Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
“IL MANDATO DI ARRESTO SARA’ SICURAMENTE ESEGUITO”
“Chiunque fomenti una sanguinosa guerra, come ha fatto Putin, dovrebbe risponderne in tribunale e se il Presidente russo dovesse arrivare in Germania sarebbe arrestato immediatamente”, così il ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann ha accolto con favore il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il leader russo, assicurando che sarà sicuramente rispettato in Germania.
“La soluzione migliore è che ci sia un rinvio a giudizio davanti alla Corte Penale Internazionale. Il mandato d’arresto emesso oggi è un importante segnale in questo senso. Noi siamo tutti uniti dalla volontà di reagire con decisione ai terribili crimini in Ucraina” ha aggiunto Buschmann, invitando il Tribunale ad inviare rapidamente gli atti all’Interpol (l’autorità di polizia internazionale) e agli Stati aderenti per “chiedere loro l’immediata esecuzione del provvedimento”.
“Mi aspetto che la Corte penale internazionale invii rapidamente il mandato all’Interpol e agli Stati aderenti e chieda loro di farlo rispettare. La Germania, quindi, sarebbe obbligata ad arrestare il presidente Putin e consegnarlo alla Corte penale internazionale se entrasse in territorio tedesco”, ha detto Buschman in un’intervista all’edizione domenica del quotidiano Bild. Considerazione condivide anche dal cancelliere Olaf Scholz ch ha accolto con favore la decisione del Tribunale spiegando che “Nessuno è al di sopra della legge”
La Corte penale internazionale vuole incriminare Putin, non per l’attacco militare all’Ucraina, ma per la deportazione di bambini ucraini, considerata un crimine di guerra dal diritto internazionale. La Corte infatti venerdì scorso ha annunciato che Putin è presumibilmente responsabile della deportazione illegale di numerosi bambini dai territori occupati e del loro trasferimento dall’Ucraina alla Federazione Russa. Un mandato di arresto è stato emesso anche contro il commissario russo per i diritti dei bambini, Maria Lwova-Belowa, individuata come colei che ha organizzato il piano voluto da Putin.
(da Fanpage)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
E DOPO AVER FATTO I PIANGINA PER DUE ANNI E AVER INCASSATO GLI AIUTI STATALI, ORA SI RIFANNO SULLE FAMIGLIE ITALIANE
Aumentano i prezzi degli hotel. Sale l’imposta di soggiorno. Anche la tassa di sbarco in alcune isole, tra cui Ponza e Ventotene, subirà a breve un rialzo. Chi sta prenotando per Pasqua lo sta già vedendo: i costi delle vacanze non sono più quelli del 2022, molte strutture ricettive hanno rivisto al rialzo il costo delle camere. E per l’estate si preannuncia anche peggio.
Negli alberghi si registrano in questo momento rincari anche del 30%. Poi c’è il tema del caro voli (5-10%), che per esempio rischia di tenere in ostaggio la Sicilia per effetto dell’elevato costo dei biglietti
Insomma, bene che vada serviranno 500 euro in più a famiglia per andare quest’anno tutti al mare o in montagna.
Pure viaggiare in traghetto sarà un po’ più dispendioso, complice la tassa di sbarco. Per Ventotene e Ponza passerà (ma a partire dal primo giugno) da 4 a 5 euro, un incremento di 1 euro ad arrivo. Nelle Eolie, a Salina, pure il Comune di Leni (sbarco a Rinella) l’adotterà in estate. Infine l’imposta di soggiorno, stando all’osservatorio di Jfc su questo particolare tributo, quest’anno dovrebbe fruttare a livello nazionale circa 678 milioni di euro, contro i 619 milioni dello scorso anno (+9,5%).
Ma a quanto ammonterà per gli italiani l’aggravio di spesa per le vacanze nel 2023?
Secondo i calcoli degli esperti di Compass, il budget di spesa delle famiglie per viaggiare durante l’anno (soprattutto tra Pasqua, giugno, luglio e agosto) sarà di 1.930 euro, con un aumento di ben 482 euro rispetto al 2022. Vale a dire il 25 per cento in più sull’anno scorso.
Come se ne esce? Gli addetti ai lavori temono che molte famiglie ripiegheranno su vacanze mordi e fuggi, con incluso spostamento in auto.
Stessa spiaggia, stesso mare, ma prezzi più alti. Si avvicina l’estate e gli italiani, come ogni anno, devono fare i conti con i rincari di ombrelloni e lettini che in alcune località (Anzio e Nettuno, per esempio) potrebbero costare anche il 20% in più.
Il problema, alla fine, è sempre di chi deve aprire il portafogli: il turista è l’ultimo anello della catena e andare in vacanza al mare diventa un lusso.
Per una giornata in spiaggia a Ostia corredata da ombrellone e lettino bisogna calcolare un incremento dei prezzi tra il 5 e il 7%, a Santa Severa fino al 10%. Fregene conta di mantenere i prezzi stabili, mentre a Sabaudia c’è chi li ha già ritoccati. A “La spiaggia” di Carbonelli, uno dei lidi più apprezzati tra le dune, le nuove tariffe sono già ufficiali: il costo giornaliero per un ombrellone, o per un lettino, varia dai 12 euro durante la settimana ai 16 euro nei week end, l’anno scorso invece non si superavano i 15 euro.
(da “il Messaggero”)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
TENDENZA ELLY: NON E’ LEI CERCA IL VOTO GIOVANILE, SONO I GIOVANI CHE CERCANO LEI, STANCHI DEL MODELLO BIGOTTO E REAZIONARIO IMPERSONIFICATO DAI TRUCIDI SOVRANISTI
Fino all’ultimo minuto è indecisa se salire o meno sul palco, ma Piazza della Scala la sta aspettando. E lei lo sente. Alla fine è Vladimir Luxuria, madrina dell’evento, a tirarla su. Elly Schlein si prende gli applausi. Lunghi, partecipati. È emozionata. Saluta la gente con la mano dopo aver stretto anche lei nel pugno sinistro una penna, strumento di quelle registrazioni mancate dei figli della coppie omogenitoriali per cui Milano è scesa in piazza.
«È il momento di tirare fuori le unghie», le dice Luxuria mentre si abbracciano. «Lo farò, ma le mie non sono lunghe e smaltate come le tue», le risponde sorridendo Schlein che dopo la consacrazione del congresso dem appare sempre più consapevole dell’incarico popolare di riunire la sinistra. In sottofondo c’è «Bella Ciao» cantata da grandi e bambini. «Solo lei può fare questa battaglia. A destra c’è chi fa la destra e finalmente a sinistra c’è chi fa la sinistra», dirà dopo Luxuria.
Milano l’aspetta e la cerca. Lei prova a divincolarsi da microfoni e telecamere per «andare dalle persone che mi stanno aspettando».
La chiamano per raccontarle le loro storie di famiglie arcobaleno, alcuni ragazzi la fermano per dirle che hanno preso la tessera del Pd dopo che lei è diventata segretaria, «perché parla con noi giovani e non di noi. Le stanno a cuore le tematiche care alla nostra generazione», dice Claudia Toscano, una diciottenne venuta a Milano dal Sud per studiare. «Dai Elly, prendiamoci tutto». La segretaria annuisce.
Per Schlein, comunque, non è una novità occuparsi di diritti. E per questo precisa che il Pd «si sta già muovendo in Parlamento, per portare avanti le aspettative che sono emerse dalla piazza: poter vedere riconosciuto per legge il diritto delle famiglie omogenitoriali e dei loro figli e figlie». La legge c’è, dice Elly, è stata scritta «assieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno».
È di poche parole, ma trova quelle giuste da recapitare al governo: «Dobbiamo convincerli che le discriminazioni non hanno mai portato a un avanzamento della società, che è più sicura solo se è più inclusiva.
Soprattutto Elly raccoglie consensi anche a sinistra del Pd, laddove fino a qualche mese fa provavano a pescare i cinquestelle di Conte. E a proposito di M5s, c’era in piazza anche l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Un’apparizione veloce la sua, giusto il tempo di ricordare il primato delle registrazioni quando era prima cittadina del capoluogo piemontese. Ma è Giuseppe Conte il grande assente, che mentre affida ai social qualche slogan sui diritti civili, ci tiene a precisare che la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali «non ha nulla a che fare con la legittimazione della maternità surrogata».
(da La Stampa)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
IL GOVERNO: “SIAMO CONSAPEVOLI DEI NOSTRI OBBLIGHI”
Sul presidente russo Vladimir Putin, da venerdì 17 marzo, pende un mandato di arresto internazionale.
Tra i giudici della Corte penale internazionale che lo hanno emesso, ce ne è anche uno italiano. Sono 123 i paesi che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma, che riconoscono la Corte internazionale e quindi le sue decisioni. Tra questi non ci sono Stati Uniti, Cina, India e Israele tra gli altri. E non c’è più neanche la Federazione russa, che ha ritirato la firma nel 2016.
Ora, la Cpi non ha un sistema automatico di esecuzione del suo mandato, per questo si affida agli Stati aderenti. Già nel 2016 però, l’allora presidente sudafricano Zuma si rifiutò di rispettare gli impegni, quando il presidente del Sudan Omar al-Bashir andò in visita nel suo paese, riconoscendogli l’immunità da Capo di Stato.
La stessa a cui potrebbe appellarsi Putin nella sua prossima visita in programma a un Paese firmatario dello Statuto di Roma. Ancora una volta potrebbe essere proprio il Sudafrica, nel frattempo presieduto da Cyril Ramaphosa, a dover decidere se rispettare la decisione della Corte penale internazionale.
L’incontro, il 15esimo meeting dei leader Brics, è previsto per questo agosto a Durban, città sulla costa orientale dello Stato africano. Sul punto però l’esecutivo rimane ancora cauto, probabilmente colto di sorpresa da quanto successo nelle ultime ore. «Come governo», ha detto un portavoce, «siamo consapevoli del nostro obbligo legale. Tuttavia, da qui al vertice rimarremo impegnati con varie parti interessate”
(da agenzie)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
L’APPELLO DEI NONNI: “NON ABBIAMO PIU’ SUE NOTIZIE DA MESI”
Ci potrebbe essere anche un bambino italiano tra quelli che sarebbero stati deportati nei mesi scorsi dall’Ucraina alla Russia.
Crimine di guerra per il quale il presidente della Federazione Vladimir Putin è oggetto di un mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aia. Il bambino si chiama Roman, ed è nato sei anni fa da padre veronese e madre ucraina.
Era stata lai a portarlo a Donetsk dalla città scaligera poco dopo la nascita, quando i rapporti col padre si erano incrinati. Ora a chiedere che si faccia luce sulla sua scomparsa sono i nonni, che dal Veronese lanciano un appello per ritrovarlo.
«Tuttora non sappiamo dove Roman sia e con chi viva. Ci appelliamo alla Convenzione sui diritti dell’infanzia. Noi riceviamo notizie frammentarie da persone che rischiano la loro vita fornendoci queste informazioni. Fino ad un anno fa facevamo qualche videochiamata con il piccolo, che non parla italiano per scelta della madre, poi nemmeno quella, e i numeri di telefono risultano bloccati», denunciano i nonni a mezzo stampa.
La posizione della madre si è irrigidita da circa un anno, proseguono i nonni del piccolo citati dal Messaggero, «malgrado l’interessamento del console italiano in Ucraina e i vari tentativi fatti da noi anche con l’aiuto di politici locali». E proprio questo insieme di elementi fa sospettare che il piccolo Roman possa essere tra i bambini che Putin è accusato di aver fatto deportare.
Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbero almeno 16 mila i piccoli sottratti alle famiglie d’origine per inserirli in “programmi di rieducazione” alla nuova madrepatria. Secondo quanto hanno raccontato i nonni, qualche mese fa un missile sarebbe caduto ad appena due chilometri dalla casa dove Roman si era stabilito con la madre. I nonni non vedono il bambino dal 2018, lo stesso anno del divorzio dei genitori.
L’appello dell’Ucraina: «Dateci le liste dei bambini»
Nel frattempo, chiuse le indagini della Corte dell’Aja, le autorità ucraine hanno lanciato un appello per chiedere alla Russia di consegnare le liste con i nomi dei bambini che sarebbero stati deportati. «Mi appello pubblicamente al Commissario russo per i diritti umani Tatyana Moskalkova e al Commissario russo per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova. Propongo di trasferire immediatamente alla parte ucraina gli elenchi di tutti gli orfani e i bambini privati delle cure parentali che il 24 febbraio 2022 erano cittadini ucraini e si trovano ora nel territorio temporaneamente occupato territori dell’Ucraina e che sono stati temporaneamente portati via dal territorio occupato dell’Ucraina al territorio russo», ha dichiarato la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk.
(da agenzie)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
“UN INCENTIVO ALLA CONSAPEVOLEZZA DELLE FAMIGLIE”… INUTILE DIRE CHE IL PRIMO CITTADINO NON E’ SOVRANISTA, QUELLI AVREBBERO PAURA DI PERDERE DUE VOTI
Il Comune di Cento, in provincia di Ferrara, ha deciso di sanzionare le famiglie di giovani che vengono ritenuti responsabili di fenomeni di bullismo.
Nel nuovo regolamento di polizia urbana del Comune, che verrà votato il 22 marzo, è stato introdotto infatti l’articolo 7 bis, suddiviso in sei commi, che sostanzialmente introduce la possibilità per l’Amministrazione di contestare una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro a chi ha la patria potestà dei ragazzini che dovessero tenere in ambito scolastico e fuori atteggiamenti che possono “costituire pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza”.
“L’idea nasce dall’esperienza che abbiamo avuto in questo anno e mezzo di amministrazione – spiega il sindaco, Edoardo Accorsi – dove siamo stati chiamati ad intervenire in diverse situazioni di bullismo, insieme alla polizia locale, alle forze dell’ordine e alla scuola. Questo è uno strumento in più, che dovremo testare e valutare se funziona, anche se non siamo la prima amministrazione che lo ha adottato”.
Accorsi sottolinea che questo nuovo strumento, discusso prima con forze dell’ordine e istituzioni scolastiche, che ovviamente dovranno accertare gli atteggiamenti intimidatori o aggressivi, “è anche un incentivo alla consapevolezza delle famiglie, che in alcuni casi tendono a ridimensionare il fenomeno del bullismo. In ogni modo – spiega – ci sarà anche la possibilità per i genitori di tramutare la multa in un progetto educativo e di recupero per il figlio”.
Il primo approccio del Comune, infatti, “rimane sempre quello educativo e di sensibilizzazione – conclude Accorsi – perchè questo è un tema molto delicato”.
Il Codacons plaude e chiede che tale misura sia estesa in tutta Italia e adottata da tutte le amministrazioni comunali. “Spesso il bullismo da parte dei minori è legato ad una disattenzione e indifferenza da parte dei genitori che hanno responsabilità dirette nelle violenze commesse dai propri figli – spiega il presidente Carlo Rienzi – Non educare correttamente i ragazzi, e non vigilare sui loro comportamenti alimenta il fenomeno del bullismo e rappresenta un vero e proprio concorso negli illeciti commessi dai minori”
(da agenzie)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
COSA CAMBIA PER I REDDITI DA 20.000 A 60.000 EURO: CI GUADAGNANO SOLO I REDDITI MEDIO-ALTI
I redditi più bassi, quelli da 20mila euro, possono subire una perdita pari a 150 euro oppure arrivare a risparmiare fino a 100 euro. Mentre per le fasce alte, da 50 e 60mila euro, il beneficio è assicurato, e va da un minimo di 260 euro fino ad un massimo di 1.150 euro.
E’ lo scenario che potrebbe prendere corpo con la nuova Irpef prevista dalla riforma fiscale.
Un meccanismo che il governo, che per l’intera trasformazione del fisco si è dato due anni di tempo, punta a mettere in moto già dal 2024.
La nuova Irpef immaginata dall’esecutivo passerà da 4 a 3 aliquote, con un sensibile ampliamento del primo scaglione (quello al 23% fino a 15mila euro di reddito), con l’obiettivo – questa la volontà espressa dalla premier Giorgia Meloni – di ricomprendere molti lavoratori dipendenti. I numeri ancora non ci sono, ma già circolano diverse ipotesi.
La Fondazione nazionale commercialisti ha fatto alcune simulazioni relative all’Irpef netta per tre diverse tipologie di reddito (dipendente, pensionato e autonomo) e quattro diverse soglie reddituali (20mila euro, 35mila, 50mila e 60mila), ipotizzando tre scenari e mettendoli a confronto con la situazione attuale, caratterizzata da 4 aliquote.
Una prima ipotesi, più costosa, con l’abbassamento di sette punti della terza aliquota (23% fino a 15mila euro; 28% fino a 50mila; 43% oltre 50mila), si tradurrebbe addirittura in una perdita, pari a 150 euro, per un reddito da 20mila euro; si avrebbe invece un risparmio per gli altri scaglioni, ma con forti differenze: appena 100 euro per chi dichiara 35mila euro e addirittura 1.150 euro per i redditi più alti. In un secondo scenario meno costoso (23% fino a 28mila; 33% fino a 50mila e 43% oltre 50mila) si avrebbe un guadagno per tutti, dai 100 euro per un reddito da 20mila euro ai 400 euro per chi dichiara 35mila euro, fino ai 700 euro dei redditi più alti.
Una terza ipotesi, ancora meno costosa (23% fino a 28mila, 35% fino a 50mila e 43% oltre 50mila), garantirebbe 100 euro di risparmio per la fascia più bassa e 260 euro per tutti gli altri redditi oltre 28mila euro. In generale, sintetizza la Fondazione nazionale commercialisti, «le modifiche ipotizzate comportano guadagni in valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della struttura progressiva dell’Irpef a scaglioni, ma in termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse». In ogni caso l’effetto finale, puntualizza la Fondazione, «dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla no tax area e al sistema delle detrazioni e delle altre spese deducibili che potranno incidere in maniera significativa anche sui redditi più elevati a seconda delle scelte operate».
(da agenzie)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
IL CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSA CHE SI E’ STACCATA DAL PATRIARCATO DI MOSCA RISPONDE AL CRIMINALE KIRILL
Guerra in Ucraina e lite tra patriarchi ortodossi che sono dalle parti opposte della barricata. Il metropolita Epifanio, capo della Chiesa ortodossa che si è staccata dal Patriarcato di Mosca, risponde a Kirill secondo il quale alla Lavra della capitale ucraina si sta consumando un atto di persecuzione religiosa con l’allontanamento dei monaci fedeli a Mosca.
Sulla questione nei giorni scorsi era intervenuto anche Papa Francesco chiedendo a tutti di rispettare i luoghi di fede e quindi di fatto rispondendo all’appello del Patriarcato di Mosca.
«In relazione agli eventi attuali relativi alla Santa Dormizione Kyiv-Pechersk Lavra, ritengo necessario fornire una spiegazione a una serie di questioni. Innanzitutto va sottolineato che non si pensa alla chiusura del monastero, né alla sospensione della preghiera, dei servizi o della vita monastica al suo interno», dice Epifanio in una dichiarazione rilanciata dal portale di informazione vaticana `Il Sismografo´.
«Confrontare la situazione attuale in generale con le persecuzioni passate da parte delle autorità comuniste contro la Chiesa o in particolare con le due volte in cui il monastero è stato chiuso da loro è una manipolazione infondata. Questo suona particolarmente cinico nelle labbra di un gerarca – dice Epifanio parlando di Kirill – che era strettamente legato al Partito Comunista, uno che cercava persino di essere nominato per una carica elettiva per suo conto».
Epifanio rivendica la scelta di avere costituito in Ucraina una Chiesa ortodossa `autocefala´, cioè indipendente dal Patriarcato di Mosca «che a sua volta è completamente sotto il controllo dell’amministrazione del Cremlino ed è utilizzato come strumento di aggressione contro l’Ucraina».
«Spero che presto il divieto definitivo dell’influenza di Mosca sulla vita della Chiesa ucraina venga confermato dalla legge statale», afferma il metropolita Epifanio concludendo: «Come iero-archimandrita della Lavra, sono aperto al dialogo e alla comunicazione. Il nostro obiettivo è preservare e rinnovare la dimora dei nostri padri Antonio e Teodosio, per ripulirla dall’illusione del `Mondo russo´».
(da Globalist)
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Marzo 19th, 2023 Riccardo Fucile
L’AUTONOMIA PER DANNEGGIARE IL SUD
Alla fine basta lasciarli parlare e diranno tutto: è lo stesso ministro per l’Autonomia a dire che alla fine si tratta solo di dare più soldi al Nord togliendoli al Sud, peraltro basandosi su una metrica (il cosiddetto “residuo fiscale”) che si può definire imprecisa se proprio non si vuole arrivare a truffaldina. Roberto Calderoli, intervistato da La Stampa, prova a fare il buono, dice che lui vuole solo applicare la Costituzione e si dispera: “Mi dicano dov’è, nel mio testo, l’articolo o il comma con cui si vuole dividere il Paese e lo correggo”.
Eppure al Sud protestano, gli viene fatto notare.
E qui viene fuori il federalismo bottegaio che è il liquido magico dell’ampolla di Pontida: “Chi al Sud contesta l’Autonomia è un egoista rispetto al Nord, perché in questo momento, in Italia, ci sono 12 regioni del centronord che danno più di quello che ricevono e altre 8 regioni che invece ricevono più di quel che danno”.
Se ne deduce che con l’autonomia non sarà più così: meno al Mezzogiorno, più al Nord, il ddl Calderoli serve proprio a dividere l’Italia, lo dice l’autore. Questo, sia detto en passant, mentre la spesa pro-capite della P.A. al Sud è inferiore di 1.100 euro (Bankitalia) o 2.700 (Svimez) all’anno rispetto al resto d’Italia. D’altronde il ministro che ne sa?
(da il Fatto Quotidiano)
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