Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
LE TESTIMONIANZE DA LEGGERE PER CAPIRE COME VENGONO SFRUTTATI TANTI ITALIANI CON UN GOVERNO COMPLICE DEGLI SFRUTTATORI.., PROMEMORIA PER I SOVRANISTI: SAPETE COSA FAREBBE UNA DESTRA VERA? NON AVREBBE PIETA’ PER CHI VIOLA LE LEGGI E SFRUTTA ALTRI ESSERI UMANI
L’alba li sorprende mentre ancora lavorano, chi a lavare pavimenti, chi a scaricare camion, chi a faticare nei campi.
«D’inverno è più dura – dice Carmen – la luce arriva solo quando stiamo uscendo». Scende da un furgoncino con le insegne di un’impresa di pulizie, in mano stracci, scope e secchielli. La sua collega apre la porta di una filiale bancaria: gli uffici dovranno essere in ordine e puliti per quando arriveranno i dipendenti e il pubblico.
Carmen ha 28 anni, tre figli: «Lavoro qui da poco – sussurra per non farsi sentire dalle altre – prendo circa 4 euro lorde all’ora». In regola con i famigerati contratti che i sindacati definiscono «pirata», firmati da organizzazioni spesso non riconosciute e di cui molte imprese del settore multiservizi fanno uso.
Liberalizzazione al ribasso. Dietro a ogni alchimia economica che governa il mercato, alla fine di ogni catena, c’è una persona che fatica e impreca per una paga ridotta all’osso.
Come Julio, la sua alba segna la fine del lavoro. «Di notte riempio di merce gli scaffali dei supermercati» dice. Contratto part time: 14 ore settimanali. «Spesso però ne faccio di più». Tutte pagate? Lui sorride e non risponde: «Le ore in busta sono pagate circa 3 euro e mezzo». Ma i supermercati sono un piccolo mondo di mansioni e gerarchie che si calcolano con manciate di euro.
Romina è una neocassiera: prende 8 euro lordi. «Quando le casse sono aperte bisogna fare attenzione che tutto fili liscio». E in questa missione rientra anche Andrea, addetto alla sicurezza. «La mia paga oraria è di 5 euro e 78 centesimi lordi, spesso sono in servizio anche 12 ore filate».
Ecco il sottobosco delle tribolazioni stipendiate. Di chi lavora quando gli altri dormono. Di chi non ha smart working, né privilegi o premi. Di chi, durante la pandemia, ha continuato a lavorare per fare sembrare normale questo mondo sprofondato nell’emergenza, ma senza mai ricevere ammirazione pubblica.
Risalendo quella catena, dagli scaffali e dalla casse si arriva ai campi. Altra fatica, altro sudore. «Lavoro in campagna – racconta Hamza – dalle parti di Castagnole Monferrato. Mi pagano a fine giornata: 5 euro all’ora». In nero o con i voucher? Hamza preferisce non dirlo.
E poi c’è chi si prende cura delle persone.
«Ho iniziato come babysitter – dice Giulia – con una paga oraria di 6 euro all’ora: la famiglia per cui lavoravo ha voluto mettermi a posto e ovviamente erano lorde». Poi Giulia ha deciso di fare altre mansioni: stirando, facendo le pulizie in casa. Così ha ottenuto un aumento e la paga oraria è aumentata di 50 centesimi.
«Qualche ora in più mi faceva comodo – sostiene la ragazza – ed ho accettato». Poi è diventata anche badante, perché la decana della famiglia che l’aveva assunta aveva necessità di essere seguita costantemente. «Ora prendo 7 euro e mezzo – dice – sempre a posto con tasse e contributi». All’opposto, la storia di Santina: «Faccio le pulizie a casa di diverse famiglie: stiro, rassetto e lavo i vetri. Prendo sui venticinque euro a giornata. Tutti in nero»
(da La Stampa)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
“IL PROPRIETARIO DEL LOCALE MI HA SPIEGATO CHE SENZA LA SCHIUMA COSTAVA DI PIÙ PERCHÉ CI VOLEVA PIÙ LATTE. DOMANI NE PRENDERÒ UNO CON POCO LATTE. MI FARÀ LO SCONTO?”
Continuano inesorabili le segnalazioni di turisti e consumatori per sovrapprezzi assurdi presenti sullo scontrino. Questa volta tocca a Ostia dove Erica (nome di fantasia, ndr) ha dovuto pagare 10 centesimi in più per aver chiesto un cappuccino senza schiuma.
«Oggi al bar volevo consumare un cappuccino con il latte freddo ed il proprietario mi ha chiesto un extra di 10 centesimi spiegandomi che senza la schiuma costava di più perché ci voleva più latte», lamenta Erica, citata da Il Gazzettino.
«Domani ne prenderò uno con poco latte. Mi farà lo sconto? Per un buon cappuccino ho pagato anche 5 euro ma sapevo dal listino prezzi quello che pagavo», aggiunge.
Il bar incriminato si chiama Old Station Coffee Drink e si trova in piazza della Stazione Vecchia. Il proprietario ha confermato la versione di Erica: ha fatto pagare quei 10 centesimi in più per la richiesta di poca schiuma che implica un consumo di latte maggiore.
Pare che il locale non sia un unicum nell’applicare questo tipo di costo aggiuntivo. «A Ostia in due bar diversi mi hanno chiesto un supplemento di 20 centesimi per il caffè schiumato. Ovviamente ho pagato e mi hanno spiegato che si spreca tanto latte per poca schiuma», scrive un utente.
(da Dagoreport)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
LA SPAGNA SUPERA L’ITALIA NEL VALORE MEDIANO
Per la prima volta dal 2008, anno particolarmente nefasto, la ricchezza globale è diminuita. Lo segnala l’annuale rapporto Credit Suisse, che quest’anno, dopo il fallimento della banca dei ricchi per antonomasia e l’acquisizione da parte del concorrente, è diventato il rapporto Ubs- Credit Suisse. A livello globale il numero di milionari è sceso di 3,5 milioni, a 59 milioni di individui. Con la notevole eccezione della Russia, dove nonostante l’impatto delle sanzioni, sono “nati” 56 nuovi milionari. Nel giro di 12 mesi dai portafogli globali sono spariti 11.300 miliardi di dollari, soprattutto da quelli delle famiglie nordamericane ed europee. Non che la cosa sorprenda visto che quello passato è stato un anno particolarmente nefasto per i mercati finanziari con tutti gli asset, dalle azioni ai titoli di stato, contemporaneamente in calo. Per gli europei ci si è messo anche il peggioramento del cambio euro/dollaro, l’inflazione ha fatto il resto. La ricchezza globale viene calcolata ora in 454mila miliardi di dollari, il 2,4% in meno del 2021. Facciamocene una ragione: secondo il rapporto la ricchezza è destinata a salire del 38% neri prossimi 5 anni per raggiungere i 629miliardi di dollari nel 2027, i milionari diventeranno 86 milioni, gli ultra milionari 372mila.
I patrimoni degli europei valgono 104mila miliardi dopo essere scesi di 3.700 miliardi, il 3,4%. La ricchezza degli statunitensi si è ridotta del 5,4% a 151mila miliardi. Quella cinese è calata dell’1,7% e si attesta ora a 84mila miliardi. L’incremento più forte è stato invece in Sud America (+ 18,6%) a 32.700 miliardi. Veniamo a noi, noi italiani. È andata malino, anche perché la Spagna ci ha superati quanto a ricchezza mediana (il valore di mezzo tra la metà più ricca e la metà più povera). In Italia è scesa di 7mila dollari a 107mila e 300 dollari, in Spagna è salita di 170 euro ed è ora a 107mila e 500 euro. in Italia ci sono 1milione e 353mial persone con ricchezze che superano il milione di dollari, 121mila in meno dell’anno prima. Sono il 2% dei milionari globali, la cui fetta più consistente è costituita dagli statunitensi (38%), seguiti dai cinesi (11%), francesi e giapponesi (5%) e tedeschi (4%). I supericchi (patrimoni dai 50 milioni in su) sono per lo più americani, cinesi e tedeschi ma subito dopo spuntano indiani, canadesi e russi. Oltre all’ammontare complessivo della ricchezza conta naturalmente come è distribuita. In Italia l’1% più ricco della popolazione detiene il 23% del totale. Meno che in Germania (30%) ma più che in Francia (21%), Spagna (22%) o Inghilterra (20,7%). Negli Stati Uniti si arriva al 34% e in Cina al 31% mentre in India e in Brasile addirittura al 41 e al 48%.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
IL MAGGIOR NUMERO IN TRENTINO, VAL D’AOSTA E UMBRIA
L’associazione Confartigianato lancia l’Sos manodopera. Nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è cresciuta. Passando dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% di luglio 2023. Si tratta di «un fenomeno diffuso in tutta Italia e in tutti i settori, da quelli tradizionali alle attività digitali e hi tech». Ma anche di una «emergenza in crescita ovunque.
Nell’ultimo anno la quota di lavoratori difficili da trovare è salita di 9,1 punti percentuali nel Mezzogiorno, 6,9 punti nel Centro, 7,4 punti nel Nord Ovest, 6,5 punti nel Nord Est».
Le maggiori difficoltà si riscontrano per i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (70,5% di personale difficile da trovare), nelle costruzioni (69,9%), nella conduzione di impianti e macchinari (56,6%).
Le cause
Dal rapporto emerge che, tra le cause di difficile reperimento di manodopera, «per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati.
Per questo, le piccole imprese reagiscono intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Inoltre, all’aumento delle retribuzioni, affiancano l’offerta di pacchetti di welfare aziendale, flessibilità dell’orario di lavoro, l’utilizzo dello smart working, interventi per migliorare il clima aziendale e il comfort dei luoghi di lavoro».
Le regioni
Il maggior numero di «lavoratori introvabili», per le imprese che cercano manodopera da assumere, è in Trentino-Alto Adige. Che ha il 61,6% del personale di difficile reperimento. Subito dopo ci sono Val d’Aosta e Umbria, seguite da Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Nel Lazio invece c’è la percentuale più bassa: il 40,8%. La regione è seguita da Campania, Puglia e Sicilia. Ma la scarsità di manodopera è una emergenza «in crescita ovunque». I maggiori aumenti (a luglio, rispetto al luglio del 2022) si sono verificati in Abruzzo (+11,5%), in Calabria (+10,9%), in Liguria (+10,8%), in Puglia (+10,5%).
Il lavoro c’è
Secondo il presidente dell’associazione Marco Granelli «il lavoro c’è, mancano i lavoratori. E, nel frattempo, 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni non studia, non si forma, non cerca occupazione».
Granelli avverte: «Di questo passo, ci giochiamo il futuro del made in Italy. Ecco perchè – dice – il dibattito su salario minimo e lavoro povero deve allargarsi ad affrontare con urgenza il vero problema del Paese: la creazione di lavoro di qualità».
Secondo il leader di Confartigianato «serve un’operazione di politica economica e culturale che avvicini la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani con una riforma del sistema di orientamento scolastico. Bisogna insegnare ai giovani che nell’impresa ci sono opportunità, adeguatamente retribuite, per realizzare il proprio talento, le proprie ambizioni, per costruirsi il futuro».
(da Open)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
“MENTRE LA POLITICA GIOCA, QUI LE FILE AUMENTANO”
Le code di fronte a Pane Quotidiano a Milano aumentano ogni giorno di più. Oltre quattromila persone al giorno vengono a ritirare una busta della spesa gratuita nelle due sedi cittadine.
“Un numero che è in aumento rispetto alla scorsa estate” spiegano i volontari che ogni giorno distribuiscono beni di prima necessità. Pane, latticini, verdure per un valore che si aggira intorno ai quindici euro.
Un aiuto “sempre più fondamentale per tante famiglie, lo spettro dei beneficiari si sta ampliando sempre di più – racconta il vice presidente di Pane Quotidiano Luigi Rossi – il potere d’acquisto diminuisce e si creano nuovi poveri. Oggi con uno stipendio medio a Milano non si vive più”.
E così in coda ogni giorno compaiono delle facce nuove. Non solo persone senza un reddito, ma anche pensionati e “lavoratori poveri” che pur avendo un’occupazione non riescono ad arrivare alla fine del mese. C’è chi fa il muratore a 50 euro al giorno. Chi fa la badante a 1200 euro al mese, lavorando 7 giorni su 7. Chi fa l’addetto alle pulizie prendendo 5 euro all’ora.
Paghe inferiori alla soglia dei nove euro lordi prevista nell’ipotesi di salario minimo delle opposizioni e che è slittata. “Ma mentre la politica gioca, le file aumentano qui”, racconta un uomo in coda. E poi c’è anche chi prende il reddito di cittadinanza: “Novecento euro con moglie e due bambini fino a dicembre, poi chissà”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
IN CAMBIO DELLA COSTRUZIONE DI UN IMPIANTO NUCLEARE CON RELATIVO ELETTRODOTTO COLLEGATO ALL’ITALIA… RAMA È MOLTO VICINO ALLA FAMIGLIA SOROS, CHE LA PREMIER HA SEMPRE CRITICATO QUANDO ERA ALL’OPPOSIZIONE
La visita di Giorgia Meloni in Albania non serviva solo a sfuggire ai giornalisti italiani, che “assediavano” la premier, o a assicurare alla Ducetta e i suoi cari quattro giorni di relax, ma anche a discutere di cose serie.
L’argomento principale dei tete-a-tete con il premier albanese, Edi Rama, è stata la politica internazionale ed europea, come conferma lui stesso nelle interviste rilasciate a “La Stampa” e “Domani”.
In realtà, nelle intenzioni della Sora Giorgia, l’incontro doveva rimanere riservato, per evitare alla leader di Fratelli d’Italia contraccolpi europei. Rama è un socialista all’acqua di rose (alla Renzi), e ha un rapporto molto stretto con i Soros (è grande amico del figlio di George, Alex) che Meloni ha sempre criticato aspramente quando era all’opposizione, e si fa messaggero delle loro ambizioni di politica internazionale.
Rama è infatti tra i fautori del progetto “Open Balkan”, una zona economica e politica tra Serbia, Albania e Macedonia del Nord. Una sorta di mini-Shengen che ha l’obiettivo finale di far entrare i tre paesi nell’UE.
E il nuovo rapporto di grande amicizia tra Edi Rama e Giorgia Meloni rientra in quella strategia. Con consigliere Tony Blair, che non a caso era ospite della villa del premier albanese nei giorni precedenti alla premier (con il giallo dell’incontro).
Lo stesso Rama ha parlato apertamente del dossier europeo: “L’Italia è da sempre il nostro grande avvocato a Bruxelles e Giorgia continua e certamente continuerà nella scia di tutti i suoi predecessori, che hanno alzato la voce per la piena integrazione dell’Albania e di tutti i Balcani Occidentali nell’Unione Europea. Lei la chiama riunificazione europea e io non ho dubbi che non si darà pace per arrivarci”.
Rama cercava una sponda forte all’ingresso in Ue, e a giudicare dai toni entusiastici con cui ha parlato di Meloni, l’ha trovata. In cambio, avrebbe acconsentito alla costruzione di un impianto nucleare e relativo elettrodotto che colleghi Albania e Italia.
(da Dagoreport)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
NON SAPPIANO CHE FARCENE DI UNA PERSONA CHE ODIA COLORO CHE DOVREBBE PROTEGGERE
Perché scoprirà, generale, che proprio in quell’Esercito che a detta anche del ministro della difesa Guido Crosetto lei non rappresenta, così come non rappresenta la bandiera tricolore, così come non rappresenta la Costituzione italiana nel nome della quale dovrebbe operare, hanno combattuto e sono morti per quelle stelle che questo signore si trova attaccate alle spalle, non si capisce bene per fare che, proprio quei ragazzi talmente normali da avere messo in gioco la propria vita ignari che un giorno al comando ci sarebbe stato un signore di tale fatta.
Senza scomodare Alessandro Magno o le abitudini personali dei più grandi visionari della storia dell’umanità, dei più grandi artisti, dei più grandi scrittori, dei più grandi soldati, resta da capire perché in Italia in questi ultimi anni vediamo solo il peggio di quanto la nostra cultura abbia prodotto.
In verità il generale tal dei tali e il suo libro sono solo uno dei tanti esempi di come oggi l’Italia rischi di essere rappresentata all’esterno dai personaggi peggiori, come se fosse cominciato per noi un triste declino che non si vede soltanto nel fatto che milioni di famiglie sono diventate povere senza che nessuno se ne accorgesse, che centinaia di migliaia di giovani non riescono nemmeno ad entrare nel meccanismo sociale che dovrebbe dare loro la strada per crescere, ma anche dalla coincidenza che personaggi che occupano posizioni di primo livello si dimostrino appena aprono in bocca del tutto inadeguati a ciò che stanno facendo, tra l’altro in nome nostro, del popolo italiano.
E’ come se la parte migliore del Paese se ne stesse con la testa sott’acqua, e fosse il momento della grande goliardata italiana, proprio adesso che i cinepanettoni e la nostra commedia non funzionano più, forse per il banale motivo che la gente normale non ha tempo per ridere, anche se dovrebbe tornare a farlo, e vive una specie di scherzo per cui l’Italia è finita in mano ai peggiori cialtroni.
E così questo senso di deficienza culturale spaventa così tanto da farci gridare al regime, quando invece vige ormai l’anarchia più totale, fino al punto che un generale si mette a insultare i cittadini che dovrebbe difendere.
Non sono un esperto di codici militari ma penso che un personaggio del genere dovrebbe sparire dall’Esercito, ma non perché qualcuno è arrabbiato con lui per le fesserie che ha detto sugli omosessuali, di cui tra l’altro il suo esercito è strapieno, quindi farebbe meglio a guardare bene chi comanda prima di sparare sciocchezze, ma perché non sappiamo che farcene di una persona che odia quelli che dovrebbe proteggere.
Tra l’altro, mentre nella destra impera un neo clericalismo davvero d’altri tempi, nei Paesi più avanzati dove i conservatori sono al governo il tema dell’omosessualità e delle famiglie ha una rilevanza strategica, perché nei Paesi normali dove i libri si leggono invece che scriverne di inutili, è proprio la destra ad avere capito che la famiglia tradizionale è già mutata molte volte nei secoli, passando dalla dimensione patriarcale, a quella coniugale fino all’attuale dimensione affettiva. Dimostrata non tanto dalle unioni gay, quanto dalla caterva di divorzi fra eterosessuali. Pratica a cui si aggiunge la nuova moda inaugurata dal finanziere Segre, quella cioè di lasciare la moglie subito prima di sposarla, facendo addirittura una festa per annunciarlo.
Se non sono questi, caro generale, i segnali di quanto le cose siano cambiate mentre lei era, evidentemente, distratto al fronte, non saprei che pensare. Ecco perché negli eserciti più avanzati gli uomini e le donne gay hanno uno spazio importante, ed ecco perché il matrimonio gay piace alle destre più avanzate delle democrazie occidentali.
Perché se una cultura politica si basa sulla famiglia, e vuole salvarla da morte certa, deve prendere la strada più logica: se tutti possono chiamarsi famiglia, la famiglia non finirà.
Ma lei, caro nipotino di Giulio Cesare, avrà certamente altre soluzioni. Fortunatamente dubito che dopo quello che ha detto e scritto qualcuno, anche etero, gliele farà mai più sperimentare.
(da lidentita.it)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
NEL LIBRO “IL MONDO AL CONTRARIO” C’È UN PASSAGGIO SULLA RUSSIA, ARGOMENTO PIUTTOSTO SENSIBILE PER UN GENERALE DI RANGO, CHE FINO A POCO TEMPO FA È STATO ADDETTO MILITARE PER LA DIFESA ALL’AMBASCIATA ITALIANA DI MOSCA
Il provvedimento alla fine è arrivato, con un dispaccio dello Stato Maggiore dell’Esercito nella mattinata di ieri: dopo il caso sollevato da Repubblica sui contenuti omofobi («i gay non sono normali»), razzisti («non siamo tutti uguali») e di rivendicazione del proprio «diritto all’odio» contenuti nel proprio libro autoprodotto, il generale Roberto Vannacci è stato rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze.
Da domani gli subentra un altro generale, Massimo Panizzi, che in passato è stato portavoce dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola quando quest’ultimo era ministro della Difesa del governo Monti. Non ci sarà alcuna cerimonia di avvicendamento, vista la delicatezza della situazione.
Adesso Vannacci viene trasferito a disposizione del Comando delle Forze operative terrestri, che ha sede Roma, anche se potrà restare di stanza a Firenze. Senza quindi avere, per il momento, ruoli direttivi. Una scelta che per Pd e sinistra, oltre che per le associazioni arcobaleno — comprese quelle legate all’Esercito — non è abbastanza.
Vannacci, per ora, si limita a ribadire di non pentirsi di nulla, perché «ho solo espresso le mie idee». E sui social è pieno di commenti di militari ed ex che osannano le parole di Vannacci («finalmente uno che dice la verità») e contestano da destra Crosetto
Tutto l’Esercito è così? Non proprio. Perché in queste ore l’imbarazzo è tanto per l’onta sulla divisa. Nel dietro le quinte ci si domanda chi siano stati finora i protettori del generale. Le cui idee non erano per nulla ignote nel mondo militare (siamo «arditi in quanto diversi, e orgogliosi di esserlo. Arditi in quanto élite, unica», scriveva nel 2017 Vannacci in riferimento al gruppo d’assalto della Prima Guerra Mondiale, che poi in gran parte aderì al fascismo).
Peraltro, al di là di omosessuali e tutto il resto, nel saggio il generale tocca un argomento assai sensibile per un militare di rango, cioè la Russia. Vannacci ne è stato fino a poco tempo fa addetto militare per la Difesa all’Ambasciata italiana a Mosca e impiega una pagina per sperticarsi in lodi per la gestione dell’immigrazione. Lì — scrive — «se non rispetti le leggi e la cultura locale vieni rispedito al mittente senza troppi complimenti ». Insomma, bravi loro, mica come in Italia e in Europa.
Intanto in procura militare si monitora la situazione. A ieri non era stato aperto alcun fascicolo anche se sono molte le associazioni che si ritengono diffamate da quel libro e si riservano di presentare esposti.
Una cosa è certa. L’ex incursore, pluridecorato, che ha recuperato civili in teatri di guerra e diretto missioni delicate, ha fatto arrivare critiche da destra sul ministro Guido Crosetto. Il titolare della Difesa aveva subito stigmatizzato le «farneticazioni» di Vannacci e sollecitato l’azione disciplinare. La cosa non è piaciuta all’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che afferma: «Anche ammettendo che il comportamento del generale sia stato criticabile, il ministro non poteva e non doveva censurarlo in modo così brutale».
Vannacci riceve il sostegno anche del sindaco di Pennabilli, Mauro Giannini, noto per le sue ordinanze anti-immigrati (fino a 15mila euro di multa per chi ne ospita uno) che intima al ministro Crosetto di tenere «giù le mani» dal generale. E di mostrare «rispetto per un patriota». All’ex capo dei parà dice anche «non sei solo», interpretando le voci di chi legge l’iniziativa di Vannacci come la prima mossa di un suo imminente futuro in politica.
(da agenzie)
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Agosto 19th, 2023 Riccardo Fucile
LE REAZIONI DEI LAVORATORI DOPO L’ALLONTANAMENTO DEL GENERALE VANNACCI
“Meglio così, sarebbe stato difficile lavorare con lui dopo quello che ha scritto nel libro”. L’Istituto geografico militare (Igm) di Firenze occupa gli splendidi spazi di un ex convento nel cuore della città, tra piazza Santissima Annunziata e piazza San Marco.
In un giorno d’estate chi ci lavora, e cioè circa 400 civili e la metà di militari, ha conosciuto un aspetto inedito di quel generale appena arrivato. Oggi, infine, lo ha visto uscire di scena a meno di due mesi dal suo arrivo. “E’ successo tutto molto velocemente – racconta un dipendente – non avevamo fatto in tempo a conoscere Roberto Vannacci. Nessuno tra i colleghi se lo aspettava”. Non risultano prese di posizione di tenore simile a quelle del libro nei suoi giorni fiorentini.
L’Istituto è l’ente cartografico dello Stato e delle Forze armate. Ha una lunga storia, iniziata nel 1861 dopo l’unità d’Italia, e una ricca collezione di carte antiche e testi tecnici. Tra l’altro, tra i suoi disegnatori c’è stato anche per un breve periodo, nel 1943, Marcello Mastroianni.
Di recente l’Igm ha subito un lutto pesante. Il 15 giugno due lavoratori sono morti insieme ad un militare perché la jeep su cui viaggiavano per fare dei rilievi necessari al controllo del confine a Ventimiglia è finita in un dirupo. Il generale Vannacci è arrivato pochi giorni dopo quella tragedia e visto quello che era accaduto il passaggio di consegne è stato molto sobrio.
“Nel suo ruolo ci si occupa di politica e soprattutto di rappresentanza, visto che chi guida l’Igm è di solito il più alto in grado dell’Esercito in città. Per questo partecipa a tutte le celebrazioni pubbliche, come quelle dell’11 agosto, per la liberazione di Firenze – racconta un altro lavoratore – Dato il suo curriculum, il fatto che venisse da noi, dove il comandante non svolge certo un ruolo operativo, è sembrato un po’ un declassamento”.
Quando sono usciti i passaggi del libro autoprodotto del generale, in molti all’Igm sono saltati sulla sedia (o sulla sdraio, visto il periodo di ferie). Le chat sono impazzite e hanno iniziato a circolare anche letture dietrologiche. “Non poteva non sapere che lo avrebbero mandato via. Lo ha fatto apposta, magari tenterà la carriera politica”, ha scritto un civile dell’Istituto. Altri lo hanno difeso, almeno in parte, dicendo che in fin dei conti ha scritto il libero esprimendo opinioni a titolo personale.
Il grosso dei lavoratori, però, si è molto indignato. “L’Igm è molto sindacalizzato, ci sono tanti lavoratori di sinistra. Tesi così arretrate, sessiste e razziste sono un insulto alla nostra storia”.
(da agenzie)
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