Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
APPARTENENTI ALLA GALASSIA SOVRANISTA DI QANON, DIFFONDONO BUFALE IN TUTTA EUROPA
Per una volta l’epicentro della diffusione di teorie complottiste e no-vax si trova in casa nostra. Si perché è in Italia che Facebook ha smantellato un rete di account collegati a un gruppo noto come movimento V_V, “viral vendetta”, attivo nel propagare cospirazioni sul Covid-19 e disinformazione sanitaria.
Era da tempo che segnalavo su questo blog come in Italia fosse presente un gruppo di utenti online, appartenenti alla galassia Qanon, molto attiva nel diffondere teorie anti-vax e bufale per screditare l’operato del governo sul fronte sanitario.
Oggi un report della società Graphika conferma che il nostro paese è diventato il laboratorio per la diffusione di disinformazione nel campo sanitario e vaccinale.
Ma come si muove la rete V_V?
Il loro modus operandi si basa soprattutto su attacchi online coordinati contro gli utenti che esprimono opinioni a favore della vaccinazione, cercando quindi di isolare e cancellare i commenti pro-vaccini.
In secondo luogo questo gruppo si sta alleando con gruppi di complottisti già esistenti per sfruttare la loro popolarità nella diffusione di propaganda no-vax.
La rete “Viral Vendetta” si può dunque definire come un movimento tentacolare che ha combinato teorie cospirazioniste preesistenti per spingere in maniera più virale la disinformazione online sulla salute.
Il gruppo sostiene di essere un esercito di “guerrieri” di internet impegnati in una guerriglia “contro le forze oppressive del “nazismo medico”. Slogan che abbiamo letto centinaia e centinaia di volte anche nella comunità italiana dei Qanon.
Inoltre a differenza che nel passato questi utenti non lavorano solo per spingere in rete teorie complottiste anti-vax ma sfruttano il web per organizzare manifestazioni e atti dimostrativi concreti.
I soggetti del movimento V_V sono molto più coordinati e organizzati rispetto ad altri gruppi complottisti e hanno una forte base su Telegram, dove pianificano le loro attività. Su questo social ci sono vari livelli di segretezza delle stanze dove si incontrano e si organizzano i membri del V_V ma è su Facebook che viaggiano prevalentemente le loro campagne di disinformazione.
Anche io mi sono addentrato nei meandri della rete V_V: tramite una ricerca su Facebook sono entrato in possesso di una serie di immagini, pubblicate da una militante, che mostrano personaggi pubblici, tra cui Mario Draghi, con la divisa delle SS e slogan nazisti.
Inoltre, proprio in questi giorni, segnati da un importante dibattito scientifico sulla vaccinazione anti-covid per i bambini, ho trovato immagini raccapriccianti che mostravano neonati davanti a dei vaccini a forma di teschio.
Questo concetto di lotta contro l’autorità è al centro dell’identità di V_V ed è sostenuta da una narrativa che vede nei vaccini e altre misure di sicurezza contro il Covid-19 una nuova forma di “nazismo medico”.
Anche qui torna subito alla mente la storia del Deep State corrotto (lo stato profondo) che i Qanon combattono in nome della libertà. In rete quindi gli avversari dei V_V – medici, giornalisti, scienziati, politici – vengono additati dalla comunità complottista come nazisti e alla loro immagine vengono associati simboli come la svastica.
Secondo il report di Graphika il loro numero si attesterebbe intorno ai 20mila profili, ma risultano in forte espansione anche in altri paesi come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Piuttosto che navigare nell’anonimato il movimento sembra cercare attivamente la notorietà online, incoraggiando i membri a mostrare le insegne V_V sui social e celebrando le notizie sulle loro azioni. Il nome V_V deriva dal verbo italiano vivere e vuole rappresentare la lotta del movimento per preservare “libertà, dignità e i diritti fondamentali” di fronte alle restrizioni di salute pubblica introdotte durante la pandemia.
Il movimento è emerso per la prima volta in Italia a inizi del 2020: da allora il gruppo è diventato una presenza consolidata negli spazi online dei complottisti italiani, costruendosi col tempo anche una presenza in altri paesi. I componenti di questo movimento devono passare per un vero e proprio processo di iniziazione, dove scaricano online – su spazi chiusi – e poi studiano materiali propagandistici. Una volta indottrinati ai nuovi utenti V_V viene assegnato quello che sembra essere un grado numerico, preceduto dal simbolo cancelletto (es. #194), che identificherà il guerriero online sul proprio profilo social.
Ma come ho scritto precedentemente questo gruppo si muove anche fuori dalla rete: alcune testate locali hanno dato notizia del ritrovamento nelle cassette postali di centinaia di volantini a marchio V_V che avvertivano sui pericoli dei vaccini e del “nazismo sanitario”, indirizzando i cittadini interessati ai canali di reclutamento V_V su Telegram.
La stessa firma è stata trovata sulle mura di alcuni ospedali, imbratti con scritte “I Vaccini uccidono”. Il campanello che dalla propaganda armata sulla rete si passi ad azioni violente è molto di più che un semplice timore.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
“CHI COSTRUISCE MURI HA PERSO IL SENSO DELLA STORIA”
La democrazia è un tesoro che va custodito.
Papa Francesco rilascia due interviste a La Stampa e al Corriere della Sera mentre si trova sull’aereo che lo riporterà a Roma da Atene e parla di politica per lanciare un segnale ai governi nazionali e sovranazionali: «La democrazia è un tesoro di civiltà e va custodita, non solo da una entità superiore ma anche negli stessi Paesi. Contro la democrazia oggi vedo due pericoli. Il primo è quello dei populismi che stanno qua e là e incominciano a mostrare le unghie. Penso a un grande populismo del secolo scorso, il nazismo, che difendendo i valori nazionali, così diceva, è riuscito ad annientare la vita democratica e a diventare una dittatura, con la morte della gente. Stiamo attenti che i governi – non dico di sinistra o di destra – non scivolino su questa strada dei populismi che non hanno niente a che vedere con il popolarismo, che è l’espressone dei popoli liberi, con la propria identità, folklore, arte».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
LA PROF CHE IN CLASSE DICE DI CERCARE IL CONTAGIO
Una professoressa delle scuola media Luigi Mercatini di Senigallia avrebbe confessato ai suoi alunni di andare «spesso in giro per cercare di prendere» Covid-19.
Secondo quanto è stato riferito dai ragazzi ai loro genitori, la professoressa avrebbe detto in classe di non aver ricevuto il vaccino e di cercare il contagio per ottenere il Green pass.
E, scrive il Corriere Adriatico, avrebbe raccontato di frequentare discoteche e locali sperando di infettarsi. Anche se finora si è sottoposta ai test del tampone periodicamente per lavorare. Ma dal 15 dicembre entrerà in vigore l’obbligo di vaccinazione per tutti gli operatori scolastici.
I genitori hanno scritto una lettera al sindaco Massimo Olivetti per chiedere l’allontanamento dell’insegnante. Ma non si sono rivolti alla preside della scuola per non rendere identificabili la prof e i ragazzi.
«Francamente sono rimasto sconcertato da quanto mi è stato riferito ed è mia intenzione verificare a approfondire l’accaduto – ha detto il sindaco –, non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un’insegnante No vax. Era accaduto all’inizio dell’anno al Corinaldesi ma qui parliamo addirittura di una scuola media. È inaccettabile. Pur non avendo poteri ne parlerò comunque con il dirigente scolastico perché un simile episodio non si ripeta».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
ADESSO SONO IN FILA DAVANTI AGLI HUB: “NON ABBIAMO ALTERNATIVE”
Si possono incontrare fuori degli hub vaccinali come quello di Acea a piazzale dei Partigiani. Sono i pentiti del vaccino, ovvero coloro che hanno atteso finora prima di ricevere l’immunizzazione contro il Coronavirus. Sono lavoratori, studenti e genitori. E hanno deciso di piegarsi dopo il Super Green pass e la stretta sulla Certificazione Verde Covid-19 necessaria per i trasporti pubblici.
I loro racconti sono raccolti oggi dal Mattino. Uno di questi è Gianluca, che lavora nel campo della ristorazione: «Ho avuto il Covid lo scorso gennaio in forma molto aggressiva, non sono finito in ospedale perché non c’era posto», racconta il 46enne che nel frattempo ha vissuto il lutto della morte del padre proprio per Covid-19. «Ancora oggi, più del virus mi spaventa il vaccino – sostiene però – ecco perché fino a quando ho potuto ho rimandato la vaccinazione. Ora, a causa di queste regole non ho avuto alternative. Il mio pass, rilasciato perché contagiato, era ormai scaduto».
Poi c’è Sandra, che fino a ieri è andata avanti a tamponi: «Mi sono dovuta nascondere dai colleghi, dagli amici. Ho detto che ero vaccinata, invece nell’ultimo mese sono andata a lavoro con il tampone rapido. Ho mentito perché non volevo affrontare discussioni né essere attaccata. In questo momento, sento di essere stata privata della mia libertà ma almeno ora non dovrò più nascondermi e posso tornare a una vita normale. Anche in ufficio con i colleghi, non mi sentirò più in difficoltà».
E tra i nuovi immunizzati ci sono anche molti studenti: «Non è pensabile che per prendere un bus, devo pagare un tampone», spiega Camilla, liceale18enne. «Ho contratto il Covid in forma molto lieve. Neanche la febbre ho avuto ecco perché non volevo fare il vaccino. Ma ormai, anche in classe eravamo rimasti in due a non essere immunizzati e mi sono decisa».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
RESTANO LE ACCUSE A SUO CARICO… PATRICK IN AULA: “GRAZIE ITALIA”
Patrick Zaki sarà scarcerato, ma non assolto. Questo l’esito della terza udienza del processo a carico dello studente egiziano dell’università di Bologna sotto accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici e detenuto in carcere da 668 giorni.
Lo hanno riferito alcuni avvocati al termine dell’udienza a Mansura. Lo studente potrebbe essere liberato già oggi, anche se al momento non si hanno certezze.
Una legale dello studente egiziano ha però precisato che lo studente sarà prima trasferito da Mansura al carcere egiziano di Tora, dove era trattenuto precedentemente.
A Zaki, secondo quanto si apprende, non è stato imposto l’obbligo di firma in vista della prossima udienza, fissata il primo febbraio.
L’udienza di stamane era stata sospesa dopo appena 4 minuti perché l’avvocata del giovane studente, Hoda Nasrallah, che ne cura la difesa per conto della Ong Eipr, aveva chiesto di avere accesso a tutte le prove, i filmati e i verbali che fanno parte dell’inchiesta a carico dello studente egiziano.
L’avvocata, solo nell’udienza dello scorso 28 settembre, aveva ottenuto di poter accedere agli atti, quindi studiare i documenti per preparare la difesa.
Oggi però è arrivata un’ulteriore richiesta da parte del pool di legali dello studente egiziano. L’avvocata di Zaki ha richiesto in particolare di poter visionare le registrazioni di telecamere di sorveglianza dell’aeroporto del Cairo, i verbali redatti da un agente della Sicurezza nazionale e da uno della polizia, oltre a copie di verbali di un processo civile. L’avvocata ha chiesto anche di poter convocare un teste.
Zaki era in aula. “Bene, bene, grazie”, ha risposto dalla gabbia degli imputati, alzando il pollice verso un diplomatico italiano presente in aula che gli chiedeva come stesse. Il diplomatico ha potuto parlare con lui brevemente per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane e Patrick ha ringraziato per quello che l’Italia e l’Ambasciata stanno facendo per lui.
Anche il padre di Zaki, subito dopo l’annuncio della scarcerazione del figlio, ha ringraziato i due diplomatici italiani presenti a Mansura per l’impegno profuso dall’Italia al fine di ottenere questo risultato. “Vi siamo molto grati per tutto quello che avete fatto”, ha detto George Zaki.
Zaki da due giorni era stato trasferito nel carcere di Mansura. “Si sta meglio a Tora, dove almeno c’è il bagno nella cella” ha fatto sapere una fonte egiziana informata sulle condizioni carcerarie al Cairo e nella città sul delta del Nilo.
“Qui a Mansura – ha aggiunto – dopo le quattro del pomeriggio si può usare solo il bugliolo, il secchio usato come latrina dentro la cella”.
Amnesty International, che da sempre lotta per la scarcerazione dello studente egiziano, ha commentato la notizia della scarcerazione. “Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione” ha dichiarato il portavoce Riccardo Noury.
“L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista”. In questi giorni Amnesty aveva organizzato in cinquanta piazze italiane manifestazioni di sostegno per lo studente.
Zaki è stato arrestato il 7 febbraio del 2020 tornando in Egitto per una vacanza e i 19 mesi di custodia erano stati giustificati con accuse di propaganda sovversiva fatta attraverso dieci post su Facebook.
Secondo le carte, infatti, contro Patrick ci sono sei capi d’accusa. Tre sono quelli originari, che si possono riassumere nella formula di diffusione di notizie dannose contro lo Stato egiziano via Internet. Uno è stato aggiunto nei mesi scorsi, senza alcuna notifica: essere membro di un gruppo terroristico.
Gli ultimi due sono quelli relativi all’articolo scritto nel 2019 sulla situazione dei copti in Egitto e pubblicato dalla rivista on line Darraj: diffusione di notizie false all’interno del Paese e all’esterno. Il rinvio a giudizio è avvenuto proprio per questi capi d’accusa e solo di questi ultimi Patrick era chiamato a rispondere a Mansoura. Il ricercatore ora sarà scarcerato, ma i capi d’accusa rimangono.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
LA DECISIONE DOPO LE PROTESTE DELLA FIGLIA CONTRO GLI ORGANIZZATORI
Il comizio-convegno ci sarà, sempre in quel di Torino. La città della Mole, da alcune settimane, ha ospitato alcuni degli eventi di stampo negazionista (dal vaccino al Green Pass) organizzati da personalità come Ugo Mattei, Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, Carlo Freccero.
E domani ci sarà spazio per l’ennesima puntata, ma dopo le polemiche è stato cancellato dall’evento il nome di Stefano Rodotà, il giurista morto nel 2017, utilizzato a sproposito (e senza autorizzazione della sua famiglia) dagli organizzatori.
Il convegno, come detto, ci sarà. Domani, mercoledì 8 dicembre, in quel di Torino. L’incontro è intitolato “Commissione Dubbio e Precauzione”.
E la pietra dello scandalo era nata dal nome della pagina Facebook che trasmetterà, come si legge dalla locandina, l’evento live sui social: “Generazioni Future Rodotà“. Questa pagina si presenta con questa descrizione: “La Società Cooperativa di mutuo soccorso intergenerazionale ad azionariato diffuso ‘Stefano Rodotà’ nata per promuovere la difesa e la valorizzazione dei beni comuni. Creata dal Comitato Rodotà il 5 febbraio 2019 per promuovere la nascita di una entità economica ad azionariato popolare per la difesa e la promozione dei beni comuni”.
E su quegli “schermi”, già nel recente passato, erano state trasmesse altre dirette social, compresi i precedenti convegni organizzati da Ugo Mattei (che di Rodotà era un fiero seguace) che hanno visto alternarsi i vari Massimo Cacciari, Carlo Freccero e Giorgio Agamben.
Oltre al resto della stuolo di negazionisti e no vax che hanno parlato di cure domiciliari e altro, anche citando – come fatto da alcuni di loro in alcune trasmissioni televisive – inesistenti medici e inesistenti premi Nobel per la Medicina. Il convegno, dunque, si farà. Ma Maria Laura Rodotà, figlia del famoso giurista, ha vinto la sua battaglia: il nome di suo padre non comparirà al fianco di quel comizio no vax.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
SOTTOPOSTO A LUNGA DIALISI PER RIPULIRLO
Essere medici di se stessi e non fidarsi di chi ha studiato per anni ed è esperto in materia. Queste sono le motivazioni che hanno spinto un no vax di Padova, risultato positivo a un tampone molecolare, a non affidarsi alle cure del personale medico-ospedaliero e tentare la via di internet.
Quella che prometteva un rimedio “naturale” a questo virus. Voleva evitare il ricovero, voleva evitare la terapia intensiva. Ma ci è finito lo stesso (con tanto di lunghissima dialisi per ripulire il suo sangue) per overdose da vitamina D.
La storia – l’ennesima che indica un delirio generalizzato nella fronda degli anti-vaccinisti – arriva dall’ospedale Sant’Antonio di Padova.
L’uomo, un 50enne veneto, si era rivolto ai medici dopo esser risultato positivo a un test Covid. Lui, da non vaccinato, ha rischiato di sviluppare la forma più grave e aggressiva della malattia derivante dall’infezione di Sars-CoV-2 e per questo sono intervenuti i medici del reparto Infettivi dell’azienda sanitaria padovana. E proprio quei dottori hanno scoperto un qualcosa di molto grave: nel suo sangue c’era una quantità immensa di vitamina D, talmente elevata da non esser stata sintetizzata e smaltita dal suo organismo.
Perché la vitamina D fa bene, ma ci sono dei limiti (stesso discorso vale per i livelli di altre vitamine e proteine nel sangue). Per questo motivo, l’uomo in overdose vitamina D è stato trasferito nel reparto Nefrologia dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova. Ma prima è dovuto passare nel reparto di terapia intensiva dove è stato sottoposto, anche, a una lunghissima 24 ore di dialisi per ripulire il suo sangue da quell’eccesso di “ergocalciferolo e colecalciferolo”.
Il medico: “Curiamo tutti, ma ascoltate la scienza”
Una vicenda che dovrebbe servire da monito a tutti coloro i quali provano queste paradossali e non funzionanti “cure fai da te” lette su internet e propinate sui social (ma anche su alcuni siti di “informazione”) che arriva all’indomani della morte di un altro no vax, sempre a Padova, che aveva rifiutato non solo il vaccino ma anche le cure dei medici.
Perché, come spiega il professore Lorenzo Calò, primario di Nefrologia all’Ospedale Sant’Antonio, al Corriere Veneto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo occorre fidarsi di chi fa il medico di professione e ha studiato: “Trattiamo chiunque, che sia pro o contro i vaccini, per noi tutti i pazienti quando hanno bisogno vengono seguiti. L’unica cosa che ci sentiamo di raccomandare a chiunque, anche ai no vax, è che va consultato sempre il proprio medico di famiglia prima di somministrarsi qualsiasi farmaco, chiedendo spiegazioni piuttosto che agire in maniera autonoma, correndo dei rischi notevoli come è stato in questo caso”
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
CAPEZZONE SPARA NUMERI A CASO E GUZZANTI SBOTTA
Da Quarta Repubblica a Repubblica delle banane il passo è stato brevissimo.
Nel corso dell’ultima puntata della trasmissione condotta da Nicola Porro – andata in onda ieri, lunedì 6 dicembre, su Rete4 – è andato in scena uno scontro tra titani: da una parte Paolo Guzzanti, dall’altra Daniele Capezzone.
E ovviamente, il pomo della discordia è la situazione epidemiologica (in tutte le sue sfaccettature) in Italia declinata sul tema dei bambini e giovani ricoverati e, di conseguenza, dell’esigenza di una campagna di immunizzazione dedicata anche ai più piccoli. Ed è lì che si è configurato questo confronto accesissimo.
Paolo Guzzanti parla del numero sempre più elevato di giovani e giovanissimi ricoverati in ospedale – alcuni anche in terapia intensiva, come un ragazzo di Napoli che, fortunatamente, migliora giorno dopo giorno – dopo esser risultati positivi ai test e aver sviluppato la forma più grave e aggressiva di Covid.
Una realtà che viene evidenziata anche dagli ultimi report dai vari nosocomi italiani che, da tempo, hanno visto scendere (e non di poco) l’età media delle persone ricoverate. Ed è da questo discorso che inizia l’accesa discussione.
Daniele Capezzone, infatti, prova a smentire il “collega” dicendo che allo stato attuale ci sono “solamente” 36 minori ricoverati in terapia intensiva. Tanti, ma per il giornalista de “La Verità” non sembrano essere troppi.
E la lite Guzzanti-Capezzone prosegue sulla vaccinazione anti-Covid destinata ai minori (che in Italia partirà dal 16 dicembre). E se il dato sui bambini con una forma grave di Covid sono presi dai report dell’ISS, quelli citati da Capezzone sulla campagna di immunizzazione dei più piccoli sono campati in aria: perché non sono 1.300 bambini ad aver “testato” il prodotto Pfizer (nella fascia 6-11 anni), ma ben oltre il doppio.
Inoltre, negli Stati Uniti tanto esaltati dall’ex Radicale ed ex Forza Italia, sono state già inoculati oltre 3 milioni di dosi in quella fascia di età, senza alcun evento avverso grave.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Dicembre 7th, 2021 Riccardo Fucile
L’OSTACOLO E’ STATO VISTO IN TEMPO DA UN MACCHINISTA, POTEVA ESSERE UNA STRAGE
L’obiettivo, come recita uno striscione ritrovato sul posto, era “bloccare tutto”.
Ma l’ultima trovata dei “No Green Pass” piemontesi poteva trasformarsi in una tragedia: questa mattina intorno alle 6 un macchinista di Trenitalia ha notato alcune catene complete di catenaccio sui binari lungo la linea Bardonecchia-Torino nei pressi del Comune di Meana, in Valsusa. Gli addetti in servizio lungo quella tratta hanno informato immediatamente le forze dell’ordine, che stanno già indagando sull’accaduto.
Il ritrovamento è avvenuto in tempo e ha scongiurato danni a cose o persone: il treno di passaggio è rimasto fermo per oltre un’ora e i passeggeri hanno cambiato convoglio. Oltre alla catena sui binari, a quanto si è appreso il macchinista del treno entrando in stazione è stato costretto a rallentare la corsa per la presenza di un soggetto col volto coperto che agitava un bengala nelle vicinanze di binari.
Quando il convoglio si è fermato, l’uomo è fuggito insieme ad altre quattro persone anch’essere travisate. Poco distante è stato anche trovato il lenzuolo che rivendicava il sabotaggio: “No green pass, blocchiamo tutto”.
Il traffico ferroviario è stato ripristinato grazie all’intervento dei vigili del fuoco, che hanno rimosso le catene. L’azione, su cui sta indagando la polizia ferroviaria insieme alla Digos della questura di Torino, è arrivata a poche ore da una manifestazione contro il certificato verde che si era svolta nel pomeriggio di ieri in piazza della Repubblica a Susa, alla quale avevano partecipato circa quaranta “No Green Pass”. Gli investigatori della Digos stanno visionando le immagini dei video di sorveglianza per risalire agli autori del gesto.
Intanto a Torino sono 120 le persone sottoposte finora ai controlli dei vigili urbani nel primo giorno di Super Green pass. Sei persone sono state sorprese senza certificato verde e, per questo motivo, non sono state fatte salire sui mezzi pubblici.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »