Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
MONSIGNOR CIRULLI: “VACCINARSI E’ UN ATTO DI AMORE”
Il Covid sta influenzando, oltre che i molti rami della società moderna, anche il campo ecclesiastico: monsignor Giacomo Cirulli, vescovo delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo, i cui territori comprendono rispettivamente 22 e 24 comuni della provincia di Caserta, ha stabilito che ci sarà la sospensione “di ogni attività pastorale, catechistica e formativa in presenza” e divieto di distribuire la comunione per i sacerdoti non vaccinati.
Il decreto del vescovo proibisce “la distribuzione dell’eucarestia da parte di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati” e dispone “la sospensione, a partire da domenica 9 gennaio, fino a nuova comunicazione di ogni attività pastorale, catechistica e formativa in presenza”.
In una comunicazione rivolta a presbiteri, diaconi, religiosi e laici delle due Diocesi unite “in persona episcopi”, monsignor Cirulli sottolinea che “la situazione pandemica Covid-19 è in costante e grave peggioramento” e invita pertanto “a rispettare e a far rispettare rigorosamente le norme di profilassi e igienizzazione per il contenimento della pandemia all’interno delle nostre chiese e nei locali di pertinenza”, ricordando che “durante la celebrazione le ostie sull’altare devono essere tenute rigorosamente coperte nei previsti vasi sacri”.
Per quanto riguarda le celebrazioni, il vescovo chiede “di rispettare tassativamente il distanziamento e quindi il numero di accessi consentiti nell’aula liturgica”.
La comunicazione si conclude con una citazione di Papa Francesco: “Vaccinarsi con vaccini autorizzati dalle autorità competenti è un atto d’amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto d’amore, per se stessi, per familiari e amici, per tutti i popoli”.
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
IL SEGRETARIO DEL PPE LO INCENSA SUPERANDO IL COMUNE SENSO DEL PUDORE
Berlusconi vuole andare al Quirinale e agisce come se si trattasse di un palinsesto di Rete 4 e della Mediaset della sua discesa in campo dove tutti incensavano l’uomo di Arcore dalla mattina alla sera.
Così dopo aver fatto intervistare sul giornale di famiglia l’esponente del Ppe per sostenere il suo arrivo al Quirinale i salamelecchi sono continuati con altri spot pubblicitari semi-mascherati.
“Grazie al mio amico Antonio Lopez, segretario generale del Ppe, per le parole che ha voluto riservarmi nella sua intervista a IlGiornale. Siamo la colonna portante dell`Ue, vogliamo istituzioni sempre più moderne ed efficienti, capaci di affrontare sfide difficili come il Covid”. Parole dirSilvio Berlusconi a proposito dell’intervista rilasciata da Lopez in cui parla della possibile elezione del Cavaliere al Quirinale come una “vittoria per l’Italia e per l’Ue”.
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
IL GIOVANE NEGA MA UN FILMATO LO CHIAMA IN CAUSA
Tra i giovani romani che hanno preso parte alle aggressioni a Cortina nelle notti di Capodanno e tra il 1° e il 2 gennaio ci sarebbe anche Tancredi Antoniozzi, figlio dell’esponente di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi, europarlamentare ed ex assessore al Patrimonio del Comune di Roma della giunta guidata dall’ex sindaco capitolino, Gianni Alemanno.
«Ben due ragazzi l’hanno riconosciuto in mezzo a quel gruppo di picchiatori, è un volto conosciuto a Cortina». È quanto rivelato a Repubblica dalla madre di uno dei giovani aggrediti, che presto presenterà denuncia formale alle autorità competenti.
«I nostri figli sono stati presi a cinghiate in mezzo alla strada con una violenza mai vista», spiega ancora la madre di uno dei giovani 17enni aggrediti, avvocata del foro di Treviso.
Il giovane 17enne trevigiano, che nella notte di San Silvestro si trovava in compagnia di altri 4 ragazzi e due ragazze, sarebbe stato «accerchiato da tre ragazzi romani e poi preso a cinghiate», secondo quanto riportato dalla madre. “«Hanno sentito urlare “Forza Lazio” mentre si sfilavano le cinture» prosegue la donna.
Il 17enne aggredito, inoltre, sarebbe stato stato «colpito alla schiena con una sedia da esterno ha un taglio all’orecchio e il ginocchio distrutto». Ma Antoniozzi jr, da poco 18enne, rigetta le accuse: «Io non ero presente, ma confido nelle autorità che hanno acquisito le immagini e già conoscono i nomi dei responsabili». E l’esponente di Fdi ribadisce: «Per fortuna mio figlio non era al pub».
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
“NON SIAMO IN GRADO DI REGGERE, AVREMO IL 30% DEL PERSONALE MALATO”
«Ci chiedono di svuotare il mare con il secchio. Il secchio non perde acqua, ma ha una capacità limitata». I
l presidente del Veneto Luca Zaia lancia oggi dalle pagine di Repubblica l’ultimo appello al governo per chiudere le scuole e insiste: «Si esprima il Comitato tecnico scientifico, non può non farlo su richiesta delle Regioni».
E chiama in causa direttamente Mario Draghi: «Come Regioni abbiamo chiesto il rinvio. Non voglio rompere nessun fronte, all’ultima riunione ho posto una questione che è stata messa nero su bianco: evitiamo di andare in ordine sparso, ma la comunità scientifica deve pronunciarsi. Non abbiamo bisogno di lezioni nei talk show, ma di avere una presa di posizione ufficiale. Faccio un ultimo appello al premier su questo».
Zaia, senza nominarlo, attacca il ministro della pubblica istruzione Patrizio Bianchi: «Non faccio nomi, dico che un rinvio di 15 giorni non vuol dire perdere il campionato. Il problema è che il risultato sarà che da lunedì avremo un sacco di classi in Dad, orari ridotti, ci trascineremo per una settimana e poi probabilmente si dovrà intervenire. Ci vuole una regia, ma qui i presupposti sono scarsi. E se le condizioni per aprire rimangono queste, senza ipocrisia: non siamo in grado di reggere. Lo dice anche il mondo della scuola, con l’appello di un terzo dei presidi. Mai visto prima. Avremo dal 20 al 30% del personale che non si presenterà all’appello perché quarantenati, malati o non vaccinati. Da noi sono 925, appena lo 0,9%, ma incidono anche loro. Una tempesta perfetta». In ultimo, arriva il pronostico su cosa succederà domani: «Assisteremo a una grande finta riapertura».
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
“IL PIU’ PICCOLO HA UN MESE, OMICRON LI COLPISCE DI PIU'”
Salgono i contagi e i ricoveri tra i bambini. E c’è il sospetto che dietro l’incremento ci sia la variante Omicron. Che non aggredisce i polmoni ma infetta più facilmente i piccoli secondo alcuni studi degli Stati Uniti.
L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute dice che la curva delle ospedalizzazioni della fascia d’età 0-19 anni sta crescendo rapidamente: «La fascia d’età fra 5 e 11 anni è quella che sta registrando il maggiore incremento di casi nei bambini, a partire dalla seconda settimana di ottobre. E si rileva ancora un forte aumento dei ricoveri per i più piccoli di 5 anni, pari a oltre dieci per 1.000.000 abitanti, e un aumento più contenuto nella fascia 16-19 anni».
I sintomi tra i giovani
Anche l’incidenza di casi ogni 100 mila abitanti tra i giovani è schizzata in alto: 1.593 (tra i 10 e i 19 anni) a fronte dei 1.098 della media nazionale e 830 tra 0 e 9 anni. Una è quintuplicata e l’altra è triplicata a dicembre.
Per questo, spiega oggi Repubblica, la rete degli ospedali per bambini è in sofferenza. Nei 15 maggiori nosocomi specializzati in pediatria ci sono 132 bambini ricoverati. Soprattutto bimbi sotto i 5 anni con sintomatologia acuta. E la metà dei piccoli pazienti ha un genitore non vaccinato, mentre il 38% è figlio di coppie No vax. Il quotidiano racconta la storia del più piccolo contagiato d’Italia. Ha un mese di vita e sta migliorando dopo essere stato staccato dall’Ecmo, ma è ancora in terapia intensiva. Al Regina Margherita di Torino i ricoverati bambini in rianimazione sono tre. Oltre a quello che ha un mese di vita, ci sono due di 11 e 8 anni. Vengono trattati con gli anticorpi monoclonali. Cinque sono ricoverati con sintomi lievi.
Massimo Resti, primario all’ospedale Meyer di Firenze, dice che i ricoverati bambini non sono mai stati così tanti e che gli effetti della malattia possono durare per mesi. «Io credo che Omicron utilizzi recettori diversi rispetto al Covid iniziale e i bambini si infettano di più. È ancora presto per capire se a queste infezioni faranno nascere casi di Long Covid come abbiamo visto in passato», dice il dottore. Che poi spiega quali sono i sintomi più frequenti tra i bambini: «affaticamento, astenia, testa vuota sono sintomi che si trovano nei bambini che hanno avuto l’infezione, anche non grave, come nell’adulto. Ma a preoccuparci è un’altra patologia. La cosiddetta Misc, malattia infiammatoria sistemica. Non sappiamo ancora come mai viene a chi ha avuto il Covid, si tratta di uno sbilanciamento del sistema immunitario, che continua a mantenere un forte risposta anche quando il nemico, cioè il virus, se ne è andato. Provoca una vasculite, un danno dei vasi sanguigni. Nei mesi scorsi, non vedevamo casi di Covid ma a Firenze abbiamo curato una quarantina di Misc. Ecco, adesso temiamo che si ripresenti dopo questa ondata. Ci vorranno ancora un po’ di giorni per capire se lo farà».
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
“NON C’E’ SOLO OMICRON, DELTA CIRCOLA ANCORA ED E’ RESPONSABILE DI DECESSI E RICOVERI”
Per il fisico Roberto Battiston, intervistato da Repubblica, stiamo vivendo in una doppia pandemia: Omicron sta diventando prevalente, è vero, ma Delta circola ancora ed è responsabile di molti ricoveri. E sarebbe necessario sapere chi si ammala di una variante e chi di un’altra, perché l’evoluzione della malattia è molto diversa.
«Assistiamo a una sorta di rimozione collettiva sulla variante Delta, ma non c’è nessuna prova che sia scomparsa. Anzi, probabilmente è la principale responsabile dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva. In questo momento, in realtà, è come se ci fossero due epidemie diverse: quella dovuta appunto alla Delta e quella riconducibile a Omicron, con effetti meno gravi sulla salute ma così contagiosa da farci rischiare un lockdown di fatto. Per poter affrontare efficacemente questa fase, è fondamentale avere chiara tale distinzione. E magari adoperarsi per distinguere chi si ammala di una variante piuttosto che dell’altra».
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
QUANTBIORES STAREBBE STUDIANDO UN METODO DI DEATTIVAZIONE DEL COVID
È attesa per domani, 10 gennaio, la decisione del giudice Anthony Kelly sull’espulsione dal territorio australiano del tennista serbo Novak Djokovic.
Nel frattempo, da un’inchiesta del Sole 24 Ore, è emerso che Djokovic risulta essere proprietario e principale azionista della start-up QuantBioRes, una società di ricerca scientifica fondata il 3 giugno 2020 e che si occupa, secondo quanto riportato sul sito ufficiale dell’azienda, di «cure e trattamenti contro la batterio resistenza e contro i retrovirus», tra cui il Covid-19.
La start-up starebbe infatti studiando un metodo di «deattivazione» del Sars-CoV-2. L’azienda, in sostanza, starebbe studiando delle “cure alternative” al vaccino anti-Covid. Le posizioni No vax del tennista serbo potrebbero dunque celare degli interessi economici favorevoli alla start-up da lui fondata e di cui è il principale azionista.
Nel frattempo, nella battaglia legale per la revoca del visto di ingresso in Australia tra autorità australiane e Djokovic, tra le carte di ricorso presentate dai legali del tennista si legge: «La data di registrazione del primo test Covid positivo è il 16 dicembre 2021». Tuttavia, ci sono due elementi che sembrano non supportare la tesi degli avvocati. Nella lettera inviata il 7 dicembre dalla Federazione australiana di tennis, il termine per presentare la richiesta di esenzione medica era fissato per lo scorso 10 dicembre, ossia sei giorni prima della positività di Djokovic certificata dai suoi legali. A questo elemento si aggiungono poi le immagini, presenti anche sui profili social del tennista serbo, dove Djokovic è stato immortalato mentre partecipava a diversi eventi pubblici proprio tra il 16 e il 17 dicembre, ossia quando era risultato positivo al Covid, secondo le carte dei suoi legali.
(da agenzie)
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Gennaio 9th, 2022 Riccardo Fucile
LA DIFESA DEL TENNISTA FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI, IL 17 DICEMBRE ERA TRANQUILLAMENTE A PRESENZIARE AD EVENTI PUBBLICI
Esentato dall’obbligo vaccinale perché avrebbe contratto il Covid in dicembre. I legali di Novak Djokovic vanno al contrattacco e spiegano che il numero uno del tennis mondiale ha diritto all’esenzione dall’obbligo vaccinale per entrare in Australia per un motivo chiaro: «La data della registrazione del primo test Covid positivo è il 16 dicembre 2021», si legge nella documentazione fornita dagli avvocati al tribunale che lunedì 10 gennaio deciderà se revocare l’annullamento del visto del serbo.
Nei documenti del tribunale federale, gli avvocati di Djokovic hanno affermato di aver ricevuto la corrispondenza dal Dipartimento degli affari esteri il 1° gennaio scorso: in questa lettera, secondo gli avvocati, si affermava che la dichiarazione di viaggio in Australia era stata valutata positivamente. E questo è uno dei tre motivi di ricorso, secondo gli avvocati di Nole, contro l’annullamento del visto. Il secondo è di natura principalmente legale e si fonda sulla negazione di un processo equo visto l’accesso negato ai suoi avvocati nel corso del primo interrogatorio subito dopo l’arrivo a Melbourne, in piena notte.
E poi, il più importante, ci sarebbe quello della presunta positività registrata durante un test del 16 dicembre. I documenti in possesso degli avvocati affermerebbero che a Djokovic è stato concesso un visto per entrare in Australia il 18 novembre (che lascerebbe presupporre a un ulteriore motivo di esenzione dal vaccino presentato in quella data) e che il 30 dicembre sarebbe stato inviato un certificato di esenzione dal responsabile medico di Tennis Australia, la federazione australiana.
I dubbi sulle date
Ci sono però due elementi che sembrerebbero non supportare la tesi degli avvocati. Nella lettera inviata il 7 dicembre da Tennis Australia ai tennisti, il termine ultimo per presentare la richiesta di esenzione medica era il 10 dicembre, sei giorni prima della positività di Djokovic certificata dagli avvocati.
In quei giorni, però, il governo federale aveva già informato l’organizzazione dell’Australian Open che un precedente contagio non sarebbe stato sufficiente per garantire l’ingresso in Australia da non vaccinati.
E ci sono poi delle immagini, presenti anche sui profili social ufficiali dello stesso Nole, che lo ritraggono in diversi eventi pubblici a cui Djokovic ha preso parte tra il 16 e il 17 dicembre: la cerimonia di consegna del francobollo che il servizio postale serbo gli ha dedicato e una tavola rotonda dal titolo «Il ruolo e l’istituzione dell’autorità nello sviluppo del carattere e della disciplina», che si è svolto al Novak Tennis Center nell’ambito del programma «Attraverso i campioni» della fondazione che porta proprio il nome del numero uno del mondo.
Al Novak Tennis Center, poi, Djokovic ha premiato alcuni giovani talenti e molte delle foto con i ragazzi sono state scattate senza che Nole e i ragazzi stessi indossassero la mascherina.
L’isolamento in albergo e le polemiche
Giunto mercoledì 5 gennaio in Australia per disputare l’Australian Open, il tennista è stato fermato e posto in isolamento in un albergo a Melbourne perché privo del certificato vaccinale: ci rimarrà fino (almeno) a lunedì, quando il giudice Anthony Kelly valuterà il ricorso contro la sua espulsione dall’Australia. Non gli è stato permesso di trasferirsi nell’appartamento che aveva affittato, dove si trova il suo team. Fuori dalla struttura — che dal dicembre 2020 è utilizzata dal governo australiano come parcheggio per i richiedenti asilo (al momento ce ne sono 36) — tanti i tifosi di Nole che protestano.
«Ma Djokovic non è detenuto. Può lasciare il Paese quando vuole e la polizia di frontiera farà di tutto per agevolare la sua partenza», ha tuttavia detto la ministra degli Interni australiana Karen Andrews, in risposta non solo alle proteste ma anche, o soprattutto, alle dure parole dei genitori di Nole, che in una conferenza stampa hanno paragonato il figlio a «Gesù Cristo che hanno crocifisso e umiliato».
L’azienda in Danimarca
Non è tutto: a migliaia di chilometri da Melbourne, in Danimarca, c’è un’azienda farmaceutica — la QuantBioRes — che dal 2020 si sta occupando di studiare un farmaco contro il Covid. E chi è il principale azionista di questa società? Novak Djokovic.
(da agenzie)
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