Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
LA SORELLA DI GIOVANNI FALCONE: “LA MAFIA NON E’ MAI STATA BUONA, NON HA MAI PORTATO RICCHEZZA, E’ UN CANCRO DELLA NOSTRA TERRA”
Una vergogna indecente che alla Lega di Salvini non ha fatto nè caldo e nè freddo:
“Ho ascoltato, incredula, le parole dell’ex senatrice della Lega, Angela Maraventano che, ieri, nel corso di una manifestazione, ha constatato con rammarico che non esiste più la mafia ‘sensibile e coraggiosa’ di un tempo. Che una persona che ha rappresentato lo Stato possa riproporre la trita favoletta della mafia buona mi indigna e mi fa arrabbiare”.
Lo dice Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone e presidente della Fondazione che del giudice assassinato a Capaci porta il nome, commentando le dichiarazioni fatte ieri, a Catania, dall’ex senatrice del Carroccio.
“In questi anni abbiamo pianto decine di donne e uomini delle istituzioni, magistrati, giornalisti, sindacalisti, cittadini comuni uccisi da una criminalità organizzata che ha saputo solo seminare morte, sopraffazione e ingiustizia. La Maraventano – aggiunge – è arrivata a dire che la mancanza di sviluppo della nostra Sicilia è da ascriversi al fatto che lo Stato, con una dura battaglia, ha eliminato la mafia, dipingendo una Cosa nostra sensibile e attenta alle esigenze del territorio. Parole senza senso di chi ha dimenticato la lunga scia di sangue che ha sporcato le nostre strade. La mafia non è mai stata buona, non ha mai portato sviluppo e ricchezza. È un cancro che continua a essere presente nella nostra terra e va combattuta quotidianamente. Dalle istituzioni, ma anche da ciascuno di noi. Spero – conclude Maria Falcone – che i vertici del partito di cui l’ex senatrice è esponente prendano le distanze dalle sue vergognose dichiarazioni”.
(da Globalist)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
TOTO’ MARTELLO: “DA LAMPEDUSANO, PRIMA ANCORA CHE DA SINDACO, DICO CHE L’EX SENATRICE DELLA LEGA HA PERSO IL SENSO DELLA DECENZA”
“Da Lampedusano, prima ancora che da sindaco, prendo le distanze nel modo più netto dalle parole inneggianti alla mafia che sono state pronunciate da una esponente della Lega nel corso di una manifestazione pro-Salvini. Parole gravi, offensive, pericolose, che fanno capire che davvero qualcuno a Lampedusa ha perso il senso del limite e della decenza. Ma come si possono dire certe cose? Come si può parlare di `sensibilità ` e di `coraggio` della mafia? Che insegnamento stiamo dando ai nostri ragazzi? Queste parole umiliano un`intera comunità . Il nome di Lampedusa deve continuare ad essere associato all`idea di Pace, solidarietà , turismo, natura, bellezza. Deve essere associato alla passione ed al coraggio dei nostri pescatori. Perchè questa è la vera Lampedusa”.
Lo ha detto Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa in riferimento alle dichiarazioni dell`esponente leghista Angela Maraventano rilasciate dal palco di Catania nel corso di una iniziativa a sostegno di Matteo Salvini.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
LA STRANA COINCIDENZA TRA QUESTA PRESA DI POSIZIONE E I MANCATI INTROITI DAI VERSAMENTI DEI PARLAMENTARI
“Qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione in un partito, il nostro supporto non potrà più essere garantito, dal momento che non sarebbe più necessario poichè verrebbero meno tutti i principi, i valori e i pilastri sui quali si basa l’identità di un MoVimento di cittadini liberi e il suo cuore pulsante di partecipazione che noi dobbiamo proteggere”.
Davide Casaleggio ricorda di aver svolto gratuitamente il suo incarico a sostegno del Movimento, di aver rifiutato un Ministero, di aver rispettato i ruoli anche quando non era d’accordo, di aver sopportato “insinuazioni, attacchi e calunnie nei miei confronti e nei confronti di mio padre”, ma dice che è arrivato “il momento di prendere posizione” nella battaglia interna al Movimento 5 stelle, che vede tra i bersagli anche la piattaforma Rousseau.
Lo fa sul blog delle Stelle con un lungo intervento contro le spinte alla trasformazione di M5S in un partito e a difesa del lavoro di Rousseau, strumento voluto dal padre Gianroberto Casaleggio per “tutelare la comunità del Movimento garantendo ampi spazi di espressione della sua volontà generale”.
Questo perchè, spiega il figlio del fondatore, “conosceva profondamente l’animo umano e non gli sfuggiva la possibilità che qualcuno, una volta eletto nelle istituzioni, avrebbe potuto provare, perseguendo il proprio interesse carrieristico, ad annullare il ruolo degli iscritti e il concetto stesso di portavoce”.
Davide Casaleggio afferma che “il MoVimento 5 stelle è nato proprio con alcune promesse agli iscritti e agli elettori che io non ho dimenticato e non posso sconfessare”. La prima è che “non saremmo mai diventati partito”, sia come “struttura”, che come “mentalità ”.
Diversamente dal partito, nel movimento “il potere si esercita dal basso”, nella “condivisione delle scelte tra gli iscritti”, non si delega a un campo, ma si chiede il “coinvolgimento attivo del singolo partecipante”.
Non si prendono finanziamenti pubblici, non ci sono limiti ai mandati parlamentari. Invece il MoVimento “non ha paura della strada più lunga, si autofinanzia, crede nel rinnovamento generazionale, ha il suo fondamento nell’idea che la politica non debba diventare una professione”.
Per questo Casaleggio respinge il partitismo, inteso come “rifugio di chi ha paura di perdere i privilegi che ha accumulato, ma solo chi è disposto a perdere tutto quello che ha, può ottenere tutto quello che vuole”.
Esso è “incompatibile con l’idea di movimento”. Per questo “faremo tutto quello che è possibile per evitare che venga consegnato alla storia come il simbolo del fallimento delle promesse fatte e lavoreremo ancora di più per rilanciare quei valori che hanno reso il MoVimento quello che è”.
Tra gli impegni che il figlio del fondatore prende c’è “il rispetto delle regole, dei principi e il mantenimento della centralità dell’assemblea iscritti affinchè non venga mai annullata e sostituita da segreterie di partito”.*
Alessandro Di Battista, infatti, rilancia il post scritto dal presidente dell’Associazione Rousseau: “Vi consiglio di leggere. Buon compleanno Movimento 5 Stelle”.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
POCA GENTE AL RADUNO LEGHISTA A CATANIA E SALVINI NON SI PRSENTA AL COMIZIO DI CHIUSURA
Il raduno leghista organizzato per Salvini dalla Lega a Catania non è stato proprio un successone. Poca gente, e il “Capitano” non si presenta al comizio di chiusura. La lastra di marmo sul piede di Giulia Bongiorno è stato il vero evento.
Racconta il Fatto
Tant ‘è che sul palco leghista l’attesa del leader, che poi nessuno ha visto, ha prodotto un surplus oratorio. I dirigenti hanno iniziato ad allungare il brodo, e a furia di allungarlo il comizio si è sfilacciato, i pensieri si sono doppiati e anche le parole hanno perso di smalto.
“Sono stanchissimo, vado a Milano dai miei figli”, ha detto Salvini, che è parso di un umore appesantito per via della defaillance di popolo che non era attesa.
Sulle spalle del povero Stefano Candiani, il varesino mandato in Sicilia a fare il capo dei siciliani leghisti, tutto il peso di un’organizzazione che fino a due sere fa si era dimostrata all’altezza delle attese.
Centomila euro spesi per allestire la grande sala dove la Lega, riunita in assise, avrebbe salutato il processo facendosi un po’ anche processare
E dire che per organizzare tutto la Lega aveva speso 100mila euro: “Metteremo dei mega-schermi, ma io spero che il numero possa aumentare”, dice il senatore.
Alla fine, oltre ai parlamentari precettati, non c’era nessuno,
E Salvini non si è presentato
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
SI E’ SPEZZATO IN DUE, UNA INTERA CAMPATA E’ VENUTA GIU’
Il ponte spaccatosi in due nel primo pomeriggio di ieri a Romagnano Sesia tra le province di Novara e Vercelli era aperto al momento del crollo.
Lo conferma il sindaco di Romagnano, Alessandro Carini. “Avevamo chiuso durante la notte per motivi di precauzione.
Poi ieri mattina, dopo esserci confrontati con altri amministratori, a cominciare dal sindaco di Gattinara Daniele Baglione, oltre che con il consorzio irriguo Est Sesia, abbiamo deciso di riaprire”. Il passaggio è stato riaperto intorno alle 12,30 e poco dopo, il collasso.
Il ponte tra Romagnano e Gattinara è uno degli snodi fondamentali della viabilità tra le province di Novara e Vercelli. Costruito alla fine degli anni ’60 nello stesso punto dove un altro viadotto era crollato in precedenza, è stato oggetto in tempi più recenti di un lungo lavoro di ristrutturazione concluso nel 2009.
Il cantiere però era rimasto aperto fino al 2018 per divergenze tecniche sui passaggi pedonali e sulle recinzioni esterne.
Il Corriere riporta il racconto del sindaco:
Romagnano Sesia – siamo in provincia di Vercelli, all’inizio della Valsesia – ieri mattina il sindaco Alessandro Carini e il suo collega Daniele Baglione, della vicina Gattinara, hanno tenuto una diretta Facebook dal ponte che unisce le loro due comunità , di gestione provinciale e chiuso per precauzione la sera prima.
«Lo riapriamo» hanno annunciato dopo aver valutato con gli esperti che la situazione meteo era in miglioramento. Alle 13.45, a ponte appena aperto, è venuta giù una campata intera.
Alle sei del pomeriggio Alessandro Carini era ancora lì, davanti a quel disastro, incredulo: «Non sono andato a dormire perchè volevo tenere d’occhio la situazione dell’allerta meteo… dopo la riapertura del ponte però sono tornato a casa. Un minuto dopo mi ha chiamato il mio vicesindaco: “corri, è crollato tutto”».
La stanchezza è evidente anche dietro la mascherina ma ci sono due cose che lo rincuorano. Tanto per cominciare «ringraziamo il cielo che non ci fosse nessuno a passare quando ha ceduto» e poi «mi ha fatto piacere ricevere la solidarietà della mia gente e di tutti i miei consiglieri»-
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
E SOTTOLINEA L’IMPORTANZA CHE GLI ITALIANI SCARICHINO IMMUNI
I dati del contagio da Coronavirus in Italia sono tornati a crescere e la soglia dei nuovi casi è di nuovo vicina ai 3mila giornalieri. Numeri su cui il governo sta lavorando per adottare nuove misure con il dpcm del 7 ottobre.
L’aumento «non è ancora esponenziale. Però ci troviamo davanti a un bivio», commenta a Repubblica Walter Ricciardi. Il consulente del governo invita i cittadini a partecipare in massa alla campagna per la vaccinazione contro l’influenza. «È necessario — aggiunge — che un numero maggiore di cittadini scarichi sul cellulare la App Immuni».
Ricciardi è convinto che il Paese «riuscirà a invertire la curva che vediamo in crescita in tutte le regioni italiane. Abbiamo due o tre settimane, dobbiamo agire in fretta». E sul ritorno dell’obbligo di mascherine all’aperto in molte Regioni italiane — che potrebbe essere esteso in tutta Italia — Ricciardi ricorda che va messa tutte le volte che si riduce la distanza dalle altre persone.
Punto nevralgico nella battaglia contro la pandemia sono ancora una volta gli ospedali, che stanno tornando a riempirsi nelle ultime settimane. L’ex direttore dell’Iss chiarisce: «In questa fase il problema non sono le terapia intensive. Coloro che vanno in ospedale sono però tanti e forse di più che nella prima fase. E anche se meno gravi — aggiunge — avranno un impatto pesantissimo sull’attività sanitaria».
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
SI VOTA FINO A LUNEDI’ ALLE 15… A REGGIO CALABRIA E MATERA LE SFIDE PIU’ ATTESE
Urne aperte in 68 Comuni italiani (nove i capoluoghi) chiamati al ballottaggio dopo il primo turno delle amministrative del 20 e 21 settembre scorso.
I seggi restano aperti fino alle 23 e poi lunedì dalle 7 alle 15. Lo spoglio comincia subito dopo la chiusura delle urne, e quindi i risultati si avranno entro la serata di lunedì.
Si vota anche in Sicilia al primo turno in 60 Comuni, tra cui due capoluoghi Enna e Agrigento. Mentre a Nuoro gli elettori andranno alle urne il 25 ottobre.
Sono 9 i capoluoghi di provincia in cui si vota: Reggio Calabria (147.063 elettori al primo turno), Matera (50.730 elettori al primo turno), Lecco (38.451 elettori al primo turno), Crotone (50.247 elettori al primo turno), Chieti (44.112 elettori al primo turno), Andria (83.390 elettori al primo turno), Arezzo (77.804 elettori al primo turno), Aosta (28.695 elettori al primo turno) e Bolzano.
Al primo turno, nei comuni capoluogo di provincia, il centrosinistra ha confermato i sindaci di Trento, Mantova e Trani. Il centrodestra ha strappato al centrosinistra Macerata e ha confermato il sindaco di Venezia.
Le liste civiche hanno confermato il sindaco di Fermo.
I ballottaggi, nei comuni capoluogo di provincia, vedranno la classica sfida tra centrodestra e centrosinistra a Bolzano, Lecco, Reggio Calabria, Chieti e Arezzo. A Matera sfida tra centrodestra e M5s. Ad Andria correranno centrosinistra e M5s. A Crotone centrodestra e civiche. Ad Aosta centrosinistra e civiche.
A Matera, Pd e M5s puntano a ribaltare il risultato del primo turno che vede il candidato di centrodestra, Rocco Luigi Sassone, in testa con 30,3% sul candidato M5s, Domenico Bennardi, al 27,6%.
I nuovi dirigenti del Pd, dopo le dimissioni del segretario locale, hanno dato chiara indicazione all’elettorato dem di convergere sul Cinque Stelle. L’incognita più grande da un punto di vista numerico e politico ago della bilancia della competizione, sarà il voto di quegli elettori che al primo turno si sono riconosciuti nel candidato del centrosinistra Giovanni Schiuma e in particolare nel Partito Democratico. Occhio all’affluenza, dunque.
Parti invertite, invece, a Chieti dove il candidato del Pd, Diego Ferrara, spera nell’apporto dell’elettorato M5s per recuperare il terreno sul candidato della destra, Fabrizio Di Stefano.
Nella città abruzzese, però, l’impresa per il centrosinistra appare proibitiva: un travaso perfetto di voti dal M5s al Pd, infatti, potrebbe portare ai dem un massimo del 6,7%, quanto ottenuto dal grillino. A favore del candidato di centrodestra si è espresso implicitamente – “si capisce per chi voterò” – il terzo classificato, Bruno Di Iorio, che aveva ottenuto più del 20% delle preferenze.
A Reggio Calabria parte favorito il sindaco in carica, Giuseppe Falcomatà , appoggiato dal Pd e altre 10 liste ha raccolto il 37,17% dei consensi contro Antonino Minicucci, candidato del centro destra che al primo turno si è fermato al 33,69%. Falcomatà ha ricevuto l’appoggio di Saverio Pazzano, candidato del movimento ‘La Strada’ che ha raccolto il 6,38%, e di un nutrito gruppo di intellettuali e professionisti, oltre al partito ‘Buona Destra’.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2020 Riccardo Fucile
DA GIOVANE PROMESSA DEL TENNIS ALL’ABBANDONO QUANDO AVEVA 16 ANNI… POI SERI PROBLEMI DI SALUTE, LA DECISIONE DI RIPROVARCI CINQUE ANNI FA E ORA IL SOGNO SI AVVERA
La magia continua. Martina Trevisan continua a stupire.
La 26enne toscana, ormai ex numero 159 del mondo, si è qualificata per i quarti di finale del Roland Garros, terzo slam della stagione in corso sui campi in terra rossa di Parigi, battendo con un doppio 6-4 l’olandese Kiki Bertens, numero 8 del mondo e testa di serie numero 5.
Trevisan, promossa dalle qualificazoni, affronterà nei quarti la giovane polacca Iga Swiatek, numero 54 Wta, che a sorpresa ha battuto 6-1, 6-2 la romena Simona Halep, prima testa di serie del tabellone
“Grazie Italia, mi stanno arrivando tanti messaggi. Vi abbraccio virtualmente tutti” ha detto in italiano alla fine della mi initevista in campo. Ma ha ribadito di “vivere in un sogno. Sono arrivata qui due settimane fa per le qualificazioni, e sono ancora qui”.
Ha vendicato anche Sara Errani, arrivata al match point contro Kiki Bertens nel match delle polemiche per il suo infortunio, tanto da uscire poi su sedia a rotelle, ma in un modo che non aveva convinto la romagnola.
Stavolta non ci sono state scuse, o trucchi: la mancina toscana è partita alla grande, involandosi sul 5-1 prima di subire il ritorno dell’olandese. Ma, agonista qual è, Martina Trevisan non ha mollato e ha chiuso 6-4. Nel secondo set nuova partenza sparata dell’azzurra: 3-0 e palla del 4-0 non realizzata. E qui di nuovo il deja vu della prima frazione, con la Bertens che pareggia. Altre avrebbero avuto dei dubbi, si sarebbero scorate, invece Martina si è riunita con le sue forze e ha ripreso a “lavorare” la rivale, prendendosi tutti e tre i game successivi e vincendo con un pallonetto millimetrico rimbalzato sulla riga di fondo. Martedì la prossima sfida.
Intanto può togliersi già qualche sfizio: è virtualmente n. 82 del mondo. Ed è la decima qualificata della storia del Roland Garros ad approdare ai quarti. Nessuna è poi arrivata in semifinale: si spera possa rompere anche questo tabù
“Non smettete di cercare, non mollate. Perchè la luce c’è” ha ripetuto ieri all’ennesima domanda su come avesse fatto a battere l’anoressia e quale messaggio dare a chi vive sensazioni analoghe. “Io continuo a fare le cose che facevo prima” ha detto Martina a fine match. “Ora vado a fare il massaggio, e penso sempre nella stessa maniera”.
Tenni
Martina Trevisan era una gran bella promessa da ragazzina. Ha vinto tutti i titoli italiani possibili (Under 12,14,16), è stata n.57 delle classifiche mondiali juniores, ha raggiunto le semifinali in doppio negli Slam juniores a Parigi e Wimbledon. E poi? Poi aveva smesso. A 16 anni.
La vita l’ha messa davanti a tante prove, anche dure. Ma a quell’età , per una lunga serie di motivi personali sui quali mai ci permetteremmo di sindacare, ha preferito dire basta. Poi la vita, ancora, l’ha messa davanti ad altre prove.
E nel 2014, all’età di 21 anni, ha deciso che forse valeva la pena riprovarci.
E ha ricominciato a macinare. Tornei minori, la parte più operaia del circuito Wta. Il best ranking alla posizione 144, raggiunto nel 2017. Poi qualche infortunio, qualche buon risultato, anche e soprattutto in doppio, sempre in attesa dell’acuto.
Ed ecco arrivare il Roland Garros 2020, il più strano di sempre a causa dello sconvolgimento delle abitudini e dei calendari portato dalla pandemia. Un torneo che Martina Trevisan si ricorderà per sempre, l’atteso acuto arriva. Quatrro vittorie in uno Slam, per lei che non ne aveva ottenuta neanche una.
E che tre vittorie! Prima Camila Giorgi (che si ritira sotto di un set e sullo 0-3 nel secondo) nel derby italiano, poi la giovane superstar Coco Gauff e infine, al terzo turno, la greca Maria Sakkari, numero 24 del mondo. E infine il doppio 6-4 alla numero 5 del mondo Kiki Bertens che le vale l’accesso ai quarti di finale.
Quanti soldi ha guadagnato Martina Trevisan battendo Kiki Bertens e volando ai quarti di finale del Roland Garros 2020? La 26enne potrà mettere da parte un interessantissimo gruzzolo di 283.500 euro. In caso di qualificazione alle semifinali si toccherebbero i 425mila euro, mentre il trionfo nel torneo assicura 1,6 milioni di euro. Come ha detto Martina Trevisan qualche giorno fa, dopo i 189mila assicurati col successo su Sakkari: “Ci sta un bell’appartamento un po’ ganzo“.
(da agenzie)
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