“La situazione nei Pronto soccorso (Ps) è drammatica, con fortissime criticità in tutte le Regioni. I Ps, in questi giorni, sono presi d’assalto da pazienti con sintomi da Covid-19 e ci sono file di ambulanze in attesa”.
Lo afferma all’ANSA il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) Salvatore Manca. I reparti Covid, racconta, “sono pieni ed i Ps stanno diventando un ‘parcheggio’ per questi pazienti anche per 3-5 giorni. Stiamo assistendo tutti ma mancano medici e infermieri. Non ce la facciamo più a reggere”.
(da agenzie)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
ERDOGAN ORA PUO’ RICATTARE L’ITALIA CON I MIGRANTI COME FA NELL’EGEO CON LA UE… QUESTO IL RISULTATO DI AVER FINANZIATO I CRIMINALI LIBICI
Dopo aver ottenuto dall’Europa le chiavi per la gestione del flusso migratorio lungo le rotte orientali (6 miliardi di euro per trattenere in Anatolia milioni di profughi siriani), ora il presidente Erdogan ha tra le mani un’altra potente arma di ricatto: il controllo della cosiddetta Guardia costiera libica.
Le prime tragiche avvisaglie sono arrivate con le ultime due stragi in mare: 15 migranti dispersi giovedì e altri cinque ieri a un’ora di navigazione da Lampedusa.
In entrambi i casi i guardacoste libici non hanno avviato alcun intervento. Erano impegnati con i nuovi addestratori. Le dichiarazioni e le immagini che arrivano da Tripoli sono uno smacco soprattutto per l’Italia.
Le motovedette donate dai governi Gentiloni e Conte/Salvini da alcuni giorni vengono adoperate da istruttori turchi che insegnano ai colleghi libici come pattugliare l’area di ricerca e soccorso. Una zona “Sar” la cui istituzione è stata progettata e pagata dall’Italia.
Anche gli interventi dei pattugliatori di fabbricazione italiana saranno decisi in accordo con le forze armate turche, che senza investire un centesimo dispongono adesso di flotta supplementare nel Mediterraneo centrale.
A quanto riferiscono svariate fonti in Turchia e in Libia, Tripoli e Ankara decideranno d’intesa quando intercettare i migranti in mare e quando invece lasciarli raggiungere le coste italiane.
«Se davvero Erdogan potrà disporre liberamente della cosiddetta Guardia costiera libica, il rischio è che ai traffici disumani seguano nuove stragi in mare e che la Turchia possa utilizzare i flussi migratori come arma di ricatto anche sulla rotta centrale del Mediterraneo», commenta Alessandra Ermellino, esponente del Gruppo Misto in Commissione difesa alla Camera, e autrice di numerose interpellanze sul caos libico.
Il 27 giugno 2018 l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, ripercorrendo le orme del predecessore Minniti, aveva annunciato: «Doneremo altre 12 motovedette alla Libia con conseguente formazione degli equipaggi per continuare a proteggere vite nel Mediterraneo».
Il 4 novembre dell’anno dopo 10 pattugliatori sono stati consegnati.
In cambio l’Italia non ha mai ottenuto nessun reale controllo sull’operatività di questi mezzi, la cui manutenzione è assicurata e pagata attraverso una “nave officina” della Marina militare italiana stabilmente presente nel porto della capitale libica.
I “memorandum d’intesa” con Tripoli, l’ultimo dei quali rinnovato lo scorso 7 febbraio, e il rifinanziamento dell’impegno italiano votato dal parlamento il 16 luglio scorso, rischiano ora di rivelarsi un boomerang. Perchè saranno le autorità di Tripoli in accordo con Ankara a spadroneggiare nella Sar libica senza rendere conto a Roma.
Tra il 2017 e il 2018, «la Guardia Costiera italiana ha sostenuto la Libyan Coast Guard con 1,8 milioni di euro», si legge in una nota della Commissione Ue, datata 5 ottobre 2020.
Documento che per la prima volta confermava in via ufficiale come l’istituzione dell’ampia area di ricerca e soccorso libica si devono al governo Gentiloni (2017) «con la notifica formale della Libia della loro area Sar all’Organizzazione marittima internazionale e con la conduzione di uno studio di fattibilità per l’istituzione di un centro di coordinamento del salvataggio marittimo libico». Ancora una volta, progettato e pagato da Roma.
Erdogan sa che il governo Conte prima di alzare la voce dovrà fare i conti.
Secondo l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal), l’analisi dei dati Istat sul commercio estero «evidenzia che da novembre del 2019 a luglio del 2020 sono stati esportati in Turchia più di 85 milioni di euro di “armi e munizioni”, una cifra che costituisce il massimo storico dal 1991».
E che quest’anno potrà essere superata. Solo nel primo semestre del 2020 «l’export si attesta a quasi 60 milioni di euro. Si tratta in gran parte di munizionamento pesante».
Gli effetti sui migranti già si contano: due stragi in due giorni.
Un barchino con a bordo 20 persone è naufragato ieri a 30 miglia da Lampedusa, in acque internazionali. Un motopesca di Mazara del Vallo è intervenuto salvando 15 persone: tutti libici salpati da Zawyah. Tra essi anche due bambini che hanno perso la mamma. Due dei superstiti, portati a Lampedusa, sono risultati positivi al Covid. Il giorno precedente al largo della costa di Sabratha, in Libia, «sono morte almeno 15 persone», spiega l’Organizzazione mondiale dei migranti. In entrambi i casi, nessuna motovedetta libica si è mossa dal porto di Tripoli.
Una debolezza crescente, quella italiana, che pesa anche sul negoziato per la liberazione dei 18 pescatori siciliani in ostaggio del generale Haftar in Cirenaica. La Farnesina ha assicurato che stanno bene e al momento contro di loro non sono state mosse accuse formali. Segno che la trattativa e aperta, ma lontana da una soluzione imminente.
(da Avvenire)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
POLIZIA AGGREDITA E CASSONETTI DATI ALLE FIAMME
Dopo i disordini di Napoli, anche a Roma un gruppo di persone ha deciso di scendere in strada e di violare il primo giorno di coprifuoco imposto dalla Regione Lazio.
“Sono le 00.20 e siamo a Piramide. In piazza contro i Dpcm, il coprifuoco e la dittatura in corso”. Giuliano Castellino leader di Forza Nuova a ADnKronos dichiara: “Da Napoli è partita la rivolta — prosegue — ora tutte le città devono gridare libertà contro chi ci sta riducendo alla fame e tenendo a catena. à‰ solo il primo giorno, è soltanto l’inizio”, conclude.
E su Twitter Carlo Calenda, rilanciando la notizia della protesta di un gruppo di militanti di Forza Nuova che a Roma ha manifestato forzando il coprifuoco notturno istituito dalla regione Lazio scrive:”Disperderli-processarli-scioglierli. Con il vigore tipico di uno Stato che si fa rispettare” e aggiunge in un altro tweet:”Sciogliere Forza Nuova”
(da agenzie)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
PAOLO FRATTER E IL SUO OPERATORE MALMENATI
L’inviato di Sky Tg24 che stava seguendo a Napoli la manifestazione in corso contro le misure restrittive decise dal governatore campano per fronteggiare l’aumento dei contagi. è stato aggredito dai manifestanti insieme alla sua troupe.
Il giornalista Paolo Fratter e il suo operatore sono stati rincorsi e malmenati da partecipanti al corteo che ha attraversato buona parte del centro storico della città per poi attestarsi a poche centinaia di metri dalla sede della Regione Campania, fronteggiati dalla polizia.
L’aggressione è avvenuta mentre Fratter era in collegamento con lo studio, ed era stata preceduta da un crescendo di intromissioni, via via più aggressive, di manifestanti nella diretta. Il giornalista è stato colpito fino a ritrovarsi steso sul cofano di un’auto, ha cercato di calmare chi aveva di fronte ricordando più volte di stare lavorando, di stare cioè documentando la protesta. La situazione è però precipitata e Fratter è dovuto fuggire insieme all’operatore: “Siamo stati aggrediti, non è stata una passeggiata”, ha detto il giornalista, sempre in diretta, una volta raggiunta area più sicura
(da agenzie)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“MASSIMA CONDANNA PER I VIOLENTI”
Due manifestanti fermati con precedenti penali, almeno sei tra poliziotti e carabinieri contusi, e l’inchiesta che si apre ora in Procura per varie ipotesi di reato, dai danneggiamenti alle violenze. È un corso una lunga serie di accertamenti sulla variegata platea di “ribelli” scesi la notte scorsa in piazza. Meglio: nelle varie piazze e sul lungomare di Napoli.
È stata infatti la notte più lunga e dura della capitale del Sud, nell’era pandemica. E segna uno spartiacque, fissa ormai un primo e dopo con cui la Campania – ma non solo – dovrà affrontare questa crisi.
Centinaia di manifestanti in strada, e tra loro , accanto a commercianti esasperati , a napoletani costretti a chiudere piccole e medie attività , c’erano nelle prime e più aggressive linee anime diverse della lotta di piazza e dell’antagonismo.
Dai centri sociali di sinistra alla formazione estremista di destra Forza Nuova, dai comitati delle periferie agli ambulanti. Al lavoro anche gli esperti del gabinetto scientifico della polizia: che hanno girato materiale ritenuto interessante.
Intanto la polizia ha fermato in flagranza due uomini con precedenti penali, bloccati in flagranza in via Santa Lucia , durante la fase più calda dell’assedio alla Regione Campania mentre reagivano, alla presenza della polizia, lanciando bottiglie e oggetti contundenti. Inviati agli arresti domiciliari, 0. A. e M. P., entrambi 32enni, stamane vengono processati con rito direttissimo.
La guerriglia urbana scattata a ridosso di Palazzo Santa Lucia, con slogan urlati contro il presidente Vincenzo De Luca è stata la fase ovviamente più calda e violenta della notte. Il governatore non era in sede, anche perchè da giorni preferisce rimanere a Salerno , da dove trasmette puntualmente i suoi annunci via Fb. Come quello di ieri pomeriggio che aveva annunciato un lockdown – non ancora definito dal governo – e che è diventata la miccia fatale sulla esplosiva miscela napoletana.
Oggi alle 18 si riunirà il Comitato provinciale Ordine e sicurezza pubblica in prefettura. Una nota dell’Ufficio territoriale di Governo specifica che il tavolo è convocato “in relazione ai gravi fatti accaduti nella serata e nella notte scorsa in città ”
(da agenzie)
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Ottobre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“NON SI E’ TRATTATO DI UNA PROTESTA SPONTANEA”
â€³È del tutto chiaro che non si è trattato di una protesta spontanea. Ma di azioni preordinate, organizzate nella quasi totalità da frange di tifosi violenti, da ambienti criminali, anche legati a settori dell’estremismo politico”: queste le parole del viceministro dell’Interno con delega alla Pubblica Sicurezza, Matteo Mauri, sull’aggressione alle Forze dell’ordine compiuta a Napoli questa notte.
Secondo Mauri, si tratta di un fatto “gravissimo”: “L’aggressione alle forze dell’ordine e la guerriglia urbana scatenata tra le strade della città in prossimità della Regione sono atti criminali. E così verranno trattati”.
Nonostante la prospettiva del lockdown non piaccia a molti napoletani, il viceministro è convinto che la protesta – sfociata in atti violenti – sia opera di delinquenti. “Risponderanno di quello che hanno fatto – ha aggiunto -. A maggior ragione perchè provano a speculare sulla situazione difficile che si sta vivendo, sia dal punto di vista sanitario che per le conseguenze sulla vita dei singoli cittadini. La risposta dello Stato sarà adeguata e proporzionata alla gravità dei fatti avvenuti. I responsabili di questi atti vergognosi saranno individuati con rapidità . A tutti gli agenti coinvolti, al Questore di Napoli, invio la mia totale solidarietà . Ringraziandoli ancora una volta per l’abnegazione, la prontezza e la professionalità con cui hanno saputo gestire la situazione”.
Il flash mob era stato rilanciato sui social e così nella notte da ogni parte del centro di Napoli gruppi di ragazzi e non solo si sono messi in marcia verso largo San Giovanni Maggiore e l’università Orientale di Napoli. La tensione è ben presto esplosa con lancio di petardi, fumogeni e forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Colpita anche una camionetta dei carabinieri e aggredita troupe di Sky tg24.
(da agenzie)
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